Bong Joon-ho conquista il pubblico durante la Masterclass al Florence Korea Film Fest

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Un tutto esaurito al cinema La Compagnia di Firenze, dove si è tenuta la Masterclass con il regista Premio Oscar Bong Joon-ho. in occasione dell’edizione 2023 del Florence Korea Film Fest.

Bong Joon-ho è uno sceneggiatore e regista sudcoreano, la notorietà per lui arriva nel 2003 con il film Memories of murder, giallo basato su una storia vera, seguono poi Mother (2009) – presentato al festival nella versione b/n voluta dal regista – Snowpiercer (2013), Okja (2017) fino ad arrivare a Parasite (2019) con il quale ha vinto numerosi premi tra i quali la Palma d’oro al Festival di Cannes e il Premio Oscar come miglior film e miglior regia.

Ospite per la seconda volta alla kermesse fiorentina, il regista sud coreano ha richiamato una grande folla di appassionati di cinema desiderosi di ascoltarlo parlare del suo lavoro. Tra il pubblico anche giovani studenti di cinema partiti direttamente dalla Corea del Sud per incontrare il Maestro.

Dopo aver ricevuto diversi premi da parte delle istituzioni, Bong Joon-ho ha risposto alle domande dei presentatori e del pubblico in sala.

Hitchcock e Vittorio De Sica sono i registi che lo hanno ispirato sin dalla sua infanzia.

Psycho e Ladri di biciclette. Li ho visti entrambi da piccolo, all’età di 10 anni, e ho provato fin da subito una grande fascinazione. Il film di De Sica mi è rimasto molto impresso perché quando lo vidi mi era da poco stata regalata una bicicletta che desideravo molto che poi dopo un mese mi è stata rubata. Quindi ho empatizzato molto coi protagonisti, mi sono sentito molto coinvolto. All’epoca non sapevo nulla di neorealismo, ma mi sono legato molto al film per questo motivo personale. Psycho, invece è stato scioccante, mi colpì subito perché aveva un flusso della storia che non faceva capire dove andava a parare. Sono entrambi film in bianco e nero, che ho visto in televisore in bianco e nero, eppure io il sangue che colava in bagno lo ricordo rosso.

Il regista ha poi parlato della sua ammirazione per il cinema italiano contemporaneo, citando tra i registi che gli piacciono Alice Rohrwacher e Marco Bellocchio.

Gli viene chiesto della sua collaborazione con l’attore Song Kang-ho, essendo l’attore protagonista di ben quattro dei suoi lungometraggi.

Song Kang-ho non è solo un attore ma una fonte di ispirazione e coraggio per molti registi. Nel film Parasite ci sono tanti personaggi, in questo caso prima di finire la sceneggiatura avevo già scelto il cast quindi la scelta ha influenzato la scrittura, soprattuto l’aspetto e il modo di parlare dei personaggi. La scena del climax è stata possibile proprio grazie a Song Kang-ho, perché sapevo che sarebbe riuscito a convincere il pubblico in una scena che avrebbe potuto far nascere delle discussioni.”.

Essendo ospite del Festival anche l’attore Park Hae-il, al regista viene chiesto come è stato scelto per il ruolo in Memorie di un assassino, dato che all’epoca l’attore veniva da film romantici:

È un attore così bello, sembra un cerbiatto, ma anche l’aria di uno psicopatico che sa di sapone, credo che per un attore sia una benedizione possedere questa dualità, e credo che anche lui si diverta ad avere questa doppia immagine. Proprio per questa sua ambiguità il suo personaggio funzionava molto. Una volta mi chiamò, prima delle riprese, era ubriaco, e mi chiese se fosse lui o no l’assassino, perché saperlo lo avrebbe aiutato a migliorare la sua performance. Io gli ho risposto di recitare pensando di essere innocente in modo che il pubblico sospettasse il contrario”.

Viene poi chiesto a Bong Joon-ho del suo rapporto con le produzioni straniere e sull’influenza di queste nella scrittura di Parasite.

“Ho avuto la mia prima esperienza con Snowpiercer, ma devo dire che non ho trovato grandi differenze, i meccanismi di procedura sono i medesimi. Le differenze maggiori le ho riscontrate nei regolamenti. Con Parasite, dopo ben 9/10 anni sono tornato a lavorare con una produzione in lingua coreana. È stato come tornare a casa, e finalmente potevo controllare ed equilibrare tutto senza problemi di lingua o di cultura, fare tutto io direttamente senza traduttori.”.

“Riguardo alla canzone ‘In ginocchio da te’ di Gianni Morandi, nella colonna sonora di Parasite… ho pensato che visto che i coreani sono molto frettolosi si prova subito a mettere sopra la musica per capire che tipo di musica ci sta bene. Quando ho messo la musica di Gianni Morandi così romantica in una scena così violenta ho pensato: questa è perfetta! Mi piace raffigurare cose che stonano.”

“A proposito, in qualche modo sono riuscito ad avere il dvd italiano di Parasite e ho potuto vedere il film doppiato in italiano, l’ho trovato molto simile, avete tanti doppiatori molto bravi.”

Parlando dell’evoluzione creativa delle sue opere, il regista ha raccontato: “Da piccolo mi piaceva disegnare i cartoni, una passione che ho tuttora e porto nel mio lavoro. Infatti, sono solito disegnare io stesso gli storyboard. Mi rende più sicuro disegnare tutto il film prima di iniziare a girare. Durante le riprese cerco di essere fedele allo storyboard ma allo stesso tempo mi piace dare libertà agli attori.”.

Infine, riguardo al suo ultimo progetto Mickey 17, in uscita nel 2024, il regista ha affermato: “L’anno scorso siamo stati in una piccola periferia di Londra per le riprese del film. Avendo già avuto l’esperienza di Snowpiercer, non è stato difficile riabituarmi a una produzione straniera. Anche stavolta ho realizzato gli storyboard e riconoscerete sicuramente la mia impronta nella creazione di personaggi buffi e strambi”.

Mickey 17 è un thriller sci-fi basato sul romanzo di Edward Ashton. Nel cast troviamo Robert Pattinson, Steven Yeun, Toni Collette e Mark Ruffalo.

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