[der Zweifel] Easy Rider: della libertà e della di lei paura

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Easy Rider, diretto da Dennis Hopper, è un film del 1969. Ne avrete sicuramente sentito parlare ma se il vostro rapporto con questo film si ferma qui sarebbe il caso che corriate a vederlo.

Due amici vogliono andare dalla California a New Orleans per il carnevale, attraversando il paese in moto. Dal viaggio on the road esce un affresco delle diverse sfumature degli Stati Uniti di quegli anni, sconvolti dalla guerra del Vietnam e dal movimento per i diritti civili.

Il viaggio si apre con i meravigliosi paesaggi tipici dell’ovest statunitense. I due solcano la strada in sella alle loro compagne. Lunghi capelli, occhiali da sole e moto sono però accessori scomodi quando si affronta una terra ricolma di pregiudizi. La diffidenza infatti la fa da padrona per tutto il viaggio. Dennis Hopper (Billy) e Peter Fonda (Wyatt) sono in cerca di libertà, ma durante il loro percorso verranno più volte respinti e trattati come poco di buono. Alla diffidenza e al pregiudizio fanno da contraltare momenti di solidarietà e condivisione. È questa opposizione il leitmotiv della pellicola.

Il rifiuto di un proprietario di un motel a farli pernottare è seguito dalla gentile disponibilità di un fattore che concede attrezzi per riparare una gomma ed il pranzo. All’ospitalità di una comune si contrappone la feroce intolleranza di una cittadina di campagna.

Certo è che la provincia americana non ne esce lusingata. Popolata di bifolchi, violenti e ignoranti, è madre di una libertà illusoria e negata. La fuga dalla città-prigione non può che portare all’isolamento, alla comune, dove ragazzi di città cercano di vivere secondo un’ideale ritorno alla terra. Ma liberarsi dai vincoli della società diventa un’impresa ardua, come coltivare in una zona desertica. L’utilizzo di marijuana e acidi, veri e propri coprotagonisti del film, non sono che un altro mezzo per rifuggire una realtà che si rivela sempre più grama.

Una realtà da cui cerca di fuggire anche Jack Nicholson, nei panni di un avvocato di paese. Alcolizzato, conosce i due nella prigione dove è solito smaltire le sue sbronze, e a loro si aggrega dopo essere stati rilasciati alla volta di New Orleans. Non ci arriverà mai, vittima dei violenti pregiudizi della provincia.

Billy e Wyatt volevano solamente godersi la loro libertà. L’incapacità altrui di capire e accettare la libertà nel suo insieme, quando si accompagna all’ostilità, non può che lasciare spazio alla violenza.

La storia è inserita nel contesto sociale e culturale degli anni 60, ma questo opposizione tra liberi e oppressori rimane ancora di forte attualità.