La "Magical Quest" di Topolino – Dr. Coo

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Kojima Hideo
“Stupido è…”.
“Cosa penso di Hideo Kojima? Penso che sia così raro che un uomo
venga pagato per aver compiuto dell’autoerotismo. Dai tempi di Vicky Christina Barcellona. Inoltre generalmente è il contrario.
Però che si degni di pulire tutti gli schizzi una volta finito!”
Dottor Coo in Autoerotismo e Ipnotismo per divertimento o profitto

Bentornati alla rubrica preferita dalle casalinghe di Borgo Calaxiri e dintorni. Sono sempre il vostro dottò di fiducia, il Dr Coo, colui che naviga tra spazio e tempo per istruire le giovani menti sulle bellezze del retrogaming.

Magical Quest Super Nintendo
Il Super Nintendo è leggendario.

Per l’episodio di oggi ho pensato bene di fare una visita a sopresa ad una console molto speciale. La piattaforma in questione è il Super Nintendo Entertainment System (Snes per gli amici), considerata da molti una se non la console migliore di sempre. Console war a parte, è innegabile la marea di titoli storici e di ottima qualità che uscirono per lo Snes. Dai classici come Super Mario World, Donkey Kong Country, A Link to the Past, Final Fantasy VI, Yoshi’s Island, Super Metroid, Super Castlevania IV (era l’epoca dei “super”), alle perle nascoste come Terranigma, Earthbound, The Lost Vikings o Chrono Trigger (nascoste sino ad un certo punto). Quindi oggi ci tufferemo nei famosi e famigerati 16-bit alla riscoperta di un platform come tanti, ma che potrebbe offrirvi qualche buona oretta di divertimento. Oggi torniamo sino al 1992, anno della pubblicazione di Wolfenstein 3D, Indiana Jones e il Destino di Atlantide, Alone in the Dark, Kirby’s Dream Land ma soprattutto il titolo di cui parleremo Disney’s Magical Quest.

Magical Quest

Magical Quest Topolino
Qualcuno non conosce Topolino?

Quando si parla di videogiochi con protagonista (o almeno presenza) di Topolino, meglio noto come Mickey Mouse, il discorso tende ad ampliarsi decisamente più del dovuto. Dopotutto è solo la più famosa mascotte della multinazionale più potente dell’intero universo. Tralasciando la robaccia uscita su iOS e Android con personaggi targati Disney (utilizzi legali o meno) i titoli con Michele il topo sono sempre abbondati. World of Illusion, Land of Illusion, Mickey Mania, Epic Mickey, Topolino e Minnie Salvaguai, Kingdom Hearts, Fantasia, Castle of Illusion (di cui è arrivato un remake qualche anno fa su mobile) per citarne alcuni. Tuttavia pochi si ricordano della trilogia denominata Magical Quest. Ancora meno persone notarono che si trattava di un’effettiva trilogia. Perchè mai? Sebbene il primo capitolo sia noto come “Disney’s Magical Quest“, il sequel diretto (che presentava una modalità multigiocatore con Topolino e Minnie) prese un titolo completamente diverso: The Great Circus Mystery. Il terzo capitolo invece, noto come Magical Quest 3, uscì solo in Giappone. Solo molti anni dopo, quando la trilogia approdò “remakizzata” su Gameboy Advance, i tre Magical Quest vennero venduti per la prima volta come trilogia vera e propria e in una lingua comprensibile ai comuni mortali.
Ma bando alle ciance, oggi parleremo diffusamente del primo episodio, dell’originale su Super Nintendo. Eviterò di descrivere gli altri due capitoli sia per l’ipotetica eccessiva lunghezza dell’articolo, sia per le decine di somiglianze tra i vari titoli (finirei per ripetermi più del solito).

Topolino Castle of illusion
I bei giochi Sega di una volta.

