E’ disponibile da oggi, su Netflix, la serie animata Dragon’s Dogma, ispirata al celebre videogioco action RPG di Capcom, uscito ormai otto anni fa e disponibile su PlayStation 4, Nintendo Switch, Xbox One, PlayStation 3, Xbox 360 e Microsoft Windows.

La serie, diretta da Shinya Sugai e realizzata da Sublimation, ha visto anche la collaborazione, in veste di produttori esecutivi, di Takashi Kitahara e Hiroyuki Kobayashi di Capcom. Composta da sette episodi di durata variabile dai 20 ai 30 minuti, Dragon’s Dogma riprende in parte gli eventi del celebre videogioco, con alcuni personaggi e luoghi visti nelle vicende dell’Arisen alle prese con terribili mostri da sconfiggere grazie ai propri poteri e all’aiuto delle misteriose Pedine.

Dragon's DogmaFin dall’annuncio, la serie ha ricevuto un’accoglienza piuttosto variegata, ma possiamo dire che, dopo la visione di questa prima (e possibilmente ultima) stagione, il lavoro svolto dalla produzione è decisamente valido e soddisfacente, anche se non privo di difetti.

Dragon’s Dogma, così come il gioco da cui trae ispirazione, narra le vicende dell’Arisen, che nella serie si chiama Ethan, un uomo che, a seguito dell’attacco di un temibile drago al proprio villaggio, perde tutto. I concittadini terribilmente massacrati dal mostro, compresa la moglie in dolce attesa ed il ragazzino adottato come se fosse il loro figlio, il villaggio distrutto, la devastazione portata dal drago sono gli elementi che scateneranno le vicende e la vendetta di Ethan. Una vendetta voluta proprio dal drago, che strapperà il cuore all’uomo e lo inciterà a cercarlo per porre fine al circolo di odio messo in atto.

Senza addentrarci nella trama, possiamo dire che Dragon’s Dogma utilizza un racconto classico di vendetta per darci un messaggio tanto semplice quanto terribile: l’uomo è preda dei propri istinti, ogni creatura è guidata dalla propria, ineluttabile, natura e non c’è niente che si possa fare per cambiare le cose. Ogni episodio è intitolato come uno dei Sette Peccati Capitali, perchè la serie ci parla proprio di questo. Ogni personaggio che Ethan incontra nei vari episodi rappresenta uno di questi peccati.

Tutta la serie è paragonabile ad una versione distorta della Divina Commedia, e nella fattispecie della discesa all’Inferno da parte di Dante. Così come il Divin Poeta, Ethan è accompagnato dal suo personale Virgilio, una Pedina chiamata Hannah, come la madre del protagonista, che riesce a distaccarsi dai tipici difetti dell’umanità per guidare il protagonista nel suo viaggio alla ricerca della vendetta contro il mostro che gli ha tolto tutto.

Dragon's DogmaIl personaggio di Ethan, per alcuni versi, ricorda il protagonista di uno dei manga più amati degli ultimi vent’anni, quel Gatsu che, nella sua ineluttabile ricerca di vendetta, sprofonderà quasi totalmente nell’odio e nella disperazione. E non è un caso che l’ambientazione di Dragon’s Dogma, un fantasy medievale dalle tinte decisamente cupe, ricordi in parte quella del capolavoro di Kentaro Miura. In sostanza, per quanto riguarda la trama e gli aspetti narrativi ed i significati, questa serie è decisamente consigliata.

Purtroppo, se andiamo ad analizzare la realizzazione prettamente tecnica, Dragon’s Dogma si rivela un prodotto con alti e bassi: nonostante un design tecnicamente apprezzabile, maturo, che ricorda in parte un’altra serie dai toni simili, ovvero Castlevania, sul fronte dell’animazione perde spesso di qualità, con scene tagliate in maniera repentina, animazioni che spesso diventano un po’ troppo legnose, ed una discrepanza tra lo stile con cui sono realizzati i personaggi rispetto ai mostri, realizzati in CGI che passa da cose ottime come il Grifone a risultati meno piacevoli come il Drago, che in alcuni frangenti tende a dare fastidio.

Una menzione a parte merita il doppiaggio, che nella versione italiana non convince del tutto, mentre è decisamente valido quello in lingua inglese. Solitamente, soprattutto con le serie animate, assistiamo ad una situazione opposta.

Molto coinvolgenti le musiche, che contribuiscono a creare nello spettatore quella sensazione di cupa ineluttabilità che permea tutta la narrazione di Dragon’s Dogma. Inoltre, è davvero piacevole e coinvolgente, pur essendo decisamente macabra, la sigla di apertura della serie, che per stile ricorda, anche se molto alla larga, la prima sigla di apertura di uno dei prodotti più apprezzati di casa Netflix, ovvero Marvel’s Daredevil.

Come giudicare quindi Dragon’s Dogma?

Una cupa ed ineluttabile discesa nell’oscurità, un manifesto del male e del marcio che esiste nell’uomo, raccontato con la personale spirale di violenza e disperazione di un uomo a cui il male supremo ha tolto ogni ragione per essere felice: Dragon’s Dogma alterna una splendida narrazione ed ottimi personaggi ad una realizzazione tecnica che, a volte, farà storcere il naso.

Speriamo vivamente che Capcom e Netflix non vogliano procedere con una seconda stagione che segua le vicende di Ethan, mentre sarebbe ottimo poter esplorare maggiormente il mondo di Dragon’s Dogma, magari con qualche forma di prequel o spin-off.

RASSEGNA PANORAMICA
Dragon's Dogma
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Il vecchio della redazione: un cocktail a base di supereroi, battle shonen, videogiochi, basket, fantasy e metal. Agitare, ma non troppo (che poi sta male), prima dell'uso.
dragon-s-dogma-i-sette-peccati-capitali-dellumanita-recensioneUna cupa ed ineluttabile discesa nell'oscurità, un manifesto del male e del marcio che esiste nell'uomo, raccontato con la personale spirale di violenza e disperazione di un uomo a cui il male supremo ha tolto ogni ragione per essere felice: Dragon's Dogma alterna una splendida narrazione ed ottimi personaggi ad una realizzazione tecnica che, a volte, farà storcere il naso.

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