Generation Zero Volume 2: Heroscape | Recensione

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Generation Zero

Tornano gli Psioti di Generazione Zero in Generation Zero Volume 2: Heroscape di Fred Van Lente e Diego Bernard.27

Nel primo volume abbiamo fatto la conoscenza di Keisha Forman, una ragazza che si è trovata nell’impossibile situazione di essere l’unica a vedere oltre il velo di bugie e ed estrema sicurezza di Rook City e che per rispondere ha convocato presso la città gli “ZERO”, psioti scappati dal progetto Spirito Nascente di Toyo Harada ed ora impegnati nella lotta per proteggere i dimenticati e gli esclusi. Cronus, Cloud, Animalia, Gamete e i gemelli Zygos sono ancora sotto shock dopo il sacrificio di Telic nel precedente volume tentando di sollevare il velo di bugie promulgato dalla misteriosa torre eretta da i Cornermen e dal misterioso “Rasa” per conto di Jason Poole, al limite del bosco. Il gruppo con la neo recluta, Keisha Forman inizia quindi un contrattacco ai Cornermen attraverso l’Heroscape per liberare Animalia e anche Kwame, il fratello di Keisha, rapito dagli abitanti della torre.

Van Lente in questo secondo volume dimostra di aver preso molto più confidenza con i personaggi e decide di portare ancora più in alto la missione degli “ZERO”, ora non più solamente aiutare Keisha, ma trovare una patria per tutti quelli che non si sentono accettati nella loro posizione nel mondo. La narrazione in questo secondo volume è molto più serrata, non più in cerca di una facile introduzione per far approcciare i lettori ai personaggi, passiamo da una situazione impossibile all’altra mentre capiamo sempre di più il vasto e corrotto mondo che Jason Poole ha creato intorno alla città del domani, sfruttando l’innocenza di una ragazzina e il desiderio di una migliore vita degli abitanti e del suo amico, lo sceriffo Sherman.

Diego Bernard fa un buon lavoro tutto sommato imitando lo stile di Francis Portela anche grazie ai colori di Andrew Dalhouse, colorista di fiducia di Portela; Van Lente non cercando di creare una storia dal grande sapore epico, ma una che sappia intrattenere che possa mostrare tanta pazzia quante citazioni alla cultura pop possibili, facendo sbizzarrire il disegnatore nel citare scene e momenti non solo della televisione e del cinema, ma addirittura dei panel di fumetti ben più noti. Non possiamo dunque annoverare i disegni o la colorazione di Dalhouse come il motivo principale per cui questa serie si presenti interessante, ma almeno a differenza di molte serie Valiant ha mantenuto una coerenza stilistica e in alcuni punti si è sbizzarrita non facendo percepire al lettore l’uso di fill-inner. Generazione Zero è principalmente uno spaccato estremizzato della società occidentale immersa nella tecnologia e con uno spruzzo di supereroismo e forse per questo ha avuto così poco richiamo, perché presenta elementi che già all’occhio del lettore più esperto sanno di già visto ma che forse nell’universo Valiant possono progredire verso lidi più inaspettati.

Nel concludere questo capitolo della storia degli “ZERO” si ha l’impressione che ci sia molto più di quello che incontra l’occhio e magari nelle prossime apparizioni, tra cui “Harbinger Renegades Volume 2“, ne sapremo di più, considerando che il gruppo verrà finalmente messo davanti ai suoi ispiratori dopo tanto tempo, ovvero gli psioti che hanno salvato il mondo e Peter Stanchek.

Generation Zero è già disponibile nelle fumetterie e su Amazon, edito da Edizioni Star Comics al prezzo di 8.90€.

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