Il primo Magical Quest, come d’altronde tutto il resto della saga e dei titoli targati Disney per console Nintendo, fu sviluppato da Capcom esclusivamente per Snes. Ve la ricordate la Capcom? La creatrice di Ace Attorney, Resident Evil, Street Fighter e un misconosciuto Megaman (tra gli altri)? Perchè ho citato questo fatto? Mettiamola così, arrivati ad un certo punto dell’articolo, capirete da soli quanto il gioco porti le impronte digitali del team Giapponese.

La nostra “Quest Magica” comincia in maniera tanto semplice quanto prevedibile. Pippo e Topolino (o anche Minnie nel remake su gameboy advance) stanno giocando a torello mentre Pluto cerca, correndo come un pazzo, di prendere la palla. Effettivamente mi sono sempre chiesto che razza di mondo sia quello in cui gli animali possono essere animali di compagnia di altri animali e possedere altri animali. Sono confuso quanto voi. Lì in mezzo c’è anche Paperino. Non so dirvi precisamente cosa stia facendo. Di certo non sta giocando con i suoi amici. Sembra semplicemente che stia sul posto spostando il suo bacino avanti e indietro mentre tiene le braccia aperte come fosse un orsetto del cuore in attesa d’un abbraccio. Contento lui.

Magical Quest
La famosa partita a torello.

Ad un certo punto Pippo, come una vera pippa, lancia la palla troppo lontano e Topolino, anche lui grande pippa, non riesce a prenderla al volo. Pluto allora, capendo di avere qualche possibilità terminare l’odiosa partita in una sola mossa, si precipita, letteralmente, a prenderla. Topolino allora, da bravo stacanovista benpensante, insegue il suo cane e, pure lui, precipita in un burrone. Generalmente questo avrebbe portato il nostro topo preferito alla morte, ma questa è la Disney vista da Capcom. Arrivato in fondo al burrone, Topolino si ritrova in uno strano mondo magico in cui il malvagio Re Pietro sta terrorizzando tutti con la sua magia nera. Pare inoltre che il Gambadilegno abbia rapito Pluto, forse per sfogare i suoi istinti animaleschi. Si, ora starete ridendo come degli imbecilli davanti alla stupidità della storia. Fate pure.
Ah comunque alla fine si scopre che è tutto un sogno di Topolino, forse. Giocateci e lo scoprirete.

Magical Quest
Topolino è molto affezionato al suo frutto volante.

Magical Quest si presenta quindi con una storia piuttosto accessoria che ha come unico scopo il dare uno motivo al nostro errare per i livelli: salvare Pluto dalle grinfie zoofile dallo stregone Pietro Gambadilegno. Bisogna ammetterlo, per quei tempi, era la norma. In un platform non mi aspetto una sinossi scritta da Dostoevskij. Inoltre posso già immaginare cosa sarebbe successo se il “qualcuno da salvare” fosse stata Minnie. Femministe estreme sbucate fuori da ogni parete a urlare al maschilismo (e a non accorgersi che l’amore di Topolino per Minnie si esprime anche nell’andarsi a salvare a videnda).
Certa gente ha molto tempo da perdere.

Come ho già detto, quello che ci troviamo davanti è un action-platform a scorrimento. Topolino dovrà saltellare di livello in livello, sconfiggere nemici schiacciandoli col suo poderoso deretano (ma anche tirando loro dei cubi gialli o nemici storditi), saltare su piattaforme (dando un senso alla frazione “platform” del suo genere), nuotare e fare di tutto per proseguire. In poche parole è un buon/ottimo gioco di piattaforme made-in-Capcom. Da citare solo un piccolo difetto. I controlli non sono sempre perfetti al 100%, dovrete prenderci la mano.

Magical Quest
I sottolivelli sono divisi da questi portoni.

