La Lega Degli Straordinari Gentlemen, una delle opere più acclamate di Alan Moore, torna in una nuova versione grazie a Bao Publishing, che ha deciso di ripubblicarla in una nuova edizione italiana ad Agosto 2019.
Alan Moore è una figura certamente strana. Anche per un ambiente lavorativo come quello del fumetto, il quale praticamente più di ogni altro, dovrebbe essere avvezzo a stranezze e stramberie. Generalmente però, bizzarrie a parte, quando si parla di Alan Moore, si parla di lui come uno dei mostri sacri del fumetto internazionale, giustamente. Il suo lavoro su Miracleman, Swamp Thing, Watchmen, The Killing Joke e tante altre opere ha cambiato radicalmente il modo di pensare il fumetto “commerciale” degli anni ottanta, ed è proprio a partire da alcune delle sue più celebri opere che la critica più generalista ha potuto cambiare idea e rivalutare il fumetto supereroistico. Sì, è da quì che il termine graphic novel comincia ad essere usato e abusato da tutti, ma questa è un’altra storia.
A seguito di quanto scritto sopra, è evidente dunque che se siete quì saprete già quasi certamente chi è e cos’ha scritto Alan Moore e perché sia così tanto considerato nell’ambiente del fumetto anglo-statunitense. Esattamente come accade di tanto in tanto con alcuni grandi maestri della letteratura però, può capitare che il mito creato da poche opere metta in ombra il resto della produzione che l’autore in questione ha per l’appunto prodotto durante la sua carriera. Il primo esempio che potremmo farvi è quello delle poche e stra-note poesie di Giacomo Leopardi come L’infinito, A Silvia o Il sabato del villaggio, le quali sono assolute protagoniste del racconto che del poeta di Recanati si fa durante gli anni della scuola, ma che inevitabilmente sovrastano con la loro fama un gran numero di opere altrettanto degne di studio e lode.
Ora… Non siamo totalmente certi sul paragone tra Leopardi e Moore, troppo diversi per tempi ed espressioni artistiche probabilmente, nonché per la prosa usata nei loro tesi, ma siamo invece certi che, oscurata dal blasone di quei fumetti inizialmente citati, de La Lega Degli Straordinari Gentlemen si parli sempre troppo poco quando si parla delle opere di Alan Moore. Di fatto, la trama del primo volume de La Lega Degli Straordinari Gentlemen, che Bao Publishing ha deciso di ripubblicare in una nuova edizione italiana ad Agosto 2019, dandoci in oltre la possibilità di recensire il volume, è tanto semplice quanto straordinaria per brillantezza e originalità! Nel 1898, cinque avventurieri usciti dai romanzi d’avventura dell’età vittoriana britannica sono riuniti dall’MI5 di Sua Maestà per combattere una minaccia che sta per abbattersi su Londra. Vedete? Semplice, no? Eppure non per questo banale o facile da scrivere.
Alan Moore gioca e omaggia al tempo stesso, in questo primo volume de La Lega Degli Straordinari Gentlemen i miti della sua infanzia e di quella di molti suoi lettori, cresciuti leggendo vecchi libri di quella narrativa per ragazzi sempre meno presente nel percorso culturale dei più giovani. Dal famoso Capitano Nemo al colonialista ribelle Allan Quatermain, Dall’Uomo invisibile alla dualità del Dr. Henry Jekyll e di Mr. Hyde. Ma tra tutti questi grandi eroi uomini, è curioso e affascinante (specie a vent’anni di distanza dall’uscita originale dell’opera) vedere come Moore abbia deciso di affidare a una donna, Mina Harker, per altro nemmeno protagonista del romanzo nel quale appare in origine, ovvero Dracula, il ruolo di leader del gruppo e vero e proprio protagonista della storia. Ca va sans dire poi, che ognuno dei personaggi sopracitati sarà adeguatamente stravolto dal Bardo di Northampton e gettato in avventure ricche di citazioni e richiami a tutto quel filone letterario ottocentesco per lo più inglese padre della futura fantascienza. Ambientato in una Londra vittoriana riveduta e corretta in chiave squisitamente steampunk, La Lega Degli Straordinari Gentlemen è in grado di mixare sapientemente la più classica superhero action al fantapolitico. Merito questo di una quasi mai sufficientemente elogiata sceneggiatura di Alan Moore e del suo visionario worldbuilding.
Per quanto riguarda il comparto grafico, Kevin O’Neill qui è semplicemente mostruoso! Il disegnatore britannico dal tratto ruvido e spigoloso gioca anche lui con citazioni e richiami all’Ottocento, modellando il suo pur sempre riconoscibilissimo stile in quella che è la perfetta rievocazione a fumetti delle classiche locandine illustrate dell’età vittoriana. L’arte di O’Neill in questo volume è cangiante e si adatta alle varie fasi della narrazione. Dai momenti più distesi accompagnati da un disegno morbido e colorato a momenti d’azione nei quali il tratto ritorna spigoloso e pungente, riflesso di ciò che i personaggi provano e subiscono in quei momenti concitati. La regia del fumetto è attenta al dettaglio e assolutamente essenziale nell’impostazione della tavola. Il disegnatore ha optato per un’impostazione grafica assolutamente priva di virtuosismi o particolari usi della gabbia, a favore piuttosto di una più facile lettura delle scene e dell’azione. semplicità e immediatezza. Insomma, pura arte sequenziale.
In definitiva, La Lega Degli Straordinari Gentlemen è un’opera sì semplice, ma che non per questo è da considerarsi inferiore a quelle ben più blasonate di Alan Moore. Un fumetto facile da leggere e da amare (specie se si ha un minimo di confidenza pregressa con i personaggi), ma assolutamente difficile da scrivere e da far comprendere al lettore. Alan Moore e Kevin O’Neill riescono egregiamente a raccontare con semplicità e immediatezza una storia dal sapore squisitamente vintage. Dulcis In Fundo, il fumetto presenta, neanche troppo velatamente tra l’altro, tutta la solita poetica anarchica di Alan Moore, e questo è un dettaglio che quasi mai viene sottolineato, presentando l’opera in questione come la più banale e una delle meno riuscite del fumettista britannico.
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