A distanza di quattro anni da Saw Legacy, una delle saghe horror più famose degli ultimi vent’anni è tornata a cinema con un nuovo capitolo, forse non necessario, ma che sicuramente portava il peso delle speranze dei fan, che non erano stato affatto entusiasti degli ultimi capitoli e, in generale, della deriva che aveva preso una deriva decisamente negativa, soprattutto rispetto al primissimo capitolo diretto da James Wan. Un po’ come successo per The Conjuring, infatti, quando una creatura del regista maestro dell’horror viene affidata ad altri direttori, l’asticella qualitativa si sposta verso il basso. Per questi motivi e anche per il coinvolgimento di Chris Rock, protagonista e autore del soggetto, attorno a Spiral – L’eredità di Saw, nono capitolo del franchise di Saw, c’è una buona dose di curiosità. Cosa ci sarà sul grande schermo? Un ennesimo passo falso o un film che, perlomeno, riuscirà a risollevare le sorti della serie?

Il film segue le vicende del detective Ezekiel “Zeke” Banks (Chris Rock), un agente di polizia visto negativamente dal resto del suo dipartimento perché anni prima aveva deciso di denunciare un suo collega. Zeke, assieme al suo partner, si ritrova a lavorare al caso di un serial killer di poliziotti che, tra le altre cose, utilizza metodi spaventosamente simili a quelli di Jigsaw: il nuovo sicario, infatti, invia dei pacchetti a Zeke, contenenti degli indizi, per provocarlo. Più il detective si addentra nelle indagini, però, più entra a far parte del mosaico sadico e perverso del serial killer.

Come detto, c’è un discreto interesse attorno a questo Spiral – L’eredità di Saw, anche perché segna il ritorno di James Wan in veste di produttore esecutivo, in compagnia di Leigh Whannell, fedele collega del regista, anch’egli regista, ma anche attore e sceneggiatore, come si è potuto già vedere in Upgrade e L’uomo invisibile. Questo nuovo capitolo, come si può intuire dalla sinossi o anche dal sottotitolo italiano L’eredità di Saw, si collega solo in maniera marginale alla saga principale. Certamente ne attinge per alcuni elementi, ponendosi dunque come erede spirituale, ma la pellicola cerca di narrare qualcosa di diverso. Non a caso, infatti, il film si pone sì nell’universo narrativo di Saw, ma può essere fruita autonomamente anche senza aver visto tutti gli altri capitoli, anche per via della qualità decisamente bassa.

Punto debole degli altri film del franchise era sicuramente il loro porsi più come episodi di una serie tv che delle produzioni per il grande schermo. Anche Spiral – L’eredità da Saw ha diversi aspetti seriali, ma sicuramente risulta essere il più cinematografico, dopo Saw – L’enigmista del 2004. A livello tecnico è superiore sotto diversi punti di vista rispetto alle altre pellicole della serie e anche le prove attoriali, nonostante in alcuni frangenti siano probabilmente eccessivamente sopra le righe, sono buone, con tutto il cast abbastanza in parte, così da supportare in maniera convincente la narrazione. Sicuramente da sottolineare è l’impegno generale di Chris Rock, che ha creato una storia divertente e interessante da seguire nonostante non brilli per originalità. Uno dei meriti di questo film, infatti, è quello di mostrare un lato sconosciuto, più che nascosto, del comico americano che, per ovvi motivi, non era potuto emergere nelle precedenti produzioni cui aveva preso parte. Forse la sua presenza nella pellicola è eccessiva e spesso va in over-acting, ma tutto sommato si tratta di una prova positiva. Affianco a lui c’è Max Minghella, che può sembrare zoppicante all’inizio del film, ma con l’incedere dei minuti il personaggio assume dei contorni più definiti e anche la performance dell’attore diventa più solida. Infine, per quel che riguarda il cast, vale la pena citare il sempre titanico Samuel L. Jackson, che entra a far parte anche di questo franchise. In realtà il suo è un ruolo di contorno e nemmeno troppo interessante, ma fa sempre piacere vederlo recitare e vedere come un attore riesca a dimostrare sempre una coerenza recitativa in grado di contraddistinguerlo.

