Dopo i livelli facile del primo volume, e intermedio del secondo, Bao Publishing e Alan Moore decidono di mettere alla prova i loro lettori con il livello difficile del terzo volume de La Lega Degli Straordinari Gentlemen, Century.
“La pia finzione secondo la quale il male non esiste lo rende soltanto vago, enorme e minaccioso.” – Aleister Crowley
Esattamente come i suoi predecessori infatti, anche il terzo capitolo della saga fumettistica di Alan Moore e Kevin O’Neill sulle donne e gli uomini che proteggono l’Inghilterra e il mondo dalle più assurde bizzarrie, si ammanta di tutta una serie di citazioni, più o meno facili da cogliere, alla letteratura inglese, ma anche alla musica, all’occulto e a tanto altro. Solo che adesso il gioco si fa più complesso, i classici vittoriani sono morti insieme alla loro Regina o decaduti e ciò che rimane attorno a loro è un 1910 cupo e sporco, già vicino, forti della consapevolezza del senno di poi, alla Prima Guerra Mondiale. In questo scenario decadente, ciò che rimane della vecchia Lega vittoriana è un gruppo di eroi strambi e decisamente meno iconici dei loro classici predecessori. Un gruppo guidato ancora e sempre da Miss Mina Murray, e composto da un Allan Quatermain adesso ringiovanito e immortale, Orlando, l’androgino protagonista dell’omonimo romanzo di Virginia Woolf, e Thomas Carnacki, il detective dell’occulto protagonista delle storie brevi di William Hope Hodgson. Ad essi, già personaggi complessi, si aggiungono comprimari e antagonisti altrettanto complessi e frutto di non semplici citazioni da parte del loro autore.
La trama ruota ancora una volta attorno al tentativo di sventare qualche piano o complotto per la distruzione dell’Inghilterra o del mondo. Nello specifico, questa volta, la Lega dovrà fermare la nascita dell’anticristo attraverso tutto il novecento, fino ad arrivare al nuovo millennio. La storia è raccontata attraverso tre grandi capitoli, 1910, 1969 e 2009, divisi per anni e intervallati da significative parti in prosa “Chi vive veramente sulla Luna?“. Il gruppo, man mano sempre più piccolo, debole e disilluso, cercherà in tutti i modi di fermare il diabolico piano di Oliver Haddo, occultista della londra post-vittoriana tratto dal romanzo Il Mago (1907) di W. Somerset Maugham e basato sul realmente esistente Aleister Crowley. Durante i decenni Hoddo continuerà a perseguire il suo piano cambiando più volte identità e diventando, di volta in volta, una diversa citazione vivente ad altri personaggi della letteratura dell’occulto inglese.
La narrazione di Moore è più compassata e meno dinamica rispetto ai primi due volumi. I dialoghi sono lunghi e spesso poco avvincenti.. Un ruolo fondamentale, e che attesta il grado di difficoltà elevato alla lettura del fumetto citato inizialmente, è quello della musica e delle canzoni, basti pensare che una delle scene chiave della trama è ambientata ad Hyde Park, durante il concerto della band Purple Orchestra in memoria di un loro membro defunto. Ovviamente la scena è una citazione al reale concerto tenuto nel 1969 a Hyde Park dai Rolling Stones in memoria di Brian Jones. Molti personaggi del fumetto poi, per un motivo che sinceramente non ci è molto chiaro, si esprimono cantando. Spesso sono personaggi esterni alle vicende e il loro ruolo è più che altro quello di un narratore onnisciente, ma le parole scelte e il tempo con il quale vengono impiegate è di fondamentale importanza per la comprensione dell’opera.
Il tratto ruvido, sgraziato e punk di Kevin O’Neill si amalgama perfettamente alle nuove ambientazioni esplorate in questo terzo volume de La Lega Degli Straordinari Gentlemen. Le tavole sono sporche e piene di colori scuri, ma la loro impostazione è classica e la lettura è estremamente scorrevole.
In definitiva, Century, terzo volume della saga della Lega Degli Straordinari Gentlemen di Alan Moore e Kevin O’Neill è un intricato viaggio nella passione di Moore per l’occulto e per la letteratura inglese, un fumetto ermetico e volutamente complesso nei confronti dei lettori più svogliati. un fumetto ostico e allucinato dunque, proposto da Bao Publishing come per i primi due volumi, in un formato da 256 pagine, a quello che ci sentiamo di ammettere essere un ottimo rapporto qualità/prezzo. Consigliato quasi solamente però ai più irriducibili fan del bardo di Northampton.