É arrivata anche quest’anno la fine del Festival internazionale del cinema di Berlino, giunto ora alla sua 73esima edizione. Portante il nome “Young at Heart – Coming of Age at the Movies” questa edizione si è concentrata su quei film i cui temi dell’adolescenza e del trovare il proprio posto nel mondo sono centrali, palcoscenico perfetto quindi per un regista che ha fatto di questi due temi la colonna portante della sua carriera. Stiamo parlando del regista giapponese Makoto Shinkai che ha presentato in concorso il suo ultimo lungometraggio animato: Suzume (Suzume no Tojimari).

Mentre il cielo si tinge di rosso e la terra trema, il Giappone è sull’orlo della catastrofe. Suzume, un’adolescente determinata, partirà in missione per salvare il suo paese. In grado di vedere le forze soprannaturali che gli altri non possono vedere, sarà lei l’unica capace di chiudere le misteriose porte che stanno diffondendo il caos ovunque. Suzume affronterà un viaggio pericoloso per salvare il destino di tutto il Giappone.

 

Unico anime ad essere stato nominato per l’Orso d’oro in più di vent’anni, il film racconta la storia di Suzume Iwato: all’apparenza una normalissima liceale giapponese che, dopo aver incontrato un misterioso ragazzo di nome Shota ed aver aperto una strana porta trovata dentro a delle rovine, si ritrova a compiere un viaggio per salvare il Giappone da una feroce e gigantesca entità malvagia chiamata “il verme”.

Terzo film della trilogia dei cataclismi, Suzume si differenzia dai lavori precedenti del regista nel modo più evidente rispetto al suo ritmo. Se normalmente i film di Shinkai prediligono una partenza non lenta, ma che comunque si prende il suo tempo, Suzume quasi parte in medias-res e proietta subito lo spettatore nel pieno degli eventi che sconvolgono la vita della giovane, introducendo quasi immediatamente la figura antagonistica del film rappresentata dal “Verme”. Questa creatura, motore della pellicola, permette al film di svilupparsi nei suoi due sottogeneri: quello del monster-movie e del road-trip. La creatura infatti compare in vari luoghi durante il film, cosa che obbliga i protagonisti a viaggiare, a crescere e a presentare in modo sia evidente che sottile quelle informazioni che con un inizio classico avremmo ottenuto sin da subito. E’ proprio in questo espediente narrativo, dettato da uno dei temi (che non vi spoilerermo), in cui risiede il punto debole del film: a volte poco chiaro e con informazioni che arrivano forse un po’ troppo tardi.

SuzumeAltro elemento particolare di questa opera è l’abbandono da parte del regista dell’amore come tema principale e quindi presentato molto più marginalmente, in favore di una dinamica tra i due protagonisti più simile ad un buddy-movie, quindi non aspettatevi le strazianti vicende amorose di Your Name o 5 cm al Secondo. Questa scelta necessaria permette di creare diverse situazioni comiche che vanno ad alleggerire parecchio un film che comunque presenta molti momenti emozionali per legare con la protagonista e non lascia che la sua deriva più avventurosa alieni il caratteristico stile drammatico.

Makoto Shinkai ci ha da sempre abituati ad uno standard visivo estremamente elevato quindi non dovrebbe sorprendere nessuno il fatto che questo film sia una meraviglia per gli occhi. Il Giappone è una terra bellissima ed il regista non perde occasione per ricordarcelo; durante il viaggio di Suzume lo spettatore viene accolto da vari paesaggi: mare, collina, campagna, città, ognuno di essi colmo di profondità di campo, dettagli e vividissimi colori. Le animazioni sono ottime ed il regista si permette di giocare ogni qua e là con la camera come già fatto in “weathering with you” regalandoci un sapiente bilanciamento tra inquadrature classiche e quelle più fantasiose. Il film è disegnato in grandissima parte in tecnica tradizionale, ma non si nega la possibilità di far uso della computer grafica per animare “il Verme”, creando un contrasto visivo che ne sottolinea ulteriormente la sua unicità e pericolosità.

Per quanto riguarda il comparto sonoro una particolare attenzione è stata messa sulla chiarezza dei suoni, la loro direzione e l’utilizzo di infrasuoni (suoni non udibili dall’orecchio umano ma che hanno un effetto sulla psiche, generalmente utilizzati nei film horror) presenti nelle scene del verme per tenere lo spettatore ulteriormente sulle spine. La colonna sonora vede il ritorno per il terzo film di fila dei RADWIMPS, che insieme a Kazuma Jinnouchi hanno composto una serie di melodie meno rockeggianti e cariche delle precedenti, in modo da non togliere troppo l’attenzione dello spettatore dalle scene più concitate del film; ma che al contempo sanno essere maestose nei momenti seri, quanto giustamente ridicole per sottolineare i momenti comici, risultando un ottimo valore aggiunto. Niente da dire sul cast vocale della pellicola, una performance generale perfetta in ogni sua parte.

Suzume è una pellicola molto particolare, in cui il regista giapponese si cimenta nell’integrare i suoi elementi caratteristici (il già citato coming of Age, lo spazio, lo scorrere del tempo) al contesto di un film d’avventura con elementi da monster-movie e Road-trip. Il risultato è un film con un ritmo molto più sostenuto delle altre opere di Shinkai che però mantiene il suo potenziale drammatico e che nonostante una certa mancanza di chiarezza riesce a non sfigurare al fianco dei suoi illustri colleghi risultando in un must watch per i fan del maestro giapponese.


Suzume arriverà nelle sale cinematografiche a partire dal 27 aprile distribuito da Crunchyroll e Warner Bros. Entertainment Italia. Di seguito il trailer ufficiale del film:

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