Vincitore del Golden Globe e candidato forte alla corsa degli Oscar 2020, 1917 è la nuova pellicola di Sam Mendes. Circa 20 anni fa, Sam si fece conoscere in tutto il mondo con quello che ancora adesso, al netto di tutti i lavori successivi svolti, resta il suo indiscusso capolavoro, American Beauty. Da allora la strada è stata tanta e varia, Sam ha diretto film diversi tra loro senza mai rifugiarsi troppo in un genere specifico non riuscendo, però, a dare sempre il meglio di se, altalenandosi tra lavori mediocri e ottime pellicole come Skyfall, American Beauty, Era Mio Padre e proprio 1917.

Nel 1917, all’apice della prima guerra mondiale, due giovani soldati britannici stanziati nel nord della Francia vengono incaricati di consegnare un dispaccio che avverte di un imminente attacco a sorpresa dell’esercito tedesco ritiratosi oltre la Linea Hindenburg. Per salvare le vite di oltre 1600 commilitoni, tra cui il fratello di uno di loro, i due cominciano una solitaria corsa contro il tempo attraverso il fronte occidentale, addentrandosi in territorio nemico.

Fango, lunghe trincee, ordini, doveri e dolore; la sensazione di essere un bersaglio in movimento, la fame che prende il sopravvento e la propria vita che dipende dalla vita (o fin troppo spesso dalla morte) di un altro uomo: tramite queste immagini il regista cerca di descrivere le condizioni di disumana sofferenza di giovani ragazzi catapultati nelle lunghe e mortali trincee della Grande Guerra. Il tentativo, in gran parte riuscito, è quello di immergere lo spettatore in questi eventi, di farglieli vivere in prima persona, di trasmettere le emozioni più vere possibili di uno dei periodi più drammatici della storia contemporanea. Mendes decide di fare un film in lungo piano sequenza, si avvale di uno dei migliori direttori della fotografia Roger Deakins (14 nomination agli oscar e vinto per Blade Runner 2049), del suo compositore di fiducia Thomas Newman, dello scenografo Dennis Gassner, di un cast stellare guidato da due giovani attori straordinari e decide di scrivere il film insieme a Kristy Wilson-Cairsn. Il comparto tecnico è straordinario, visivamente emozionante e suggestivo. Il lavoro congiunto di Deakins e Gassner regala dei momenti di, meraviglioso, cinema di movimento. Giochi di luci suggestivi, emozionanti sequenze d’azione e straordinari passaggi all’interno delle claustrofobiche trincee che caratterizzarono la prima guerra mondiale. La scenografia è maestosa e magistralmente gestita, nessun ambiente è stato usato due volte, il movimento degli attori è stato seguito e riprodotto perfettamente dal lavoro di Gassner. A valorizzarlo c’è lo stupefacente lavoro del direttore della fotografia che, tramite studi accurati della luce e delle ombre, estrapola il massimo dalla scenografia regalando allo spettatore momenti di gioia per gli occhi e di emozioni pure. Memorabile la sequenza notturna all’interno della città di Ecoust, dove le luci scandiscono una delle migliori scene d’azione della pellicola. Le musiche di Newman sono un valore aggiunto alla pellicola, l’alternanza di archi e piano con i tamburi di guerra creano un connubio coinvolgente con le immagini e le scenografie.

1917 non è però un film esente da difetti, ne un film che si va a stagliare tra le grandi pellicole di tutti i tempi. Nonostante il lavoro del reparto tecnico sia eccezionale, la parte più scricchiolante arriva da quella che dovrebbe essere la vera valorizzazione della pellicola, la sceneggiatura. Il lavoro della coppia Mendes e Wilson-Cairsn è buono, sicuramente ricercato e studiato ma non eccezionale. La storia è a tratti troppo semplicistica e con alcune forzature inserite per mostrare più situazioni possibili, che distraggono troppo lo spettatore dall’emotività dei protagonisti. Lo scopo di focalizzarsi su due attori è mitigato da alcuni momenti dove gli eventi prendono il sopravvento e lasciano poco spazio a quelle emozioni o reazioni di cui si vorrebbe parlare, la disumanità della guerra che viene percepita e raccontata dai singoli svanisce per lasciare spazio agli eventi catartici della storia, tranciando di netto il pathos e l’immedesimazione dello spettatore che viene trascinato a forza nell’adrenalina dell’azione. Il film risplende quando gli uomini ne sono i narratori emotivi e diventa algido quando gli eventi avvengono senza emozioni. Un’alternanza che non permette alla pellicola di volare sempre in alto come a tratti fa.

La regia di Mendes è ottima e la scelta, del sempre meraviglioso, piano sequenza è indiscutibilmente azzeccata. Anche se tra i suoi fratelli di tecnica non spicca (Arca Russa, Birdman, Nodo alla Gola, Il Figlio di Saul e Utøya: 22 luglio), il risultato riesce ad emozionare e trasmette a tratti tutto quello che ci si può aspettare da un film sulla Grande Guerra, e anche se perde in alcuni punti abbassando un pò tutta la qualità della pellicola 1917 è uno dei film migliori dell’anno, non un capolavoro ma un pellicola encomiabile. Una pellicola da non perdere e da vedere nelle sale, l’ultimo film di Sam Mendes è un ritratto della Grande Guerra, un ottimo tentativo di portare agli occhi dello spettatore la disumanità della prima guerra mondiale.


1917 diretto da Sam Mendes, pellicola vincitrice di 2 Golden Globe tra cui quello per il Miglior Film Drammatico, arriverà nelle sale cinematografiche italiane a partire da Giovedì 23 Gennaio 2020. Di seguito il trailer italiano del film:

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