Lights Out – Un Ambizioso Progetto

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Premessa:

Non voglio analizzare il film dal punto di vista registico, nè fotografico nè tecnico, voglio concentrarmi sul risultato finale, quindi cercherò di essere il più preciso possibile, e ovviamente limiterò gli spoiler a cose mostrate nel trailer.

Buona Lettura!


Lights Out dal corto al film!

Nel 2013, David Sandberg ha creato un corto dal titolo Lights Out. Alla sua prima esperienza come regista e sceneggiatore, il corto non è molto denso di avvenimenti ma sicuramente notevole, così notevole che l’idea attira il regista James Wan che propone al giovane regista di farci un lungometraggio.

Se volete visionarlo potete trovarlo qua sotto.

Indubbiamente è corto, ma una scena simile la potete trovare all’inizio del film, tra l’altro proposta anche nel trailer e tra le più inquietanti di tutta la pellicola.

Lights Out: Giocare a nascondino nel buio

Quando Rebecca se n’è andata di casa, pensava di aver lasciato dietro di sé le sue paure di bambina. Crescendo, non era mai sicura di cosa fosse reale e cosa non lo fosse quando le luci si spegnevano e adesso il suo fratellino, Martin, sta vivendo gli stessi inspiegabili e terrificanti eventi che avevano già messo alla prova la sua sanità mentale e minacciato la sua sicurezza. Una spaventosa entità con un misterioso attaccamento alla madre, Sophie, è riemersa. Ma questa volta, quando Rebecca arriva a pochi passi dalla verità, le loro vite saranno in pericolo quando si spegneranno le luci.

Questa è la trama molto semplificata di Lights Out, film horror del 2016 di David Sandberg che ripropone la sua idea sotto forma di film, riuscendo in certi punti bene e in altri meno bene, purtroppo.

Il film parte in quarta, catapulta subito lo spettatore, non lo imbocca, ma piano piano dà indizi , questi lati della faccenda misteriosa man a mano che il film procede diventano sempre più presenti e inquietanti.

Infatti siamo di fronte ad una pellicola che si svolge nell’arco di 3 giorni, a partire dalla morte del padre del bambino, che dà il via ad un susseguirsi rapido di eventi che riportano a galla vecchi segreti di famiglia e un vecchio “boogeyman” di Rebecca.

Lights Out

La Prima Parte, porta lo spettatore a conoscenza di qualcosa di oscuro ,che inizia già a creare scompiglio e paura nella famiglia.

La Seconda Parte porta la consapevolezza della famiglia su Diana e su un segreto che è rimasto nascosto nell’infanzia di Sophie per fin troppo tempo, e sarà proprio questo segreto a rivelarsi fondamentale per capire cosa sta succedendo. Ma io la vedo anche in un altro modo, penso infatti che lo sceneggiatore avesse voluto inserire una certa tematica sociale, sui disturbi sopratutto e sulla depressione, ma non riesce completamente nel suo intento, effettua certi collegamenti logici che sopratutto data la durata del film non potevano venire ampliati di più, da considerare come un buono spunto lasciato così appeso.

La Terza Parte, finale e conclusiva è indubbiamente molto veloce e quindi chi si aspettava movimenti al buio e tanti jumpscare verrà accontentato.

La mezz’ora che porta alla conclusione è veloce sopratutto per merito del gioco tra luce e ombra operato da Sandberg durante per lo più questa ultima parte di film, ma operato anche in parte minore nel prologo con il padre.

Il regista riesce a far muovere la sua creatura tra gli angoli più bui della casa, passando sotto il naso dei protagonisti e rendendo ancora più inquietante la sua assenza in certi momenti più che la presenza assillante che spesso si può trovare in questo tipo di film.

Possiamo definire questo film come un macabro gioco a nascondino, tra Diana, l’entità e la famiglia.

Lights Out creature

Giudizio Finale:

Ritengo questo Lights Out uno dei film horror più divertenti da guardare che abbia visto nell’ultimo anno in sala, e questo è un peccato se penso che certe idee vengono sfruttate alla bene e meglio, sopratutto nella parte centrale del film che sembra uno spiegone – più corto – di cui non si sentiva la necessità a mio parere, io sono andato a vederlo con amici e loro neanche sentivano il bisogno di quei 5 minuti.

Certe scelte sembrano giustamente un attimo banali e scontate e l’escalation a mio avviso che segue negli ultimi 10 minuti di film è anche semplice, ma chiude bene i fili lasciati in sospeso (a parte quel collegamento logico sopracitato). Sicuramente non sentirò la necessità di un sequel.

Indubbiamente mi sono divertito durante la visione, la tensione c’era, i jumpscare per lo più facilmente intuibili da occhio e orecchio attento, ma rimangono comunque dell’idea che sia un ottimo film per passare la serata al cinema con gli amici.

Spero però che il regista si occupi di altri film di genere.

Il mio voto è 7-

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