Arriva domani, 26 agosto 2020, in 600 sale cinematografiche sparse in tutta Italia, l’attesissimo undicesimo lungometraggio del regista britannico Christopher Nolan, TENET. Prima di essere un immenso blockbuster estivo, TENET è anche il film che tenta di riportare il pubblico in sala dopo i sei mesi di stop sulle nuove uscite cinematografiche a causa dell’emergenza sanitaria e i fan del regista non sfuggiranno alla visione in sala del film, chissà magari anche a due. Grazie a Warner Bros. abbiamo avuto l’occasione di vederlo in anteprima e questa è le nostre recensione.
Purtroppo non è facile parlare di film come TENET, dove lo spoiler è in agguato, quindi ci limiteremo a dire che il Protagonista (John David Washington) senza nome, armato di una sola parola –TENET– si troverà in lotta per la sua sopravvivenza e quella di tutto il mondo. Il Protagonista sarà coinvolto in una missione insieme a Neil (Robert Pattinson) attraverso il mondo “crepuscolare” dello spionaggio internazionale che si svolgerà al di là del tempo reale, in un susseguirsi di vicende “a ritroso”, per salvare il mondo dalla minaccia di Andrei Sator (Kenneth Branagh).
Se con Interstellar, Nolan aveva dato una sua visione dello spazio e con Dunkirk e Inception una sua lettura del tempo, con TENET torna ancora una volta a “leggere” ed interpretare il Tempo a modo suo. Conosciuto da pubblico e critica come un regista complesso, ingegnoso e macchinoso, i fan di Nolan sono abituati alla sua continua sperimentazione in ambito cinematografico, sperimentazione che torna come una palla di cannone anche nel suo ultimo progetto. Già dalle prime informazioni rivelate su TENET, ancora prima dell’uscita del primo trailer, il film sembrava rispecchiare in pieno le caratteristiche che hanno fatto di Nolan il cineasta che è, un film complicato, difficile da decifrare ma che avrebbe di certo lasciato un’impronta nel cuore e negli occhi di chi lo avrebbe visto. Ma è davvero così? Partiamo col dire che TENET, al contrario di quanto si potesse immaginare è forse uno dei film meno complicati di Nolan, ma forse nella rosa dei più complessi. Quasi tutte le pellicole di un certo livello (come anche le serie tv, per esempio DARK) che trattano di viaggi nel tempo, risultano complesse, ma dopo un’attenta visione sembrano quasi srotolarsi, spiegarsi da sole, prendendo un’unica direzione, quella più sensata, quella più giusta. Questo accade a TENET, un film che utilizzando il viaggio nel tempo, e più in particolare il paradosso temporale, va a costruire uno spy movie, un film d’azione unico e sperimentale, che potrebbe essere il punto di partenza di un nuovo modo di concepire il cinema action.
TENET già dal titolo è un gioco che richiama alla bidimensionalità, la parola è infatti un palindromo che appartiene essa stessa ad un palindromo ancora più grande chiamato il Quadrato di Sator, un “quadrato” di parole latine considerato magico composto da: Sator, Arepo, Tenet, Opera, Rotas, che si possono leggere da sinistra a destra e viceversa o dall’alto in basso e viceversa senza cambiare mai. Tenet è una delle cinque parole che forma il quadrato, le altre sono tutte presenti nel film (Sator per esempio è il cognome dell’antagonista interpretato a Kenneth Branagh) con uno scopo ben preciso, parole chiavi che vanno a costruire quella che è la pellicola nella sua complessità, pellicola dove i personaggi sono vittima degli eventi, in uno sfondo fatto di location mozzafiato, dalla Costiera Amalfitana a Tallin, da Londra a Mumbai, dove il Tempo è li pronto a tenere le redini della situazione. Probabilmente chi si aspetta un film con cui empatizzare con i personaggi, come con Inception o Interstellar, potrebbe restare deluso. Tutti i personaggi a partire da Il Protagonista sono semplici pedine in balia di qualcosa di più grande che pur credendo di controllare, non riusciranno a tenere completamente sotto controllo.
