Finché Morte Non Ci Separi di Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillett | Recensione

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Finché morte non ci separi

Forse per la prima volta ci troviamo di fronte ad un prodotto cinematografico che riassume al meglio il suo contenuto con la traduzione in italiano del titolo e non con il suo originale. In lingua originale, Finché Morte Non Ci Separi è stato intitolato “Ready Or Not” – Pronti oppure no– affermazione che strizza l’occhio al gioco del nascondino, fondamentale nella pellicola. In italiano si è optato per un titolo più “spirituale”, che però coglie esattamente il senso dell’intero film, citando forse una delle più famose frasi pronunciate durante il matrimonio.

Finché Morte Non Ci Separi è, infatti, la storia di Grace (Samara Weaving), futura mogie di Alex Le Domas (Mark O’Brien) figlio di una nobile famiglia arricchitasi con la produzione di giochi da tavola diventati ormai famosi in tutto il mondo. Per Grace è l’inizio di una nuova vita e soprattutto il giorno del suo matrimonio segna per la ragazza anche l’ingresso ufficiale nella prestigiosa famiglia, ingresso che però non sarà come lei si aspetta. La Famiglia Le Domas, infatti, ha un vero e proprio “rituale” di iniziazione per permettere ad un nuovo membro di entrare nel nucleo. Dopo il matrimonio l’intera famiglia dovrà sfidarsi ad un gioco da tavolo, scelto in maniera casuale tramite una carta, e solo dopo aver terminato la partita Grace entrerà di diritto nella famiglia. Purtroppo Grace pescherà la carta sbagliata: “Hide And Seek” -Nascondino-, che non sarà il gioco che lei si aspetta, ma una vera e propria caccia all’uomo, dove il suo unico scopo è cercare di sopravvivere alla sua prima notte di nozze.

Dopo aver lavorato più volte insieme in film come: V/H/S e La Stirpe Del Male, i registi Matt Bettinelli-Olpin e Tyler Gillet, tornano ancora una volta alla regia di una pellicola horror che però si discosta dai canoni tipici del genere. Finché Morte Non Ci Separi è infatti, più che un horror vero e proprio, una commedi nera horror, caratterizzata da numerosi momenti comici che oltre a smorzare la tensione riescono, anche se non sempre, a strappare qualche risata. Lo spettatore è da subito proiettato in un’atmosfera immaginifica e quasi surreale, un po’ come la protagonista Grace che per la prima volta si ritrova a conoscere la particolare famiglia di Alex, suo novello marito. Apparentemente canonica, la famiglia sembra essere la tipica famiglia borghese americana, che però nasconde un oscuro segreto che ormai si tramanda da generazioni.

I luoghi e le ambientazioni che i registi ci propongono sono dettagliati e studiati nei minimi particolari; l’estetica degli interni della villa della famiglia Le Domas è lussureggiante; il tutto illuminato da una fotografia, questa volta affidata a Brett Jutkiewicz, che illumina la scena rifacendosi alle maestose ville vittoriane. Quando scende la notte e quindi la luce si fa più debole, lo spettatore è trascinato all’interno di questa antica dimora come fosse in una villa dell’800, si trova confuso e perde la cognizione del tempo, insomma riesce a provare le stesse sensazioni di Grace. La casa, oltre ad essere l’arena, il campo di battaglia dove il gioco si svolge, è essa stessa un gioco, una scatola cinese che si dipana in passaggi segreti, stanze e cunicoli agli occhi della sfortunata protagonista. Il tutto è aiutato da un’ottima caratterizzazione estetica di ogni personaggio e da un comparto costumi davvero ben realizzato. Pur essendo ambientato nel presente, tutto il film sembra avere un’ambientazione passata, antica, che riassume il divario vecchio/nuovo, giovane/anziano, altro elemento portante della pellicola. Anche la colonna sonora, caratterizzata per la maggior parte da musica sinfonica diegetica, aiuta ad immedesimarsi con i personaggi e a vivere ancora di più quella sensazione di minaccia e di inquietudine.

Come già anticipato, il film è una commedia nera dai risvolti horror e decisamente splatter. Molti sono i momenti ironici durante lo svolgimento, alcuni sicuramente più riusciti di altri. La particolarità della comicità sta proprio nel fatto che i momenti divertenti hanno quasi sempre un ottimo tempismo, sono infatti situati sempre dopo i jump scare, che non sono molti ma abbastanza prevedibili, il che non è necessariamente un difetto, perché una volta compreso l’andamento del film ci si aspetta la battuta comica che li segue. Purtroppo però arrivati quasi a fine film, le molte battute rischiano anch’esse di diventare prevedibili e un po’ fuori contesto; come un po’ decontestualizzato è anche il finale, esteticamente esplosivo, ma decisamente affrettato.

Oltre ad essere una commedia nera, Finché Morte Non Ci Separi si inserisce nel filone di quelli che negli ultimi anni sono stati definiti “rape and revenge movie”, film sulla vendetta, che vedono come protagonista una giovane donna, vittima di violenza prendere in mano la situazione e attivare una vera e propria vendetta sanguinosa; esempio di questo sono film come “Revenge” del 2017 di Coralie Fargeat o I Spit On Your Grave – Non Violentate Jennifer del 2010 di Steven R. Monroe. Grace pur non essendo vittima di una violenza fisica, attua in tutto e per tutto una lotta, quasi vendicativa nei confronti dei suoi aguzzini ed inesorabilmente si trasformerà da vittima a carnefice. Samara Weaving riesce perfettamente a incarnare l’aspetto di “badass”, il suo viso da angelo e il suo aspetto da reginetta del ballo non si faranno di certo intimorire da una stravagante famiglia milionaria. Oltre ai revenge movie in Finché Morte Non Ci Separi è un chiaro omaggio a diversi film, alcuni dei quali diventati ormai dei veri e propri classici come: Scappa – Get Out di Jordan Peele, Heathers di Michael Lehmann, Clue di Jonathan Lynn, il classico Disney Biancaneve e i sette nani, fino ad arrivare al recente, anche se meno noto, You’re Next di Adam Wingard.

Finché Morte Non Ci Separi è un film adatto soprattutto a chi, con uno stomaco forte, non è abituato ai tipici film horror ma specialmente nel periodo di Halloween vuole immergersi in atmosfere cupe ed inquietanti. I registi Bettinelli-Olpin e Gillet devono molto ad alcuni grandi successi del cinema e sono stati capaci di creare un prodotto originale, se pur con qualche difetto, assolutamente elettrizzante e sopra le righe. Ottima la fotografia e la colonna sonora. Essendo una commedia nera, il film presenta alcuni momenti comici, che però non sempre sono ben amalgamati con il contesto, rendendolo a tratti troppo surreale. Resta comunque un prodotto godibile e assolutamente fuori dagli schemi con delle buone interpretazioni da parte di un cast composto da nomi noti del panorama cinematografico statunitense.

Finché Morte Non Ci Separi sarà nei cinema a partire dal 24 ottobre. Di seguito il trailer italiano del film.