La saga di Transformers ci aveva quasi fatto dimenticare lo spirito della serie animata che ha cresciuto più di una generazione, trasformando i robot di casa Hasbro in giganti alti trenta metri dediti alla distruzione più totale, grazie alla tracotanza di Michael Bay. Gli ultimi capitoli, in particolare, si erano dimostrati privi di idee e questa serie cinematografica ormai stava arrancando senza pietà. Personalmente mi sono sempre chiesto come sarebbe stato un film con protagonisti i Transformers diretto da un altro regista e, finalmente, la mia curiosità è stata accontentata quando i produttori hanno pensato di dedicare un’intera pellicola al personaggio di Bumblebee. Il risultato è decisamente notevole: Bumblebee è il film che i fan del brand avrebbero sempre voluto.
Non solo l’azione è presente in maniera massiccia, pur contenuta, senza inutili esagerazioni, ma stavolta abbiamo i Transformers come milioni di appassionati li avrebbero sembre voluti vedere rappresentati: robot enormi, certo, ma non giganteschi, dal design quasi cartoonesco e impegnati in una guerra che qui è rappresentata in maniera decisamente più approfondita. Il problema dei film di Bay era il campanilismo, l’eccesso, l’esasperazione dell’azione e l’incapacità di approfondire effettivamente qulunque personaggio.
La differenza più grande, in questo caso, l’ha fatta Travis Knight, autore che anni fa ci ha regalato un film d’animazione in stop motion straordinario come Kubo e la Spada Magica. Knight ha utilizzato un approccio diverso, basandosi sul rapporto tra i personaggi, senza però dimenticarsi delle scene action, dirette in maniera suggestiva e comprensibile. La regia elegante, che non ci si aspetterebbe da un blockbuster di questo tipo, soprattutto dopo dieci anni di film frenetici e mal diretti, immerge lo spettatore in una storia toccante e delicata, che ricorda cult d’infanzia come Corto Circuito, E.T. e Il Gigante di Ferro, dove la crescita personale dei protagonisti è al centro di ogni cosa. I personaggi umani nella saga di Transformers hanno sempre avuto una certa importanza, ma l’approfondimento che li caratterizzava era relativo. Per questo motivo la protagonista, Charlie Watson, interpretata da un’ottima Hailee Steinfeld, funziona alla perfezione: il suo personaggio è tormentato, in cerca di una propria identità e il suo incontro con Bumblebee è funzionale ad una profonda crescita personale.
Come volevasi dimostrare, oltre alla regia, a fare la differenza è anche una scrittura più consapevole, che vira verso una storia di formazione che coinvolge sia Charlie che Bumblebee, il quale viene approfondito in maniera scanzonata, ma anche profonda, facendo emergere il dualismo di un personaggio ormai diventato iconico, pregno di ingenuità e dolcezza, ma anche di spirito guerriero e coraggio. Non manca poi il classico militare che cerca di far luce sulla presenza di creature aliene potenzialmente ostili, interpretato per l’occasione da un John Cena in forma smagliante, che riesce a divertire ma anche a mantenere la propria reputazione di badass. Anche sul fronte villain le cose sono nettamente migliorate: nessuna traccia di Megatron, fortunatamente (anche se probabilmente verrà introdotto in un prossimo film), ma ‘inserimento di due Decepticon particolarmente spietati riesce a costituire una minaccia importante, ma non troppo ingombrante. Da notare come la violenza dei Decepticon nei confronti degli esseri umani sia qui esplicitata come non era mai accaduto in nessun film precedente della saga In sostanza, Bumblebee è un film con una trama semplice e lineare, ma che punta tutto sull’attenzione ai personaggi. Come si pone però questa pellicola nell’universo cinematografico di Transformers? Sembrerebbe un prequel, ma ci sono alcune sostanziali contraddizioni che difficilmente potrebbero inserirlo nella continuity, come il fatto che qui arrivi sulla Terra nel 1985, quando nel quito capitolo era tra gli umani già durante la seconda guerra mondiale. Sembrerebbe uno spin off, ma ha anche la pretesa di far parte di un universo più ampio e composito. Quindi è chiaro cos’abbiano cercato di fare: hanno creato un film dedicato a uno dei personaggi più amati del franchise, cambiandone il design, nella speranza che, se avesse funzionato, avrebbero potuto procedere ad un esplicito reboot della serie. E va benissimo così, ora che finalmente hanno restituito dignità ai Transformers.
Naturalmente non è un film privo di difetti: forse avrebbe giovato una trama leggermente più intricata, anche se la cosa non da fastidio, e alcuni personaggi secondari sono poco approfonditi e non particolarmente utili. Inoltre, ma questo riguarda la versione italiana del film, no è stata una grande mossa affidare il doppiaggio di Bumblebee a Ivan Zaytsev, campione di pallavolo, ma fortunatamente il personaggio pronuncia pochissime frasi per ovvi motivi. Insomma con questo Bumblebee, finalmente, i fan di Transformers hanno il film che si meritano e Michael Bay ha capito che doveva farsi da parte e rimanere come produttore, regalando nuova linfa al franchise. Come volevasi dimostrare.