Chuck Wendig è stato licenziato da Marvel a causa di tweet "Politici"

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Chuck Wendig

Chuck Wendig è stato licenziato da Marvel Comics, attualmente si stava occupando di Star Wars: Shadow of Vader.
Wendig ha annunciato tramite il suo twitter che il suo nome non sarebbe comparso su Star Wars: Shadow of Vader #4 e 5, perché Marvel lo aveva licenziato.
“Oggi ho avuto la chiamata. Sono licenziato. A causa della negatività e della volgarità di alcuni miei tweet. Seriamente è questo il motivo a detta di Mark, l’editor. Troppo politici, troppo volgari, troppa negatività da parte mia,” Wendig ha scritto in lungo post su twitter “Da quello che capisco questa è una decisione di Marvel, non di LFL, ma non potrei confermarlo. L’editore ha detto che ha fatto lui la scelta. Sembrava veramente irrequieto per quie miei tweet e profanato, quindi magari è vero. E ancora, ha diritto di esserlo. Se sentiva che la mia presenza avrebbe danneggiato il titolo, questo non lo volevo. Volevo che il titolo risplendesse insieme all’arte di artisti come Juanan Ramirez e Greg Smallwood. Artisti come loro sono dei nella mia testa, quindi sono contento di non distrarli dalla loro magia. Ma questo setta un terribile precedente. Un precedente che abbiamo già visto con James Gunn, Jessic White e altri tizi licenziati per aver agitato il vespaio dell’Asterisk-gate.”
Wendig è stato un bersaglio sin da quando un’ala di fan lo ha attaccato per aver inserito in Star Wars: Aftermath, un personaggio LGBTQ che ha una chiara rappresentazione nel canone. Campagna coordinate per abbassare i voti nelle recensioni, per farlo licenziare e altre cose del genere hanno continuato ad avvenire, mentre Lucasfilm pare che abbia supportato l’autore, Marvel non l’ha fatto.
Gli attivisti si sono mobilizzati sui social network per obbiettare ad alcune pratiche nell’industria a fumetti come l’inserimento di personaggi e storie che parlavano e vedevano protagonisti l’America multiculturale (il comicsgate). Questi attivisti argomentavano spiegando che che la loro preoccupazione principale era la qualità dei fumetti e che volevano contenuti apolitici. Elementi della comunità hanno anche portato ad atti di bullismo sul web, campagne di odio e scontri anche tra i professionisti del settore.
Questi “attivisti” hanno colpito più volte Wendig, che passa molto tempo sui social media rispondendo alle critiche. Dato il movimento online dietro a questi avvenimenti era solo questione di tempo perché anche creatori come Wendig venissero nuovamente presi di mira e ancora più pare evidente come la situazione sia stata costruita sulla base di anni di soprusi sul web.