Biglietto da visita #11 – The Deuce – La Via del Porno

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David Simon torna in televisione con un nuovo period drama che vede protagonisti attori del calibro di James Franco e Maggie Gyllenhaal.

La trama è la seguente: Siamo negli anni settanta a New York, la città sta assistendo a continue ondate di violenza mentre la diffusione delle droghe continua ad essere il maggiore problema sulle strade e nelle case. I protagonisti della serie sono appunto i due fratelli gemelli, Vincent e Frankie Martino(interpretati da James Franco), che si ritrovano a lavorare per la mafia italo-americana nell’area di Times Square a causa di un debito, stessa zona bazzicata da una prostituta esperta che si fa chiamare Candy(Maggie Gyllenhaal), sarà proprio questa esperta del sesso che porterà i fratelli Martino nell’industria del porno.

Come al solito, l’autore, già conosciuto per serie tv importanti e ben volute da critica e pubblico come The Wire e Treme, ci porta in un piccolo angolo di mondo depravato dove la droga, il sesso a pagamento e il crimine fanno da padroni, con la scusa di raccontare la nascita dell’industria pornografica. 

Il primo episodio è ottimamente scritto e non fa sentire assolutamente la durata(dura ben 1 ora e 20), la scrittura di Simon e George Pelecanos è tagliente, ogni personaggio viene subito squadrato e inserito nel motore della vicenda senza colpo ferire. La regia messa in gioco da Michelle MacLaren è clinica, prende le distanze dagli ambienti e dai personaggi illustra solo con molta dovizia di attenzione ai particolari e alle movenze degli attori la storia, che così risulta molto più vera e cinica probabilmente di quello che uno poteva aspettarsi; Proprio come i precedenti lavori di Simon quindi pare evidente come la serie non abbia la pretesa di prendere parti o raccontare solo la “via del porno”, come è stata sopranominata qua in Italia, ma più che altro vuole raccontare una cultura, una situazione che si espande e va via via aggravandosi con il passare delle decadi, un pò appunto come è usanza dello scrittore.

Per quello che riguarda le musiche, sono tutte ottimamente realizzate e il continuo irrompere di brani musicali esterni come colonna sonora seppur sia una scelta ormai inflazionata funzionano.

L’opening, che spesso viene trascurata da tutti qui è un ulteriore punto a favore della serie, perché quando io guardo una serie già dai titoli di testa voglio sapere cosa aspettarmi e quella di The Deuce fa proprio questo.

Ma non solo la parte tecnica è da lodare anche la prova attoriale è di grande qualità, ma d’altronde con interpreti del calibro di James Franco, Maggie Gyllenhaal e Don Harvey non poteva essere altrimenti, abbiamo anche Method Man come interprete del pappone Rodney, che fa un buon lavoro reinventandosi come attore completo dopo il cameo in Marvel’s Luke Cage nel ruolo di sè stesso. 

Se siete tra gli “orfani” di The Wire, se state cercando una serie cattiva, che non guarda in faccia nessuno con una regia clinica ma sopratutto con degli interpreti d’eccezione The Deuce fa per voi, sopratutto se non avete un senso del pudore, perché sarete abbastanza messi alla prova.