– Sai, se guardi abbastanza lontano, puoi vedere tutta la tua vita da qui.
– E com’è?
– Per niente male…la tua?
– Per niente male.[Creed – Nato per combattere]
Con queste dialogo tra Rocky e Adonis si concludeva Creed – Nato per combattere il primo capitolo della (per ora) trilogia sulla vita del figlio di Apollo Creed. Ora, a 8 anni di distanza da quel film, Jordan debutta alla regia con Creed III. Ma è stata per davvero “niente male”? Scopritelo insieme a noi nella nostra recensione senza spoiler del terzo e ultimo (per ora) atto della storia del personaggio creato da Ryan Coogler e interpretato da Michael B. Jordan.
Dopo aver dominato il mondo della boxe, Adonis Creed ha avuto una brillante carriera e una soddisfacente vita privata. Quando un amico d’infanzia ed ex prodigio della boxe, Damian (Jonathan Majors), si rifà vivo dopo aver scontato una lunga pena in prigione, è ansioso di dimostrare che merita di salire sul ring. L’incontro tra ex amici è più di un semplice combattimento. Per regolare i conti, Adonis deve mettere in gioco il suo futuro per combattere contro Damian, un lottatore che non ha nulla da perdere.
Adonis Creed, il personaggio nato dalla mente di Ryan Coogler, è colui che ha ridato vita alla saga di Rocky al cinema dopo il capitolo finale sul pugile di Philadelphia nel 2006. Il personaggio, interpretato da Michale B. Jordan, è infatti il figlio illegittimo di Apollo Creed che cerca di farsi strada nel mondo della Boxe professionista cercando di togliersi dalle spalle il pesante peso del cognome che porta. Il primo Creed è un piccolo gioiello, non solo racconta in maniera avvincente la nascita di un nuovo eroe, ma porta avanti anche la storia del personaggio di Rocky, che passa da protagonista della saga a spalla, diventando mentore e allenatore.
A seguito del successo del primo Creed fa seguito un secondo capitolo meno riuscito del primo. Infatti se il primo, al tempo unico capitolo della saga a non avere la penna di Sylvester Stallone alla sceneggiatura, è un film principalmente basato su Adonis e con Rocky co-protagonista ma un passo indietro rispetto al personaggio che da titolo al film, il secondo, con di nuovo Stallone alla sceneggiatura, invece vede i due diventare co-protagonisti a tutti gli effetti. Inoltre il secondo film fa un errore un’altro errore enorme: Ivan Drago e il figlio Victor.
Se effettivamente il conflitto Creed/Drago era un elemento che una saga del genere doveva per forza toccare prima o poi, nel film i due, che dovrebbero essere i “cattivi” infatti sono a tutti gli effetti gli altri protagonisti del film e risultano molto più relazionabili di Adonis che in questo secondo capitolo prende una deriva un troppo narcisista, un po’ come Rocky quando in “Rocky 3” si imborghesiva. Tuttavia, se in “Rocky 3” il protagonista ad un certo punto ammetteva le sue debolezze e tornava il Rocky che abbiamo conosciuto e che ci ha fatto innamorare di lui dei primi due film, nel suo secondo film Adonis non ammette mai effettivamente le sue debolezze, lasciando più la voglia di vedere vincere i Drago che, per tutto il film e anche in precedenza, avevano sofferto una vita di miseria e che cercavano una vera rivalsa. Ora sono passati 5 anni da Creed II e Adonis è pronto a tornare con un nuovo film ma questa volta non avrà la “stampella” di Rocky al suo fianco, sarà in grado di reggere un intero film da solo?
Come detto in precedenza, Creed III che per la prima volta non si avvale della presenza di Rocky se non con qualche menzione veloce, ci svela dei retroscena di Adonis che non erano mai stati toccati in precedenza e senza dover per forza andare a ripescare dalla mitologia dei film precedenti della saga. Infatti, la trama principale si basa su elementi della vita del personaggio legati alla sua infanzia che non hanno niente a che vedere con il padre.
Il cattivo del film, interpretato magistralmente dal sempre ottimo Jonathan Majors, è Damien “Dame” Anderson è il migliore amico di infanzia di Adonis conosciuto nel periodo della sua vita passato nella casa famiglia prima di essere adottato da Mary Ann Creed. La pellicola quindi si distacca completamente dai capitoli precedenti dandoci una storia di bivi e di scelte che portano a uno scontro finale spettacolare che più che un incontro di Boxe è una lotta contro una versione distorta di se stessi. La differenza tra Adonis e Dame è che il primo ha conosciuto Rocky ed ha avuto una guida mentre il secondo è come sarebbe potuto essere il protagonista se non avesse trovato qualcuno che gli avesse insegnato a incanalare la propria rabbia.
Una vera e propria battaglia tra lo Yin e lo Yang
La sceneggiatura scritta da Keenan Coogler e Zach Baylin è incalzante e non annoia tuttavia, per alcune scelte e con i dovuti paragoni, strizza l’occhio alla trama di “Rocky 5” e ad altri clichè della serie, ma in questo caso la pellicola da una conclusione soddisfacente alla storia a differenza dello sfortunato capitolo che ha messo una pietra tombale sulla saga del pugile di Philadelphia per 16 anni.
Come Adonis ha seguito le orme di Rocky, anche Michael B. Jordan ha seguito le orme di Stallone e infatti, come il creatore della saga ai tempi di “Rocky 2”, Creed III segna il suo debutto alla regia. L’attore di Santa Ana, pur alla sua prima esperienza, non delude le aspettative con una regia dinamica e spettacolare sopratutto durante gli incontri di Boxe. Infatti a differenza delle pellicole precedenti della saga dove gli incontri, pur essendo totalmente irrealistici, erano girati come se lo fossero, in questo film Jordan decide di andare nella direzione opposta prendendo dichiaratamente ispirazione dai combattimenti degli anime giapponesi.
Gli incontri quindi diventano dinamicissimi con movimenti di telecamera veloci, rallenty e momenti in cui il tempo si ferma per lasciare ai pugili il tempo di pensare alla contromossa migliore per mettere K.O. l’avversario. L’incontro/scontro finale tra Adonis e Dame è il culmine di questa decisione stilistica con un intero round nella testa dei pugili in un’arena vuota e con solo loro al centro del ring, perchè come ci viene detto in più di un occasione nella saga (e anche dai racconti dei veri pugili), quando sei su quel ring, anche se c’è un’intero stadio a tifare per te, ci siete solo te e il tuo avversario.
Creed III si conferma un altro ottimo capitolo nella storia di Adonis Creed, un altro ottimo capitolo nella saga di Rocky, un deciso passo avanti rispetto a Creed II e (anche se improbabile che accada visto il successo) una perfetta conclusione della trilogia e della storia di Adonis Creed. La mancanza di Rocky non si sente e un sempre ottimo Michael B. Jordan, nel doppio compito di protagonista/regista, coadiuvato da un fantastico Jonathan Majors tengono in piedi un film che finalmente ci fa dire che Adonis può e deve continuare camminare a vincere da solo.
Creed III è ora disponibile nelle sale cinematografiche italiane. Di seguito il trailer ufficiale del film: