[Recensione] Shin Godzilla – Una nazione ai suoi piedi

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Arriva nelle sale cinematografiche italiane dal 3 al 5 Luglio 2017 Shin Godzilla, ultimo film in ordine cronologico dedicato al celeberrimo Kaiju. Alla regia del film, prodotto da Toho e distribuito in Italia da Dynit, ci sono Hideaki Anno (Neon Genesis Evangelion) e Shinji Higuchi.

La trama di Shin Godzilla è molto semplice, come ogni film dedicato al rettilone nipponico d’altronde, e vede protagonisti un gruppo di politici e scienziati nel tentare di arrestare l’avanzata su Tokyo e la sua conseguente distruzione, da parte di Godzilla, un gigantesco mostro sbucato all’improvviso fuori dalle acque del Giappone.

Anno e l’amico Higuchi, esperto di effetti speciali e collaboratore di Anno in più occasioni, omaggiano e allo stesso tempo reinventano il mito di Godzilla, creando un film, nel quale il re dei mostri non schiaccia solamente edifici, case e persone, ma un’intera nazione. In Shin Godzilla infatti, le scene a farla da padrone sono certamente quelle ambientate negli uffici governativi del Primo Ministro o nelle sale briefing speciali, dove uomini della classe politica, accademica e militare dibattono, con estrema pacatezza rispetto alla cataclismatica situazione che li circonda, su come affrontare una minaccia che pare assolutamente imbattibile.

Alla luce di ciò, ma non solo ovviamente, l’ultima fatica del papà di Neon Genesis Evangelion è un film politico e sociale, così come l’originale del 1954, e proprio come quell’ormai lontano film anche questo porta su schermo, a nostro avviso, l’essenza più vera della società giapponese, come pochissimi altri prodotti erano riusciti a fare fin’ora. Per un giapponese, infatti, Godzilla non è un film come tutti gli altri, Godzilla è la rappresentazione in pellicola di una delle più grandi problematiche del Giappone, ovvero la convivenza con energia nucleare e disastri naturali e non, e un pessimista cronico come Hideaki Anno non poteva che rendere Godzilla la rappresentazione non solo di tali problematiche, ma anche di una paura reale e concreta tanto del regista quanto della società giapponese, una paura costante con la quale però i giapponesi lottano e convivono.

Parlando degli aspetti più tecnici: regia, musiche e sceneggiatura saltano all’occhio (e all’orecchio) per la loro incisività. La regia di Anno e Higuchi è pulita ma mai scolastica e in certe scene d’azione sorprende per l’inventiva usata nel mettere in scena la sequenza di inquadrature. I movimenti di camera e le inquadrature fisse sono un grande richiamo a Neon Genesis Evangelion e l’intera l’atmosfera del film riesce a trasmettere nello spettatore tutta la pesantezza e l’ingombro della burocrazia e della politica nipponica, vissuta, evidentemente, dal regista e dai giapponesi con medesima pesantezza e ingombro. Mentre le musiche epiche, composte da Shirō Sagisu, ruggiscono nelle scene più intense e accompagnano le immagini in quelle più distese e rilassate del finale. La sceneggiatura è il vero punto di forza della pellicola, ed in particolare la composizione della stessa nell’arrivare al climax emotivamente e visivamente potente nella parte finale, crediamo sia quanto di più riuscito di questo Shin Godzilla.

Dunque Shin Godzilla è un film perfetto? Assolutamente no. Shin Godzilla ha dei difetti ovviamente, e tali difetti sono da individuare in alcune performance attoriali di certo non di altissimo livello o in alcuni importanti crolli di pathos e credibilità in certe scene, fino anche agli effetti speciali non sempre all’altezza, nonostante siano volutamente non del tutto credibili. Purtroppo, anche il doppiaggio e l’adattamento italiano non sono dei migliori, spesso e volentieri, infatti, intere scene di dialogo risultano praticamente prive di rumori ambientali e ciò diminuisce sensibilmente la credibilità della scena.

In definitiva Shin Godzilla è un film di Hideaki Anno e pertanto, nella maggior parte dei casi quantomeno, il pubblico o lo ama o lo odia. Tralasciando l’oggettività che lo rende un film di buon livello, noi di Redcapes lo abbiamo amato. Vi consigliamo di andare al cinema e amarlo quanto lo abbiamo amato noi.