Nel lontano 2013, in occasione dell’annuncio di Xbox One, Microsoft annuncio una serie tv live-action dedicata ad Halo che vedeva Steven Spielberg in veste di produttore esecutivo e che sarebbe dovuta uscire nel 2015 per accompagnare il lancio di Halo 5: Guardians. Gli anni passarono e della serie si persero le tracce, fino al 2018 quando dalle ceneri di Halo: The Television Series (questo il titolo provvisorio della serie annunciata nel 2013) Showtime ordinò una nuova serie live-action basata sul franchise videoludico di Halo. Dopo mesi di riprese e di post-produzione (influenzate pesantemente dalla pandemia di COVID-19), arriva finalmente su Paramount+ e, in Italia, su Sky e NOW in contemporanea con gli Stati Uniti Halo, serie military sci-fi sviluppata da Kyle Killen e Steven Kane con Pablo Schreiber nei panni del leggendario Sottufficiale John-117, noto come Master Chief. Questa non è però la prima serie live-action dedicata al mondo di Halo: infatti ad accompagnare il lancio di Halo 4 e Halo 5: Guardians, Microsoft ha rilasciato le webserie Halo 4: Forward Unto Dawn e Halo: Nightfall. A contrario delle serie citate in precedenza però, questa nuova serie tv non sarà canonica con gli eventi dei videogiochi ma farà parte di una linea temporale indipendente, che sarà unica di questa serie, chiamata “Silver Timeline”. Le aspettative alle stelle dei fan di Halo saranno rispettate? Grazie a Sky e ViacomCBS abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima le prime due puntate di Halo e siamo qui per rispondere a questa domanda!

Halo segue un epico conflitto del XVI secolo tra l’UNSC (United Nations Space Command) e una minaccia aliena nota come Covenant. Il Sottufficiale John-117 (Pablo Schreiber), noto come Master Chief, guida la squadra Silver sul pianeta desertico di Madrigal dove la popolazione locale è sotto assedio di un’armata elite dei Covenant. Gli alieni sono sul pianeta alla ricerca di un antico artefatto che potrebbe svelargli la posizione dei Sacri Anelli, gli Halo, gruppo di 7 installazioni orbitanti artificiali, costruiti dall’antica razza estinta dei Precursori per contenere e studiare i Flood, una specie di parassiti senzienti. L’artefatto, forse una mappa o anche una fonte d’energia, risvegli in John-117 ricordi ormai sopiti che gli faranno mettere in dubbio la propria morale e gli ordini ricevuti dalla UNSC. Tra azione, avventura e un’immaginifica visione del futuro si intrecceranno varie storie personali.

La serie si apre con un episodio pilota davvero atipico, soprattutto per una serie i cui episodi saranno distribuiti a cadenza settimanale. L’episodio infatti getta sin da subito lo spettatore nel vivo dell’azione senza creare un contesto e presentare le fazioni e i personaggi in gioco al pubblico. Se questo non bastasse, nel pilota assistiamo ad un grande cambio di status quo del quale, in assenza di una dettagliata caratterizzazione dei personaggi e di informazioni sugli eventi progressi, solo i fan della saga videoludica potranno comprendere l’importanza, mentre uno spettatore più casual resterà alquanto indifferente. Sarebbe stato sicuramente più interessante arrivare a quel momento alla fine della prima stagione o, in alternativa, alla fine del secondo episodio, così da poter creare un contesto a tale evento.

Nonostante qualche dubbio concernente le scelte del primo episodio, quello che appare chiaro già dal secondo è che Halo ha dalla sua una piuttosto valida qualità della scrittura. Non solo per quanto riguarda la struttura verticale degli episodi, ma anche della trama orizzontale che vedremo in questa prima stagione. La serie infatti, specie nella seconda puntata, organizza ottimamente il progredire degli eventi, intrattiene bene lo spettatore e rende giustizia e tempo su schermo a tutti i personaggi e le trame fin lì presentati.

