[Anteprima]Arrival: Fantascienza Emotiva – Recensione

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Premessa: la review contiene opinioni personali e non si sofferma neanche troppo sulla parte tecnica del film, non sono un’esperto ma un semplice appassionato.

Buona lettura!


Arrival è un film di fantascienza del 2016 diretto da Denis Villeneuve basato sul racconto, Storia della tua vita,pubblicato insieme ad altri racconti all’interno del libro Storie della tua vita (Stories of Your Life) di Ted Chiang, è stato adattato per il cinema da Eric Heisserer e ha come protagonisti principali Amy Adams nel ruolo della Dottoressa Louise Banks, Jeremy Renner nel ruolo di Ian Donnely e Forest Whitaker nel ruolo del colonnello Weber.

12 astronavi a forma di guscio appaiono in giro per il mondo e a quanto pare non hanno un obbiettivo e quindi toccherà alla dottoressa Louise Banks e la sua squadra decifrare la lingua degli alieni, nella squadra figurano anche il fisico Ian Donnely e il Colonnello Weber, che reclutò la Banks in primo luogo. Sullo sfondo ci viene dipinto il mondo finalmente unito sotto un unico obbiettivo.

Come potete vedere la trama è alquanto semplice e non fa sperare in nulla di un semplice e classico blockbuster hollywoodiano con gli Alieni, ma Villeneuve ed Heisserer hanno saputo andare otre il semplice specchio per le allodole rendendo il film qualcosa di godibile e profondo, consegnano quindi un film di fantascienza maturo e incredibilmente angosciante.

 

Il film si prende il suo tempo per narrare una storia ricca di significati e che viene narrata dal “futuro” rendendo quindi la risoluzione già conosciuta allo spettatore, ma la sceneggiatura e la regia messa in gioco da Villeneuve sono angoscianti e tengono lo spettatore con il fiato sospeso per tutto il film.

I protagonisti danno tutti un’ottima interpretazione, in specie la Adams che si trova a dover rendere credibile e psicologicamente logorante l’esperienza di traduzione del linguaggio degli Hectapoidi. La dottoressa Banks non è solo protagonista del film ma anche narratrice dell’intera vicenda che si dipana tra il presente , il futuro con incursioni di sogni e premonizioni incredibilmente credibili e potenti grazie alle regia messa in gioco da Villeneuve e alla fotografia quasi da thriller più che da film fantascientifico.

Il duo composto da Adams e Renner funziona incredibilmente bene, ci si avvicina subito ai personaggi che sono persone completamente normali alle prese con un avvenimento che cambierà per sempre le loro vite.

Le emozioni che questo film porta con se sono potenti, sopratutto nell’ultimo atto, veloce e incalzante. Villeneuve però è un regista che sa quello che fa, non lancia una bomba a metà film per tenere l’attenzione alta come altri filmaker ma la costruisce attraverso ingegnose scelte narrative, dialoghi e sguardi. Arrival poteva funzionare in un solo modo ed è quello che è stato trasportato al cinema, una protagonista carismatica ed una visione ampia dell’impatto che il solo evento ha sulle vite umane, perché come dicevo su , anche la vita è al centro di questo film.

Il ritmo viene anche sostenuto da un’ottima colonna sonora composta da Jóhann Jóhannsson, composto da trombe e arrangiamenti da pezzi più soft che accompagnano le scene che avvengono nei sogni del personaggio di Amy Adams.

Le scenografie sono molto inquietanti sopratutto perché ricordano quelle asettiche navi aliene che trovi nel classici horror/sci fi , stavolta lì però non si compiono omicidi e non si scappa dal mostro di turno, ma c’è un confronto di intelletti e c’è un reciproco scambio di informazioni.

Visivamente siamo di fronte ad un prodotto ineccepibile e che riporta un certo tipo di fantascienza dimenticata ad hollywood. Arrival è un film che usa la fantascienza come pretesto, ma che ibrida vari generi, tra cui il thriller e lo fa con cognizione di causa, rendendo quindi il film qualcosa in più di un semplice film con alieni e militari. Regista e sceneggiatore hanno preso quello che funziona dai generi fantascientifico,thriller e action creando un prodotto solido e intenso a livello di dialoghi.

Gli alieni non vengono mai inquadrati in modo preciso e dettagliato, anzi sono immersi nel fumo e nel mistero, non importa come sono , non importa da dove vengono, importa solo il loro grande dono che hanno portato all’umanità oppure sarà una maledizione?  Il finale è aperto, lascia intendere come le cose possono andare avanti ma lascia completamente allo spettatore decidere cosa ha visto e cosa può voler dire.

Alla fine di tutto pensi e ripensi al film, ma non pensi all’apparato fantascientifico quanto alle emozioni che il film ti ha fatto provare, pensi alla potenza delle interpretazioni e ti chiedi cosa c’è di più meraviglioso di un film che riesce a prenderti in contropiede con scelte semplici e quasi prevedibili e che riesce a far dare il meglio a tutti gli attori anche quelli meno importanti.

Se avevo delle paure minime per Blade Runner 2049 dopo aver visto Arrival  non ne ho più e sono sicuro non li avrete neppure più voi quando sarete usciti dalla sala, non mi resta che augurarvi buona visione.

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