Wanted Cinema porta finalmente nelle sale italiane dal 29 giugno il film La Folle Vita (Une vie démente), esordio alla regia – datato 2020 – della coppia di registi belgi Raphaël Balboni e Ann Sirot. I due hanno presentato quest’anno a Cannes il loro secondo lungometraggio, Le syndrome des amours passées, come evento speciale della Semaine de la Critique, opera che Wanted Cinema distribuirà l’anno prossimo nelle nostre sale. La folle vita nel 2021 è stato presentato alla 39a edizione di Bergamo Film Meeting, dove ha vinto il primo premio, e ha inoltre ottenuto ben dodici candidature ai premi Magritte 2022.

La pellicola racconta la vita di Alex (Jean Le Peltier) e Noémi (Lucie Debay), una coppia desiderosa di avere un figlio. I loro piani vengono però sconvolti quando la madre di Alex, Suzanne (Jo Deseure), inizia a comportarsi in modo bizzarro. Il suo comportamento è infatti influenzato da una patologia neurodegenerativa. La donna inizia a spendere cifre sconsiderate, entra in casa dei vicini nel bel mezzo della notte, e comincia poco alla volta a perdere il contatto con la realtà diventando incontrollabile.

Con un equilibrio estremamente raffinato, i cineasti filmano la malattia mentale con tanto rigore quanto fantasia. Noémie e Alex vogliono un figlio, li vediamo quindi affrontare visite specialistiche dove discutono delle posizioni sessuali che la coppia deve assumere per massimizzare le possibilità di procreazione, nell’incipit molto divertente che apre il film: la scena è frontale e li vediamo come soggettiva del loro interlocutore, tirandoci così dentro la storia come parte integrante del racconto. Questa scelta di regia viene utilizzata più volte anche per gli incontri coi medici e con l’agente bancario che gestisce i fondi della madre. Il racconto ha quindi principalmente il punto di vista della giovane coppia, salvo i colloqui frontali usati come intermezzi.

La messa in scena assume un punto di vista propriamente teatrale che permette alla storia di sfuggire al rischio del melodramma. I due registi si cimentano in una cronaca agrodolce che tratta della demenza senile, ma non cerca di muoversi in modo tragico quanto di provocare empatia e suscitare qualche risata grazie ad alcune scene molto divertenti e leggere. Il personaggio al centro della narrazione, Suzanne, è indubbiamente il più interessante. La vediamo trasformarsi da carismatica gallerista in una donna che mantiene la sua estrosità e voglia di vivere senza però aver coscienza di quello che fa. I suoi comportamenti malsani vengono espressi con ingenuità e mostrati senza mai che la follia intacchi la sua eleganza e la sua apparente joie de vivre.

Il figlio quindi si ritrova a doverle impedire di spendere, di guidare, di fuggire, il che significa ridurre sempre di più il suo spazio di libertà. Un calvario per la paziente ma anche per Alex e Noémie, costretti a mettere da parte i loro progetti. È terribile il momento in cui si diventa genitori dei propri genitori, ma la cosa che rende molto particolare e gradevole la pellicola è come il racconto oltrepassi il concetto di malattia mentale intessendo un complesso discorso di convivenza e accettazione, mantenendo un bellissimo equilibrio tra leggerezza e oscurità.

Se La folle vita suona così vero è perché i registi hanno attinto alla propria esperienza personale, avendo vissuto un’esperienza analoga. I due cineasti si preoccupano di mostrare le situazioni di declino nel loro orrore ma mantenendo anche una buona dose di umorismo. L’arte tanto amata da Suzanne porta sprazzi di poesia in un film che riesce a rimanere solare anche nelle scene più dure.

L’arte ha un ruolo molto importante, c’è Vivaldi che fa da sottofondo e sono presenti molte opere d’arte vere, che vengono utilizzate visivamente per trasmettere emozioni, come il pattern di fiori che vediamo nel bellissimo poster che è inserito nella storia, essendo la coperta della camera da letto dove spesso vediamo i due protagonisti parlare, ma anche la texture del loro pigiama e la cover del tablet. Il film è montato in jump-cut, i registi hanno fatto questa scelta per gestire al meglio il ritmo ma anche perché una loro peculiarità è quella di lasciare molta libertà agli attori, lasciando che reinterpretino a sentimento la sceneggiatura, non vincolandoli a testi precisi.

Ci troviamo quindi di fronte ad un film profondamente originale e stravagante che affronta, non senza intelligenza, la dolorosa questione della demenza senile. La tragedia non è mai lontana, ma i due registi preferiscono intrecciarla con la comicità di alcune situazioni, mostrandoci come anche dalle situazioni più difficili si possa imparare qualcosa e anche saperne sorridere, in fondo anche il peggio dell’esistenza può diventare oggetto di poesia visiva. Il fulcro è il saper affrontare la realtà e trovare la capacità di reinventarsi e andare avanti senza lasciarsi sopraffare dagli eventi.


La Folle Vita arriva nelle sale italiane dal 29 Giugno distribuito da Wanted Cinema (qui la lista di tutte le sale). Di seguito il trailer ufficiale del film:

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