Il Campione – Il film di Leonardo D’Agostini prodotto da Matteo Rovere e Sydney Sibilia | Recensione

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Il Campione

In soli quattro mesi Matteo Rovere è stato protagonista di ben tre lavori cinematografici, uno da regista (Il Primo Re) e due da produttore (Croce e Delizia e questo Il Campione) . Nuovamente, insieme alla casa di produzione Groenlandia , Rovere mette in campo un giovane regista , qui al suo primo lungometraggio, che affronta una prova davvero molto interessante, e che raramente si vede nel cinema italiano. Si tratta in questo caso di una commedia a tratti drammatica , che affronta il tema del calcio, ma lo costruisce come un film di formazione alla “Will Hunting“. Giulia Steingerwalt, autrice sia di Croce e Delizia che di Moglie e Marito, scrive, con dialoghi molto credibili , freschi e divertenti, una storia che nel panorama italiano raramente si vede affrontare.

Giovanissimo, pieno di talento, indisciplinato, ricchissimo e viziato. Christian Ferro, una rockstar del calcio tutta genio e sregolatezza, il nuovo idolo che ha addosso gli occhi dei tifosi di mezzo mondo. Valerio, solitario e schivo, con problemi economici da gestire e un’ombra del passato che incombe sul presente, è il professore che viene assegnato al giovane goleador quando – dopo l’ennesima bravata – il presidente del club decide che è arrivato il momento di impartirgli un po’ di disciplina, attraverso una tappa fondamentale per un ragazzo della sua età, l’esame di maturità. I due, che non potrebbero essere più diversi l’uno dall’altro, si troveranno legati a doppio filo, generando un legame che farà crescere e cambiare entrambi.

Stefano Accorsi, già collaboratore di questo team con Veloce come il vento, viene introdotto in un mondo diverso dai suoi standard recitativi , interpretando una persona non bella fisicamente con un risultato decisamente all’altezza.  Ma la vera sorpresa, anche se non lo è ormai più da qualche anno, è Andrea Carpenzano , che dopo aver dimostrato di essere molto bravo sia in Tutto quello che vuoi e ne La Terra dell’abbastanza, riesce a creare un personaggio tormentato da dubbi, incertezze e che, grazie alla parlata romana e all’espressione quasi impassibile che mostra anche in questo ruolo, riesce nuovamente a centrare il personaggio.

Una considerazione: sarebbe bello, dopo tre film ed una serie, vederlo in un ruolo diverso dal ragazzo di vent’anni “romanaccio”, magari un progetto che metta davvero alla prova le sue capacità. Molte sono le scene che creano divertimento e fanno prendere a cuore i protagonisti , tra cui Accorsi in Lamborghini, la cena al ristorante di classe e gli approcci che Andrea prova a fare alla co-protagonista , interpretata bene da Ludovica Martino. Il grande dubbio era legato alle partite di calcio ed alla loro realizzazione: l’esperimento era interessante proprio per questo, visto che di film sul calcio non se ne vedono moltissimi, rendendo difficile realizzare un film come questo in Italia.

Il regista, purtroppo, forse anche perché alla sua prima prova da regista, non riesce bene a mostrare queste partite, realizzando tutti primi piani sul pallone o sul protagonista, non concentrandosi sull’azione, rendendo il tutto poco spettacolare da vedere. In ogni caso, si tratta di un buon esperimento, che diverte, fa riflettere e, anche se alcuni momenti sanno fin troppo di già visto, si può assolutamente definire una buona opera prima, che speriamo abbia successo e possa aprire le porta a nuovi film italiani in cui lo sport è il fulcro di tutto.