Nella seconda puntata della terza stagione di Westworld, andata in onda nella notte su Sky Atlantic, il focus della vicenda si sosta da Dolores a Bernard e Maeve, mentre la guerra sembra già persa.

Maeve (Thandie Newton) si risveglia a Warlord, uno dei parchi che ripercorre la seconda guerra mondiale e la lotta partigiana in Italia, riunita con Ettore/Hector (Rodrigo Santoro) e Lee Sizemore (Simon Quaterman), l’ex madame di Westworld, ora spia della resistenza, cerca di trovare il modo di scappare da quello che sembra un’altro infinito incubo a cui non vuole partecipare mentre forze la manovrano. Nel frattempo Bernard (Jeffrey Wright) è tornato al parco e riunito con Stubbs (Luke Hemsworth), inizia la ricerca di Maeve l’unica persona che può fermare la rivoluzione di Dolores (Evan Rachel Wood).

Questa seconda puntata arriva inaspettata, sopratutto dopo il finale della prima, che vedeva un grande cliffhanger insieme all’introduzione del personaggio di Aaron Paul, Caleb. Si torna dunque al parco, al vecchio gioco degli umani che tentano di controllare le macchine e confinarle ad un’infinito ed infernale loop. Maeve, assoluta protagonista di questa seconda puntata non delude con la sua presenza scenica, l’ex madame di Westworld, infatti, dopo le tribolazioni delle ultime due stagioni è diventata un personaggio che ha saputo conquistarsi le simpatie dei fan ed è riuscita proprio a diventare l’anti Dolores in tutto e per tutto. Si gioca nuovamente con la realtà e la percezione dello spettatore e dell’host in questa puntata, egregiamente diretta e con attori che ormai hanno tutta una loro chimica, che davvero tiene su la puntata; basti pensare ai siparietti tra Maeve e Lee, oppure ancora al rapporto tra lei e Hector, questa puntata è piena di nostalgia e ricordi di una serie che ci siamo ormai lasciati alle spalle, sopratutto ora che c’è in gioco molto di più che il solo parco. Bernard continua la sua ricerca portandoci nuovamente a scoprire un’altro segreto riguardo alla gestione del parco, che risponde a tantissime domande che riguardavano un certo personaggio sin dalla prima stagione che in fretta è diventato un favorito degli spettatori, Ashley Stubbs.

La puntata seppur interessante e piena di volti che ben conosciamo, da una parte riesce a farci rimpiangere quel vecchio mondo che abbiamo conosciuto e dall’altra lo porta definitivamente alla chiusura, insieme al personaggio di Maeve diciamo addio a quei comportamenti e a quelle storie e a quei personaggi che ormai non hanno più un ruolo nella guerra che sta arrivando, anzi, che è già qui e proseguiamo verso il mondo reale dove l’umanità sta per affrontare una minaccia che non sa nemmeno essere arrivata. Evidentemente era una puntata necessaria in un certo senso, ma che grazie comunque ad un team dietro solido riesce a tenere incollato lo spettatore per tutti i 55 minuti, cosa che non sempre riesce bene a tutti. Ora però Westworld deve nuovamente guardare al reale e alla guerra, oppure si rischia di cadere nuovamente in quei sistemi che hanno reso non particolarmente appetibile per tutti la seconda, comunque solida, stagione della serie.

Lascia un commento