TENET è quasi una summa del lavoro di Chrstopher Nolan, un film scrigno dai molteplici generi in cui si racchiudono più storie, dalla fantascienza all’action, dallo spy movie al buddy movie, fino ad arrivare ad un film di guerra in piena regola, il tutto magistralmente montato in maniera del tutto impeccabile da Jennifer Lame. Il montaggio, il montaggio sonoro, la colonna sonora e la regia sono senza dubbio le colonne portanti dell’intero film, che forse pecca solo un po’ di originalità in alcuni punti della trama. Pur essendo innovativo sotto l’aspetto della narrazione e della messa in scena che non staremo qui a descrivervi, evitando spoiler, un occhio abituato ad una narrazione particolarmente complessa o amante dei viaggi nel tempo, potrebbe trovare la pellicola a tratti prevedibile. Non mancano purtroppo anche momenti in cui lo “spiegone” è dietro l’angolo. La materia che il film presenta è complessa e Neil (Robert Pattinson) la spalla del Protagonista, incarna proprio la figura del “regista” colui che sa, che spiega che cerca di far comprendere ai personaggi, e automaticamente allo spettatore, come comprendere le cose; ma chiunque fosse abituato al cinema di Nolan sa quanto il regista ami questi momenti.
Il comparto tecnico è la vera punta di diamante, a partire dalla regia pulita e incisiva di Nolan, coadiuvata da un montaggio serrato, chiaro e assolutamente non confusionario che rende il prodotto scorrevole anche nelle sue parti più complesse o “lente”; tutto il film è un vero e proprio spettacolo per gli occhi (e per le orecchie). La colonna sonora, non più affidata al partner di lunga data Hans Zimmer, ma allo svedese Ludwig Emil Tomas Göransson (Premio Oscar 2019 per Black Panther) è composta da musiche che vanno dallo strumentale, alle sinfoniche fino alla musica elettronica e al rap (nella pellicola troviamo anche “The Plan”, il nuovo pezzo di Travis Scott) che perfettamente si appoggiano alle scene, dando un ritmo e un tono completamente personale ed unico ad ogni inquadratura. Il montaggio sonoro inoltre riesce a combinare perfettamente colonna sonora e suoni d’ambienta in un sapiente mix che non lascerà indifferenti. Piccolo consiglio: fate molta attenzione alla fotografia di Hoyte van Hoytema, potrebbe tornarvi utile dove il film si fa più complicato.
Come ogni film di Christopher Nolan, anche TENET è un tripudio di stelle. Seppur, come abbiamo già detto, i personaggi non sono la parte più importante del film, questo aspetto rende ancor di più memorabili le interpretazioni del cast, in quanto sono sia vittime e pedine del Tempo che del film stesso. John David Washington, che aveva dimostrato già di aver talento in BlacKkKlansMan di Spike Lee, torna in questo caso in veste di protagonista, che si ritrova catapultato in una realtà che non gli appartiene, più grande di lui che dovrà scoprire grazie all’aiuto del suo “buddy” Neil, interpretato da un camaleontico Robert Pattinson che qui sembra assomigliare in maniera impeccabile al regista Nolan. Nota di merito spetta però al villain della situazione, Andrei Sator interpretato da Kenneth Branagh, mostro prima da palcoscenico come attore shakespeariano poi davanti e dietro la macchina da presa. Il suo ruolo di cattivo calza perfettamente a pennello (anche se lui stesso non aveva compreso bene il ruolo che stava interpretando durante le riprese del film). Se pure i film di Nolan sono conosciuti per non avere una controparte femminile particolarmente interessante, Elizabeth Debicki (che presto vedremo in The Crown di Netflix) riesce a conferire al suo personaggio, Kat Sator, un’eleganza e una classe degna di nota, nel ruolo di una moglie e madre in bilico tra l’amore per suo figlio e la salvezza del mondo. Nel cast compaiono anche Aaron Taylor-Johnson e un cameo di Michael Caine.
TENET, come viene ripetuto più volte nel film è qualcosa che va “sentito e non capito”. Pur risultando particolarmente complesso, è forse il film meno complicato della filmografia di Nolan, dove i personaggi sono quasi ridotti all’osso per uno scopo: lasciare che sia l’azione ad essere protagonista, insieme a qualcosa di più grande, di più astratto. Come ogni film del cineasta britannico, anche TENET brilla per messa in scena e comparto tecnico. Colonna sonora e montaggio sonoro, insieme a montaggio, regia ed effetti speciali sono la punta di diamante del film che rientrerà sicuramente tra i più divisivi nel giudizio finale da parte di pubblico e critica. È un film da assaporare, anche più di una volta, per comprenderne tutte le mille facce di cui si compone, come un gioco, un rompicapo, TENET non può che essere il film perfetto per ritornare al cinema dopo sei mesi di chiusura forzata imposta dall’emergenza sanitaria globale.
TENET di Christopher Nolan sarà nei cinema di tutta Italia, anche in versione IMAX a partire dal 26 agosto 2020. Di seguito potete vedere il trailer italiano del film: