Dopo un’estate mondiale, a pochi giorni dall’inizio dei campionati di calcio (ormai nessun appassionato segue più solo la Serie A), e in pieno periodo delle aste prefantacalcio perché non calarsi ancora più nella parte godendosi qualche film a tema calcistico?
E come entrare nell’atmosfera giusta per la prossima Serie A se non con L’allenatore nel pallone 2?! Già, si parte direttamente dal sequel questa volta. Il prequel appartiene ormai ad un’altra epoca calcistica.
Il protagonista del film è ovviamente Oronzo Canà, interpretato da Lino Banfi. Canà è un ex-allenatore che viene richiamato ad allenare la squadra con cui aveva esordito in Serie A, la Longobarda. La particolarità di questo film è il suo essere un quadro riassuntivo di molti problemi del calcio italiano, tra cui in particolare il grande divario tra le ultime e le prime della classe e soprattutto la debolezza delle società dietro ai club. Debolezza che spesso nasconde degli intenti criminosi.
Se pensiamo che una situazione societaria incerta e misteriosa è toccata anche ad un club glorioso e vincente come il Milan (con la gestione cinese, anche se per un solo anno), la debolezza del sistema del calcio Italiano è lampante.
Quello che racconta il film, con l’ironia e la comicità tipiche di Lino Banfi, è però un problema serio per l’intero movimento sportivo. Basti pensare a quanto successo a Parma nella stagione 2014-2015, iniziata con l’esclusione dall’Europa League per delle tasse non pagate e finita con il fallimento della società e innumerevoli e improbabili cambi di presidenza e di proprietà.
Quello che hanno passato i tifosi milanisti all’inizio di quest’estate è stato meno grave, soprattutto perché si è concluso positivamente, ma ha comunque fatto temere per il destino del club rossonero. Il presidente cinese del Milan, un tale Yonghong Li di cui poco si sapeva e di cui poco continua a sapersi, si comportava come il presidente della Longobarda e il suo socio russo Ramenko: i soldi arrivano, tranquilli che arrivano e poi, invece, non arrivano.
Ma purtroppo c’è un intero sistema malato che vede ogni anno sparire società distrutte da gestioni non proprio limpide, soprattutto ai livelli più bassi del calcio italiano. Un problema endemico che sembra qualcosa di legato solo al calcio, ma che si unisce in un coro spettrale alle tante mancanze di questo nostro paese.
Ma come succede sempre quando c’è un problema, giriamoci dall’altra parte e divertiamoci. Lino Banfi è proprio uno spasso quando parla.
Porca putténa!