La critica però che si potrebbe fare alla serie, e che certamente gli appassionati più puri della saga videoludica faranno, è che questa serie non soddisfa paradossalmente alcune delle redini fondamentali del franchise dal quale prende ispirazione. Comprendiamo che la proprietà intellettuale di Halo sia stata volutamente usata come base di partenza per definire le regole tutte nuove di un diverso universo narrativo, ma riteniamo comunque che su certi punti, probabilmente, sarebbe servito applicare più fedelmente i punti salienti del materiale originale. Concetti come la visione dell’UNSC parte dei soldati e della galassia intera, e l’orientamento morale della stessa, il rapporto (concettuale e d’età) tra la Dottoressa Halsey (Natascha McElhone) e John-117, ma soprattutto l’assoluta non predestinazione del nostro Master Chief sono degli elementi che nella serie differiscono in maniera piuttosto netta rispetto alla saga videoludica, e pur comprendendo i motivi delle sopracitate differenze, siamo convinti che una maggiore fedeltà sarebbe stata facilmente realizzabile e avrebbe comunque permesso agli showrunner di proseguire la loro storia partendo da quelle importanti basi. Questo soprattutto alla luce di un episodio pilota che difficilmente attirerà sulla serie l’interesse di uno spettatore casual, ma che fornisce le chiavi per comprendere determinate scene solo a chi la storia di Halo già la conosce, ovvero i fan del franchise, che però troveranno un prodotto che in diverse battute potrebbe fargli storcere molto il naso.

Le stesse luci e ombre che affliggono il lato narrativo della serie si ripropongono anche nel lato tecnico. La regia, affidata in questi primi episodi a Otto Bathurst, regista di Messaggio al Primo Ministro, primo storico episodio di Black Mirror, di alcune puntate di Peaky Blinders e del film Robin Hood – L’origine della Leggenda, è solida, ricca anche di alcune inquadrature interessanti e scelte registiche , come quella di utilizzare la visuale in prima persona nelle scene d’azione, tutt’altro che banali. La buona regia di Bathurst non viene però supportata da un altrettanto buon lavoro di post-produzione che mostra enormi lacune nell’uso della CGI. La serie alterna infatti momenti con una computer grafica esteticamente valida, come nei primi piani dei Covenant, a altrettanti momenti in cui i personaggi realizzati in CGI o elementi come le esplosioni non sono assolutamente amalgamate con l’ambiente circostante. Il tutto si riassume con la panoramica della base dell’UNSC che vediamo all’inizio del secondo episodio realizzata in modo a dir poco imbarazzante.

Ottimo invece è il lavoro fatto su i costumi, sulle armature, su i veicoli e sulle armi, davvero fedeli alla controparte videoludica e realizzate in modo minuzioso dal team di designer della serie. Un plauso va fatto soprattutto alle armature degli Spartan, molto credibili e curate in ogni singolo dettaglio. Buona anche la colonna sonora della serie composta da brani molto in linea con i temi iconici della saga videoludica.

halo

In conclusione, Halo si presenta come una serie poco più che sufficiente, che punta sulla narrazione come suo punto di forza. La serie ha del potenziale ma c’è ancora molto da migliorare, soprattutto dal punto di vista tecnico. Un primo episodio poco introduttivo ma a contrario ricco di eventi e stravolgimenti narrativi riuscirà difficilmente a legare con un pubblico più casual e al contempo potrebbe attirare parecchie critiche e malumori da parte dei fan visti i diversi cambiamenti apportati ad elementi chiave della saga videoludica. Nel secondo episodio la narrazione migliora decisamente, ponendo le basi per una trama decisamente interessante. Consigliamo dunque ai fan del videogioco di approcciarsi a questo prodotto a mente aperta, mentre agli spettatori che non conoscono il franchise di attendere il secondo episodio per decidere se proseguire o meno con la visione della serie.


Il primo episodio di Halo è ora disponibile in lingua originale sottotitolata su Sky e NOW. Il 28 marzo andrà in onda in lingua italiana su Sky Atlantic. I successivi episodi saranno rilasciati a cadenza settimanale. Di seguito il trailer ufficiale della serie tv:

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