Anni fa, quando ero un adolescente, amici e coetanei colmi di entusiasmo mi consigliavano innumerevoli volte con insistenza di vedere Skins, il teen-drama britannico che nel 2007 conquisto critica e orde di adolescenti nati nei magici e grigi anni ’90.
Sarò sincero con voi, ai tempi provavo una sincera e annoiata repulsione nei confronti di Skins, osservavo i protagonisti realizzando che non mi incuriosivano affatto le loro vite. Gli anni passano e mi ritrovo qui a scrivere proprio della serie che ai tempi tanto evitavo.
Si sa, le persone cambiano, crescono e nascono nuovi bisogni.
Skins racconta le vicende di un gruppo di ragazzi di Bristol durante gli ultimi due anni di liceo. Ogni due stagioni si cambia generazione, personaggi diversi e nuove dinamiche entrano in gioco. La generazione di cui vi voglio parlare è la prima, la loro storia è raccontata nelle prime 2 stagioni di Skins uscite tra il 2007 e il 2008 e potete vederle insieme a tutte le altre stagioni su Netflix.
La prima generazione di Skins è la prova che anche il teen-drama, genere che spesso punta ad un linguaggio semplice e banale, può essere affrontato con maturità, spessore e senza doversi rivolgere esclusivamente ad un pubblico giovanile. La serie non a caso è stata ideata dagli scrittori padre e figlio, Jamie Brittain e Bryan Elsley, che sono riusciti a mediare una sensibilità più adulta con un punto di vista attuale e ”giovane”.
Una particolarità fondamentale dello show: ogni puntata porta il nome del personaggio che sarà al centro dell’episodio, a volte possono anche essercene due, e ogni stagione comincia o conclude con un episodio dedicato a tutta la compagnia. Per questo motivo ho deciso di parlarvi di Skins, dei suoi pregi e dei suoi difetti, seguendo esattamente queste stesse dinamiche.
CHRIS
Christopher “Chris” Miles è senza ombra di dubbio il più “luminoso” della compagnia. Nonostante i problemi da cui viene travolto più volte sarà sempre pronto a fregarsene con un sorriso, “Fuck It” non è solo un’espressione che usa spesso, è la sua filosofia di vita. Detesta l’idea di rimanere schiacciato da tutto quello schifo che il mondo gli sta vomitando addosso.
Dietro la facciata di un idiota che pensa soltanto a drogarsi e far festa con gli amici c’è un ragazzo che troppo presto ha provato sulla propria pelle cosa significhi non avere più nulla da perdere. Il personaggio è interpretato da Joe Dempsie che ha regalato a questa serie un’interpretazione che non vacilla mai, sempre immerso nella parte e sempre convincente, dalla prima all’ultima puntata.
Fidatevi se vi dico che Chris si farà amare con estrema facilità sin dall’inizio.
JAL
Jalander “Jal” Fazer rappresenta la tipica ragazza scontrosa e un po’ maschiaccio della situazione, e basta conoscere la sua famiglia per intuire che non poteva comportarsi in altro modo. E’ uno dei personaggi più deboli e meno carismatici della prima generazione e la performance di Larissa Wilson non ha aiutato di certo. A colmare quel vuoto fortunatamente ci pensano i fratelli di Jal, tra gli elementi più divertenti e ironici di questa generazione.
MAXXIE E ANWAR
Maxxie Oliver e Anwar Kharral sono amici per la pelle, non grandi personaggi presi separatamente, ma insieme hanno dato vita ad un conflitto ideologico che commuove e porta più volte lo spettatore a riflettere. La questione è molto semplice, Maxxie è un omosessuale dichiarato e Anwar è un musulmano che beve, scopa e fa uso di droghe, ma nonostante la sua ipocrisia non riesce ad accettare l’omosessualità dell’amico. Anwar non prova una repulsione sincera, non odia davvero gli omosessuali e non smette mai di voler bene a Maxxie, ma deve farlo perchè la sua religione lo impone, questo porta lo scontro su un altro livello, da un litigio tra amici si passa ad un conflitto esistenziale che metterà in grave crisi sia la sua amicizia che la sua identità. Sarebbe un errore pensare che sia una situazione a noi estranea, che non ci riguardi e che non ci debba portare a riflettere. In Italia la religione cristiana ha portato più volte al disprezzo e alla repulsione nei confronti degli omosessuali, sono cose che sia io che voi abbiamo visto con i nostri occhi. E cosa fa Skins davanti a questo problema? Educa.
Nel ruolo di Maxxie c’è Mitch Hewer, un’interpretazione che non ritengo ne scadente ne buona, credibile per quel che serve ma che poteva essere sicuramente più incisiva. Anwar invece è interpretato dall’ormai famosissimo Dev Patel, nonostante l’odio che ho provato nei confronti del personaggio Patel ha dimostrato sin da giovane di essere un attore più che capace e più che adatto al ruolo.
MICHELLE
Michelle Richardson è l’elemento della compagnia più facile da odiare in questa serie, o almeno è quello che ha provocato in me. Michelle rispecchia la tipica ragazza frivola e viziata, che per diversi motivi che tutti sappiamo, è giusto odiare. Il vero problema di Michelle è facilmente intuibile dal fatto che sia l’unico personaggio della sere a non avere un vero percorso personale, è come se la sua storia necessiti sempre di appoggiarsi ad un altro componente della compagnia. L’impressione è che il personaggio e il suo “background” non siano abbastanza interessanti da poterci tenere incollati sullo schermo e ripensandoci bene è decisamente più che una semplice impressione. Michelle non riesce ad emozionare e neanche ad essere avvincente, la colpa non ricade neanche sull’interpretazione, che è affidata ad April Pearson, bensì nella caratterizzazione del personaggio, troppo banale e semplice.
SID
Sidney “Sid” Jenkins merita solo amore e tanti abbracci. Uno sfigato di Bristol (in ogni senso possibile) impacciato come non mai con il genere femminile che passa la sua vita all’ombra del suo migliore amico. La sua routine comprende “cazzeggio con amici” e masturbazione intensiva. Masturbazione che avviene pensando alla ragazza del suo migliore amico. Mi sembra che abbia già abbastanza punti per meritare l’amore di chiunque, ma sappiate che la lista potrebbe continuare per altre dieci righe. Insicuro come non mai Sid rappresenta quella grande fetta di ragazzi che non sanno che diamine fare della propria vita. Sid si sente continuamente fuori posto e senza futuro.
Dietro un’ottima costruzione del personaggio c’è anche una grande interpretazione, Mike Bailey è stato perfetto. Penso che non dimenticherò mai la scena nel club, suonano i Crystal Castles e Sid scoppia in lacrime. Il ragazzo non dice una parola, o almeno noi non possiamo sentirle, è con le espressioni che comunica. Li i brividi e i lacrimoni sono assicurati.
https://www.youtube.com/watch?v=e2FOnrFlEJY
TONY
Anthony “Tony” Stonem rappresenta per me la vera perla di questa generazione. Caratterizzazione studiata nei minimi dettagli ed evoluzione del personaggio coerente e d’impatto. Poche volte mi sono ritrovato davanti a personaggi del genere, ed è sempre stato amore profondo. Sono convinto però che tutto questo sia stato possibile soltanto grazie all’interpretazione superba di Nicholas Hoult. Un personaggio tra l’altro complessissimo, sono riusciti a rendere credibile un adolescente mezzo genio manipolatore e freddo come il ghiaccio di 17 anni. Ma il ragazzo non è soltanto piani malvagi e sorrisi ammiccanti. Tony Stonem si rivela umano quanto noi, non può e non vuole fare a meno dell’amore di Sid, di Michelle e di sua sorella. Queste tre persone sono la sua vita, il resto è tutto un gioco.
CASSIE
Cassandra “Cassie” Ainsworth è un caso particolare. Misteriosa e carismatica, all’inizio mi conquistò quasi immediatamente. Commovente, affascinante e problematica come era non potevo fare altro che esserne attratto. Passa una stagione e tutto va a puttane. Il personaggio parte insicuro, fragile e con la testa fra le nuvole, passa un anno e Cassie si trasforma in una ragazza calcolatrice e manipolatrice. Sembra quasi un tentativo goffo di clonare le dinamiche legate a Tony prima del suo cambiamento, dimenticando completamente quale fosse in precedenza la natura di Cassie . Questo porta la ragazza a trasformarsi in un personaggio non più credibile e soprattutto privo di quella sincera esigenza di rappresentare il mondo adolescenziale contemporaneo che ha reso unica Skins.
Nonostante Cassie venga stravolta non si possono negare le ottima doti recitative dimostrate da Hannah Murray, sono convinto che sia tutto merito suo se questo stravolgimento non abbia troppo pesato sulla riuscita della serie.
TUTTI
Skins mostra una prima generazione carica di personaggi caratterizzati con realismo e precisione. Stiamo parlando di 8 persone completamente diverse tra loro, ognuno con i propri pregi e difetti, ognuno con i propri problemi e le proprie ossessioni. Non è affatto difficile identificarsi in uno dei protagonisti e questo è sicuramente uno dei punti di forza della serie.
Sono adolescenti e si vede, non sanno gestire le loro emozioni, non sanno gestire le loro relazioni e soprattutto non sanno ancora cosa vogliono dalla vita.
Famiglie problematiche, disturbi della personalità, disordini alimentari, abuso di droghe, sessualità, gravidanza giovanile, malattie mentali e morte, questo sono le difficili realtà affrontate in Skins che molti di noi hanno già vissuto o vivranno nel corso della loro vita.
Un altro elemento che rende questa serie un teen-drama fuori dal comune è la regia, al disopra dei canoni più commerciali e decisamente carica di personalità. Non servono parole, sono le immagini e il montaggio a tratti aggressivo che portano all’emozione. Dietro una storia “classica” per adolescenti si nascondono delle tematiche cardine della nostra società affrontate con un’intensità che è difficile ignorare.
Sono riusciti a cogliere il disagio giovanile della nostra generazione, dando vita ad una storia amara che intrattiene, diverte ed emoziona.
Ah, bella e tutto ma sono una generazione di matti.
Sarà difficile dimenticarli.