Review – Westworld, Il mondo dei Robot – 1973

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Westworld – Il mondo dei Robot

Da poche ore è finita una delle serie TV più sorprendenti dell’anno, “Westoworld”. Sceneggiata da Jonathan Nolan, questa produzione per il piccolo schermo si rifà e prende ispirazione da un film uscito ormai 43 anni fa. Scritto e diretto da Michael Crichton, “Westworld” è un film fantascientifico del 1973, conosciuto in Italia con il titolo “Il mondo dei Robot”.

mondo dei robot Yul Brynner

Westerlandia, Medioevonia e Romamunda, tre mondi del passato che rivivono grazie ad ambientazioni ricostruite e automi più veri del vero, capaci di parlare, muoversi, fare sesso e sanguinare come gli esseri umani, ma seguendo programmi prestabiliti che vengono di volta in volta impostati a seconda delle esigenze del turista. Questa è Delos, il parco divertimenti del 2000 (anno in cui è ambientato il film), un luogo da sogno che si trasforma ben presto in un incubo per i malcapitati turisti Peter Martin (Richard Benjamin) e John Blane (James Brolin), i quali, abbandonata giacca e cravatta per cinturone e stivali, si gettano in pieno selvaggio west ad affrontare il temibile cavaliere nero (un magnetico e mai così inquietante Yul Brynner). Peccato che un guasto alla sala controllo ed uno strano virus dei robot getti il mega parco nel panico assoluto; sarà un massacro per tutti e tre i mondi con gli automi che si ribellano ai programmi e uccidono tutti i turisti

mondo dei robot

Ai nostri giorni, “Il mondo dei Robot” potrà sembrare ingenuo e anacronistico rispetto alle successive Evoluzioni Cinematografiche sul tema, ma per l’epoca fu davvero un film originale e innovativo. In un certo senso ha ispirato le Nuove Frontiere della Letteratura Fantascientifica e parecchi film di successo degli anni Ottanta e Novanta: “Blade Runner” a parte, indubbiamente la saga di “Terminator”, “I, robot” e pure “A.I. Intelligenza Artificiale”.

Crichton dirige il suo primo film in modo sorprendente, nonostante non possegga un grande talento lo sviluppo mondo dei robotdella trama è estremamente ben strutturato, offrendoci una visuale abbastanza completa degli svaghi offerti da Delos nei primi 60 minuti e alimentando gradualmente la tensione del film nell’ultima mezz’ora. Siamo comunque di fronte ad un prodotto che per l’epoca presentava grandi idee e soprattutto un’inconsueta commistione di generi, iconica del cinema di serie B, al quale Crichton si è sicuramente ispirato nella realizzazione cinematografica.

 

Innovazione cinematografica, tematiche avanguardistiche e un Yul Brynner completamente calato nella parte in quella che è probabilmente una delle sua performance migliori, consegnano a questa pellicola il titolo indiscusso di Cult del cinema, lanciando definitivamente Crichton come uno dei più talentuosi scrittori fantascientifici della sua generazione (non dimentichiamoci che Jurassic Park è tratto da un suo libro). Sicuramente Il mondo dei Robot merita una visione attenta, perché le tematiche trattate sono una forte critica alla società e allo sviluppo tecnologico che si aveva negli anni 70; proprio per questo motivo però non bisogna mai dimenticare che il film è uscito 43 anni fa, quindi va contestualizzato nella sua epoca per comprendere quella che a noi sembra ormai realtà e non più fantascienza.

Tre piccole curiosità su questo film: Il mondo dei robot viene sovente accreditato come il primo film realizzato anche con l’ausilio della grafica computerizzata per i suoi effetti speciali. Si ritiene inoltre che proprio in questo film sia stata usata per la prima volta la definizione di virus in relazione al malfunzionamento della rete di computer. Yul Brynner indossa esattamente gli stessi abiti che indossava ne “I magnifici 7”.

 

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