[der Zweifel] Blade Runner 2049: il sequel di Villenueve tra poco in tutte le sale

0

L’epoca delle riesumazioni possiamo chiamarla. Dopo aver tolto dalla bara attori ormai decrepiti per il settimo episodio di Star Wars – ora in procinto di farne un altro – come Harrison Ford, Mark Hamill e la defunta Carrie Fisher, vediamo tornare dall’oltretomba anche il protagonista Rick Deckard. Harrison Ford ci riprova a mantenere stabile il suo bel faccino da bravo ragazzo avventuroso. Blade Runner 2049, tra pochissimo nelle sale, rievoca le atmosfere fumose e piovose di quello che fu uno dei più bei film del ventesimo secolo. Il vecchio Ridley Scott, regista di questo film cult del 1982, vede forse quella considerabile come la sua opera migliore, presa in prestito da un più giovane direttore, il canadese Denis Villeneuve.

Ma non vi sentite anche voi un po’ stanchi di tutti questi rifacimenti? Non lo nascondo, andai a vedere Star Wars: The Force Awakens e sebbene l’amaro lasciatomi ne uscì contento visto che l’altro unico film della saga che vidi sul grande schermo fu il detestabile L’Attacco dei Cloni. Ma di certo non aprirò né ora né mai una battaglia aperta contro i veri patiti della serie; finirei solo con il rimetterci le penne.
Andai a vedere Animali Fantastici, seppur slegato, ma solo appena, dalla figura del piccolo mago inglese. Persino, e qui mi rovino completamente, Amici Miei: come tutto ebbe inizio ebbi il coraggio di andare a vedere rovinandomi quei bellissimi ricordi d’infanzia. Ok, lo riconosco, quest’ultimo esempio non regge con la produzione hollywoodiana, o americana in generale. Ciò sta solo a farvi capire quanto l’opportunità di vedere il remake di un gran film sia il più delle volte deludente. O almeno non indispensabile. Villeneuve dice molto melanconicamente in un intervista “è grazie a Blade Runner che decisi di fare il regista”. Una frase che lascia pensare. Se da una parte ci può essere un buon motivo, anche dolce e profondo, personale aggiungerei, dall’altro mi rendo anche conto che questo non lasci una motivazione soddisfacente.

Denis Villeneuve durante le riprese di “Blade Runner 2049”

Per quanto possa amare 2001: odissea nello spazio o C’era una volta in America, non avrei nemmeno il coraggio e la sfrontatezza di farne un remake o un sequel -sebbene un sequel di 2001 fu fatto. Prendere un’opera sofferta e studiata e dal punto di vista registico e stilistico perfetta e all’avanguardia come Blade Runner, e a distanza di anni continuarne la storia lo trovo al quanto banale e di cattivo gusto. Così come di cattivo gusto è stato vedere Ford rivestire i panni del cacciatore di androidi. Harrison, con tutto il rispetto e la stima, ma preferirei vederti in talk show statunitensi piuttosto che in sequel colossali. Oppure in qualche filmetto per famiglie.

Ma il bello dello show business e del guadagno sfrenato è proprio questo; non fermarsi dinnanzi a niente. Citando Kubrick, “se una cosa può essere pensata allora anche filmata”: quando diceva questo non aveva di certo posto un blocco anche a sequel e remake. Allora se una cosa può essere filmata anche solo se funziona nella nostra testa, sicuramente deve valere anche per film già fatti. Quanti rifacimenti o continui episodi ci siamo sorbiti. Da una parte il cinema muore anche per mancanza di idee; dall’altra resta ancora vivo proprio grazie a questi registi che non si fermano difronte ad una perfezione già arrivata. Quindi, se la mia critica possa sembrare dura nella prima parte rimango cosciente del fatto che tra un film glorioso e un altro ci può essere anche un po’ di spazzatura.

Il film di Villeneuve, con protagonista Ryan Gosling, uscirà nelle sale statunitensi il 6 ottobre, in Italia il 5 ottobre 2017. È ancora troppo presto per discuterne e rovinarlo solo con cattivi propositi e critiche. Potrà anche rivelarsi un buon film. Non credo che un regista come Villeneuve lasci perdere lo stile la fotografia e gli effetti speciali che abbonderanno; sicuramente sarà un perfezionamento dei precedenti. Aspettiamo e stiamo a vedere.