Si dice sempre che quello che manca maggiormente al cinema italiano sono le saghe: nel nostro mercato, infatti, difficilmente ci si ritrova davanti a serie cinematografiche – come delle trilogie – in cui le storie dei personaggi si dipanano per più pellicole. Di recente c’è stata la trilogia di Sul Più Bello, trittico di dramedy adolescenziali, ad esempio. Alcuni anni fa, invece, è stato il momento di Smetto Quando Voglio, trilogia di Sidney Sibilia con protagonista Edoardo Leo che era riuscita mixare nel modo giusto la commedia e l’azione. Simile voleva essere l’operazione che Massimiliano Bruno ha provato a metter su con la trilogia del Crimine. Il progetto è iniziato nel gennaio 2019, con Non Ci Resta Che il Crimine, seguito poi da Ritorno al Crimine, uscito direttamente su Sky Cinema a causa della pandemia nel 2020. Arriva adesso il momento del terzo capitolo, C’era Una Volta il Crimine, con la produzione che ha lasciato intendere la possibilità di vedere anche la realizzazione di un quarto capitolo, qualora questo dovesse andar bene.

Questa volta l’improbabile banda di criminali viaggia indietro nel tempo fino al 1943 per rubare la Gioconda ai francesi. Ad aiutarli c’è Claudio Ranieri (Giampaolo Morelli), professore di storia pignolo e iracondo che, insieme allo spaccone Moreno (Marco Giallini) e al timoroso Giuseppe (Gianmarco Tognazzi), affronterà diverse peripezie. Mentre fuggono col quadro, i tre sono costretti a rifugiarsi in casa di Adele (Carolina Crescentini), nonna di Moreno. In casa l’uomo incontra anche sua madre Monica, che è appena una bambina. Quando la piccola finisce nelle mani dei nazisti, la banda è obbligata a camiare piano: se vogliono tornare nel presente dovranno prima salvare Monica, attraversando in lungo e in largo un’Italia devastata dai momenti finali della Seconda Guerra Mondiale, arrivando a incontrare vecchi amici ma anche personaggi storici come Sandro Pertini, Benito Mussolini e Adolf Hitler. 

Innanzitutto, bisogna iniziare parlando di un tasto dolente che sicuramente farà storcere il naso a chi ha amato i film precedenti: la scelta di non inserire in questo C’era Una Volta il Crimine il personaggio di Alessandro Gassman, ma neanche quello di Carlo Buccirosso, si fa sentire in maniera negativa. Anche perché l’escamotage utilizzato per giustificare la decisione è assai rivedibile: il non far neanche vedere questi due personaggi importanti per neanche una sequenza fa partire la narrazione con il piede decisamente sbagliato.

Se il primo Non Ci Resta che il Crimine era una commedia italiana nella media e che a tratti poteva risultare divertente e piacevole, già con il secondo si aveva la sensazione di essere davanti ad un film che cercasse più che altro di replicare il successo del predecessore, senza una vera e propria direzione e con una trama senza mordente. Questo terzo capitolo si può dire che si va a piazzare nel mezzo. La storia che Massimiliano Bruno vuole raccontare è, come ci si poteva aspettare dalle premesse, ai limiti dell’assurdo e ci sono non poche incongruenze di scrittura. Alcune gag costruite sull’interazione tra i personaggi funzionano davvero e alcuni dei protagonisti riescono ad avere effettivamente uno sviluppo narrativo che li porta a maturare e fare quel percorso che ci si aspetterebbe nonostante si stia parlando di una commedia. Discorso diverso, purtroppo, va fatto per le sequenze in cui sono coinvolte le figure storiche come Mussolini o Pertini. Questi momenti sono di pessimo gusto per il trattamento riservato a questi personaggi. Funzionano, invece, le ambientazioni storiche. Le scenografie potrebbero risultare un po’ troppo spoglie in alcuni frangenti, ma di base riescono a far immergere lo spettatore in ciò che si sta raccontando.

Per quel che riguarda la regia, Massimiliano Bruno dirige C’era Una Volta il Crimine con una regia per certi versi essenziale, quasi da mestierante. Non ci sono grandi picchi, ma nemmeno eccessive sbavature che vanno a rovinare la godibilità delle immagini che si stanno guardando. Registicamente parlando, la pellicola si assesta nella media e si dimostra in linea con le altre opere che il regista ha firmato da undici anni a questa parte. Inspiegabile, però, il modo in cui è stata gestita la fotografia del film. Le immagine sono fredde e quasi asettiche, come se non fosse stata inserita la color correction. Il tutto rende le immagini eccessivamente anonime mentre, con qualche accorgimento in più, si sarebbe potuto avere un risultato decisamente diverso. Gli effetti speciali sono utilizzati discretamente e le scene d’azione come le sparatorie hanno il loro perché. Lo stesso, invece, non si può dire dei “portali del tempo”, purtroppo.

Nel cast troviamo come sempre Marco Giallini e Gianmarco Tognazzi, che risultano i migliori del set, anche perché ormai hanno una certa confidenza con i personaggi e riescono ad interpretarli nel migliore dei modi. Le new entry Giampaolo Morelli e Carolina Crescentini, inoltre, riescono a fare quel che possono con il tempo che hanno a disposizione per provare a dare profondità ai loro personaggi: Giuseppe e Adele vengono esplorati in maniera solo marginale, ma gli attori ci mettono il massimo per renderli il più tridimensionali possibile. Dispiace vedere, invece, un Edoardo Leo ridotto ad essere una piccola comparsata, soprattutto dopo l’importanza avuta nelle prime due pellicole. Simpatico, va detto, il breve cameo di Ilenia Pastorelli.

C’era Una Volta il Crimine è il terzo capitolo di una serie partita con buone idee ma che non aveva un serbatoio abbastanza capiente da irrorare addirittura una trilogia. Questo film, in particolare, porta in scena fatti reali italiani con una valenza storica importante, facendolo però in maniera approssimativa. Il tutto perché quei momenti vengono sacrificati sull’altare di una comicità che funziona a sprazzi e che, quando funziona, lo fa grazie ad attori rodati e amati dal pubblico italiano. Il cast infatti fa un buon lavoro, unito ad una regia buona ma senza grandi guizzi. Il risultato è un film che risulta essere fruibile a tratti e del quale, al di là di tutto, non si sente il bisogno di un seguito.


C’era Una Volta il Crimine è disponibile al cinema da oggi 10 marzo. Di seguito, il trailer ufficiale del film:

RASSEGNA PANORAMICA
C'era Una Volta Il Crimine
5.5
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Ho 23 anni, vivo a Perugia e studio a Roma. Dirigo, scrivo e produco cortometraggi per la Nostalghia Prod., società di produzione da me creata e diretta. Ho all' attivo 16 cortometraggi diretti da me, oltre che altri 16 solamente prodotti. Scrivo e collaboro per RedCapes.it da Gennaio 2019.
cera-una-volta-il-crimine-il-terzo-capitolo-della-saga-di-massimiliano-bruno-recensioneC'era Una Volta il Crimine è il terzo capitolo di una serie partita con buone idee ma che non aveva un serbatoio abbastanza capiente da irrorare addirittura una trilogia. Questo film, in particolare, porta in scena fatti reali italiani con una valenza storica importante, facendolo però in maniera approssimativa. Il tutto perché quei momenti vengono sacrificati sull'altare di una comicità che funziona a sprazzi e che, quando funziona, lo fa grazie ad attori rodati e amati dal pubblico italiano. Il cast infatti fa un buon lavoro, unito ad una regia buona ma senza grandi guizzi. Il risultato è un film che risulta essere fruibile a tratti e del quale, al di là di tutto, non si sente il bisogno di un seguito.

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