[der Zweifel] Breve Histoire del Cinema Francese

0

Con cinema francese, non si delineano solo delle opere cinematografiche provenienti dalla Francia. Una nazione, questa, che è la culla della nuova scoperta artistica alla fine del settecento. Grazie ai Fratelli Lumière, August e Louis, venne studiato il sistema fotografico di Louis Daguerre, perfezionandolo a tal punto che il 28 dicembre 1895 si effettuava la prima proiezione a Parigi, e il mondo intero conobbe il nuovo mezzo. Un medium che andò col tempo ad evolversi grazie ad altri personaggi francesi come Georges Méliès, che diresse il primo film di fantascienza della storia del cinema, intitolato “Le Voyage dans la Lune”. Stesso periodo in cui nacquero anche le prime case di produzione come la Gaumont e la Pathé Frères. Nello stesso momento il cinematografo veniva riutilizzato e smembrato dagli altri paesi europei e in America, dove gli Stati Uniti ne divennero ben presto padroni assoluti per svariati anni.
 
I movimenti artistici dei primi anni del Novecento, furono segnati anche dalla rivoluzione cinematografica che, soprattutto in Francia e Germania, venne sviluppata e portata avanti da personaggi eclettici e da opere già all’avanguardia. Si ricordano molti nomi di importanti registi che sperimentarono il mezzo cinematografico come Abel Gance, Jacques Feyder e Germain Dulac. Un grande contributo venne da René Clair, che riuscì a mescolare cinema con l’avanguardia Dada e surrealista, firmando opere come “Parigi che dorme”, “Entr’acte” e “Il viaggio immagiario”.

René Clair
Successivamente, intorno agli anni trenta e quaranta s’instaurò il cosiddetto Realismo Poetico, con registi del calibro di Julien Duvivier (Il bandito della Casbah), Jean Renoir (La grande illusione, La regola del gioco), Marcel Carné e Jean Vigo (Zero in condotta, L’Atalante).
Jean Renoir e Jean Gabin
Alla fine della seconda guerra mondiale fino agli anni ’70, fu il periodo d’oro del cinema francese. Inizia la Nouvelle Vague la fondazione dei Cahiers du Cinema; sempre nuovi giovani cineasti partoriscono idee e nuovi modi di fare cinema. Tra questi vanno assolutamente ricordati François Truffaut, Jean-Luc Godard, Eric Rohmer, Claude Chabrol e Robert Bresson, dei quali rimangono opere indimenticabili come “I quattrocento colpi” ed “Effetto Notte”, “Fino all’ultimo respiro” e “Bande à Part”, “Processo a Giovanna d’Arco” e “Diario di un ladro”; la lista è lunghissima. Dalla metà degli anni ’70 fino ai giorni nostri, è cambiato il modo di fare cinema, e anche quello francese ha subito cambiamenti. Trasformazioni causate dall’avvento della televisione, dalla divinizzazione delle star e naturalmente dalla fine dei blocchi contrapposti, avviandosi pian piano verso una globalizzazione cinematografica a volte spontanea a volte forzata. Sempre più stelle del cinema di Francia sono diventati divi intramontabili anche fuori dal paese; si pensi a Catherine Deneuve, Alain Delon, Gerard Depardieu, Jean Reno e molti altri ancora. Nuovi registi hanno fatto la loro fortuna in patria ma fuori soprattutto; Luc Besson, Jean-Jacques Annaud, Jean-Pierre Jeunet, Patrice Leconte, Mathieu Kassovitz.
Luc Besson e Natalie Portman sul set di “Léon”

Negli anni novanta, la sperimentazione dei grandi registi degli anni ’60 e ’70 ha portato gli altri a seguire le stesse orme; Michel Gondry, François Ozon e Xavier Giannoli. Un tipo di cinema, questo, che è ancora in continua sperimentazione e che ancora oggi continua a dare i suoi frutti, sia in ambito comico, di commedia nera o più leggera, ma anche in ambito drammatico.