Si è conclusa anche questa stagione di American Gods che, nonostante tutti i problemi in fase di produzione, è riuscita ad essere, se non all’altezza della prima stagione, similmente incredibile e per nulla noiosa.
Shadow (Ricky Whittle) è ancora scosso dalla morte di Mad Sweeney (Pablo Schreiber), nel mentre Laura Moon (Emily Browning) fa ritorno a casa di Ibis e Mr Jacquel per parlare con il marito dell’avvenimento. Con la minaccia di Mr World (Crispin Glover) che si avvicina, Mr Wednesday (Ian McShane) lascia Cairo nella notte, senza che la sua guardia del corpo lo sappia.
La puntata con cui si conclude questa seconda stagione di American Gods è parecchio strana, non per gli standard della serie, quanto più per la natura stessa del season finale, che di solito dovrebbe portare con sé grandi avvenimenti, essendo il climax della stagione; in parte il season finale consegna proprio questo, con una sorta di assedio da parte delle forze “inconsapevoli” dei nuovi dei, ma dal’altra si comporta come una qualsiasi puntata della serie concentrandosi nuovamente su Shadow e facendo il recap di tutti gli indizi sull’effettivo ruolo dell’uomo nella guerra di Wednesday.
La puntata inoltre è zeppa di confronti dolorosi, sia per come vengono messi in scena sia per chi vede coinvolto, primo fra tutti quello tra Laura ed il defunto Mad Sweeney: il confronto però è muto, non c’è modo di parlare tra un morto ed una non morta, ma c’è molto di non detto che rimane palpabile nell’aria come un rimorso e che sarà la forza portante della puntata, che in secondo luogo esplora proprio le conseguenze sia per il leprecauno che per il suo assassino, oltre che per tutti gli altri.
Il confronto decisamente più amaro è quello tra Shadow e Laura, in cui finalmente vengono messe in chiaro le cose ed il ruolo della non più morta ex moglie dell’uomo nella sua vita ora che è un “Uomo di Wednesday”: non serviranno a nulla le verità svelate da Laura a Shadow sul rapporto che lega il marito al vecchio Odino, solo il confronto finale con le paure interiori di Shadow tramite Yggdrasil potranno portare l’uomo molto più vicino al percorso che doveva intraprendere, ancora scosso ed insicuro sul proprio percorso, ora che è senza guida e senza consapevolezza di chi potersi fidare.
American Gods conclude la sua stagione con una nozione chiara nella mente di Shadow e di cui lo spettatore era ben consapevole da un bel po’, in un certo senso mettendo il personaggio sul percorso che era destinato a percorrere da quando è venuto al mondo. Il season finale non lesina però sulla spettacolarità, mostrando allo spettatore la nascita di un nuovo dio e il suo inserirsi con feroce prepotenza nel panorama americano, con ovviamente tutto quello che comporta per i nostri protagonisti e per il piano di Odino. Ora non ci resta che attendere la terza stagione che si preannuncia decisamente esplosiva ora che tutte le forze stanno scoprendo nuovi trucchi e la battaglia finale è imminente.