L’intero gioco è diviso in sei stage, tutti diversi, alcuni semplici altri decisamente più tosti (ma mai troppo, considerando gli standardi di Capcom). Inutile dire che non si tratta di un gioco estremamente lungo. Se siete esperti del genere potreste finire il tutto in un’oretta.Nell’ordine, i livelli sono:
Treetops House lo stage introduttivo in mezzo alle nuvole (pesantemente ispirato dal corto del gigante presente ne Bongo e i Tre Avventurieri) dove potrete usare frutti-elica e incontrerete uno stregone che vi sarà parecchio d’aiuto;
Dark Forest, una foresta oscura (ma và?) e magica dove gli alberi prendono vita e dove dei pescioni belli grossi vi trascineranno giù con loro);

Magical Quest Pietro
Il temibile stregone Pietro.

Fire Grotto, una base sotterranea dove tutto va a fuoco e dovrete combattere contro le fiamme;
– Pete’s Peak, un scorcio di montagna che ci costringerà ad affinare le nostra abilità di scalatori;
– Frozen Plain, il tipico mondo ghiacciato che deve esserci per forza in un platform;
Pete’s Castle dove si nasconde l’infame Pietro.
A conti fatti non si tratta di nulla di entusiasmante o nuovo, ma essendo i livelli ben disegnati e ben costruiti (anche se con qualche picco di difficoltà decisamente stronzetto), non credo sia possibile rimanere scontenti d’averlo provato il titolo.

Menzione speciale va anche ai nemici e ai boss. I primi sono abbastanza vari (anche se Capcom, furbescamente, in certi casi in livelli successivi riprende gli stessi nemici modificando solo i colori dei vestiti). Dei secondi invece esistono due tipologie. Sto parlando dei boss di mid-level che incontrete circa a metà livello (tutte variazioni dello stesso modello, tra parentesi) e dei boss di fine livello, che sono davvero variegati e divertenti da sconfiggere. Dovrete combattere contro una sorta di Onix con una faccia da idiota (guardate sopra il titolo del post), un ragno gigante (a sinistra), un volto infuocato da estinguere (andate con l’articolo), un aquila, uno sciatore (non sto scherzando) e Pietro stesso. Ammetto di aver apprezzato parecchio soprattutto il boss ragno e l’aquila. Il primo ci costringerà a trovare il momento più opportuno per colpirlo in faccia, per il secondo invece esistono più modi per procurare danno.

Magical Quest Ragno
Ecco Minnie e un ragno “Pietroso”.

Quasi dimenticavo! Non ho ancora citato la caratteristica principale de Magical Quest. I costumi! In pratica, in puro stile Megaman, Topolino durante la sua avventure acquisirà dei costumi (4 contando quello base) che gli doneranno magici poteri. In particolare avremo Topolino Stregone (lancia magie), Topolino Pompiere (è un pompiere) e Topolino alpinista (che avrà un rampino molto simile al braccio meccanico presente in Bionic Commando…sempre sviluppato da Capcom).
Ho apprezzato inoltre come ogni costume possedesse degli usi secondari. Ad esempio mentre siete uno stregone potrete respirare in acqua senza limiti o come pompiere potrete spostare determinate piattaforme oltre che congelare determinati oggetti. Non dimentichiamo inoltre di dire che il gioco è pieno di stanze segrete, vie secondarie da usare per ottenere potenziamenti della vita, dei costumi (tramite acquisto in negozio con moneta sonante) o vite extra. Tornerete dei bambini nell’esplorare ogni minimo anfratto del gioco.

Magical Quest
Bionic Commando much?

Riguardo i lati tecnici, cioè musica e grafica, non si può che rimanere strabiliati. Ogni livello è differente ed è caratterizzato da un certo stile visivo (derivato da prodotti Disney) e da tracce musicali che non riuscirete a smettere di fischiettare. Se volete dare un’ascolto su Youtube trovate la colonna sonora completa.

Alla fine cosa si può dire? Disney’s Magical Quest è un buon titolo della sua generazione, un eccellente gioco alla Megaman e un buon gioco di Topolino.
Nonostante non sia il più conosciuto o il migliore tra i titoli su Super Nintendo, sono convinto che meriti di essere giocato ancora oggi.

Date una chance a un povero topo travestito.

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