Infine, bisogna parlare della regia. Alla regia di Spiral torna un volto già noto ai fan della saga, ossia quello di Darren Lynn Bousman, regista del secondo, terzo e quarto capitolo di Saw, che per quanto deboli sono anche gli unici ad essere considerati accettabili e con una trama che abbia effettivamente senso. Dal quinto all’ottavo film, infatti, la trama viene ridotta praticamente all’osso, facendo diventare il franchise solo un susseguirsi di trappole e morti, neanche troppo originali e con delle soluzioni la cui banalità era l’ultimo dei problemi. Spiral non è sicuramente uno dei film più ispirati dal punto di vista registico e di sceneggiatura, tantomeno qualcosa che farà strabuzzare gli occhi agli amanti del genere thriller/horror, ma sicuramente si nota l’impegno e la volontà di portare in scena qualcosa di diverso rispetto alle uscite precedenti e che sia qualitativamente più alto. Certo, la soluzione finale ha assolutamente il sapore di qualcosa di già visto, ma ad esclusione del primo capitolo, Saw è sempre stato un insieme di soluzioni banali nei colpi di scena, utilizzati perlopiù per arrivare alla trappola sadica successiva in nome dello splatter, il più delle volte “gratuito”. Spiral, d’altro canto, punta ad una confezione che potrà essere apprezzata anche da chi vorrebbe qualcosa che sia diverso da quanto si è già visto nella saga. Forte, inoltre, è l’ispirazione a Seven di David Fincher: anche in questo caso, infatti, pubblico e protagonista si ritrovano ad avere a che fare con delle scatole da aprire per collezionare indizi.

In conclusione, Spiral – L’eredità di Saw è un film da apprezzare, nonostante i difetti in parte ascrivibili praticamente a tutta la saga creata da James Wan nel 2004. Il merito della pellicola è quello di volersi reinventare e abbandonare i lidi triti e ritriti dei capitoli precedenti, al fine di proporre qualcosa di nuovo che possa dare nuova linfa vitale al franchise. La regia non è nulla di eccezionale, ma fa il suo e supporta la narrazione. Supporto allo storytelling che arriva anche da parte del cast che, nonostante alcuni momenti in cui gli attori vanno un po’ troppo sopra le righe, accentuando emozioni e reazioni, è generalmente bravo e mette in luce un lato inedito di Chris Rock. Il consiglio per gli scettici, dunque, è quello di dare un’opportunità a questo Spiral – L’eredità di Saw.


Spiral – L’eredità di Saw è ora disponibile al cinema distribuito da 01 Distribution. Di seguito, il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Spiral - L'eredità di Saw
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Ho 23 anni, vivo a Perugia e studio a Roma. Dirigo, scrivo e produco cortometraggi per la Nostalghia Prod., società di produzione da me creata e diretta. Ho all' attivo 16 cortometraggi diretti da me, oltre che altri 16 solamente prodotti. Scrivo e collaboro per RedCapes.it da Gennaio 2019.
spiral-leredita-di-saw-il-nuovo-capitolo-della-saga-horror-con-chris-rock-recensioneSpiral - L'eredità di Saw è un film da apprezzare, nonostante i difetti in parte ascrivibili praticamente a tutta la saga creata da James Wan nel 2004. Il merito della pellicola è quello di volersi reinventare e abbandonare i lidi triti e ritriti dei capitoli precedenti, al fine di proporre qualcosa di nuovo che possa dare nuova linfa vitale al franchise. La regia non è nulla di eccezionale, ma fa il suo e supporta la narrazione. Supporto allo storytelling che arriva anche da parte del cast che, nonostante alcuni momenti in cui gli attori vanno un po' troppo sopra le righe, accentuando emozioni e reazioni, è generalmente bravo e mette in luce un lato inedito di Chris Rock. Il consiglio per gli scettici, dunque, è quello di dare un'opportunità a questo Spiral - L'eredità di Saw.

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