Grazie a Netflix e Fandango abbiamo avuto la possibilità di vedere in anteprima i primi due episodi della nuova serie fantasy italiana Netflix, Luna Nera, che sarà disponibile a livello globale a partire dal 31 gennaio. Dopo la malavita romana in Suburra e i problemi adolescenziali in Baby è la volta della caccia alle streghe italiane nella nuova serie di stampo fantastico, tratta dal romanzo Luna Nera, Le Città Proibite (primo romanzo di una trilogia) di Tiziana Triana anche sceneggiatrice della serie.

Campagne laziali XVII secolo. Adelaide, chiamata da tutti Ade (Antonia Fotaras) una giovane ragazza di sedici anni, in seguito alla morte di un neonato viene accusata di stregoneria. Costretta ad allontanarsi dal suo paese insieme al suo fratellino, trova rifugio in quelle che sono le Città Proibite, un luogo segreto nel cuore del bosco abitato da una particolare comunità di donne. Nella sua nuova dimora Ade dovrà compiere una scelta molto difficile: adempiere al suo misterioso destino o scegliere l’amore per il giovane Pietro (Giorgio Belli) figlio dei Benandanti, i cacciatori di streghe.

Luna NeraDopo Suburra e successivamente Baby, Netflix torna in Italia per ambientare la sua nuova serie originale. Questa volta però decide di discostarsi completamente dai prodotti che l’Italia è abituata ad offrire, per addentrarsi in un mondo quasi totalmente inesplorato nel Bel Paese, quello del fantasy. Se pur l’Italia è colma di storie, leggende e miti folkloristici con un’impronta fantastica, sul fronte seriale e cinematografico sono pochissimi gli esempi che si possono annoverare, uno tra tutti è quello della fortunatissima serie anni ’90 Fantaghirò.

Insieme a Domenico Procacci di Fandango, Netflix decide di adattare il romanzo di Tiziana Triana in un prodotto destinato al grande pubblico non solo italiano ma mondiale, attingendo dalla cupa storia della caccia alle streghe nel nostro paese. Un progetto ambizioso, sperimentale e sicuramente innovativo quello di Luna Nera che però risente di tutti i difetti delle “prime volte”. Il genere fantasy in Italia non ha mai visto picchi di qualità, i prodotti sono quasi totalmente assenti e Luna Nera ha sulle sue spalle tutto il peso che questa mancanza comporta. Il comparto tecnico, almeno di questi due primi episodi risulta interessante. La fotografia curata da Valerio Azzali, è rarefatta e infonde alla scena una sensazione cupa, i colori che prevalgono sono il grigio, il verde e il marrone e tutta la scena richiama questa palette cromatica. I costumi sono ricercati e dettagliati, specialmente quelli delle donne che vivono nelle Città Proibite. L’estetica di alcuni personaggi è ben curata, così come il trucco e le acconciature. La scenografia è stata quasi interamente ricostruita all’interno degli studi di Cinecittà, le scene in esterna sono state girate in alcuni dei borghi più belli del Lazio come Canale Monterano, Celleno, Sorano e Sutri.

Luna NeraLa natura sperimentale della serie, porta però con sé un gran numero di difetti evidenti che potrebbero sicuramente far storcere il naso ad un pubblico generalista che si siede davanti al televisore per il semplice gusto godersi un prodotto. Già dal primo episodio lo spettatore viene proiettato in un mondo confusionario, caratterizzato da un certo numero di personaggi sconnessi tra di loro, mossi da futili intenzioni. Il rapporto tra di essi viene solo minimamente accennato e i legami che si creano (per esempio quello tra Ade e Pietro) sono fulminei, e per niente approfonditi. La narrazione del primo episodio inizia in media res, caratteristica che unita a ciò che detto in precedenza, rischia di creare ancora più dubbi e perplessità in coloro che guardano. Il secondo episodio mantiene la stessa linea, la confusione si affievolisce ma resta in sottofondo qualcosa di non detto, di sconnesso, una mancanza che crea costantemente una situazione di confusione. Ad avvalorare quanto detto, entra in azione un montaggio che per quanto lineare e privo evidenti salti temporali (non sono presenti flashback o flash forward di grande importanza) dona poco dinamismo alla scena creando quasi una sensazione di immobilità anche nelle sequenze che dovrebbero essere d’azione. Ciò che poi contribuisce a rendere il tutto ancora più artefatto e distaccato è la recitazione forse troppo accademica e poco sentita degli attori, alcuni dei quali al loro debutto di fronte alla macchina da presa. Si percepisce come un senso di difficoltà, specialmente da alcuni membri del cast di esprimere appieno le emozioni, come fossero bloccati o intimoriti.  La regia dei primi due episodi, affidata a Francesca Comencini (Suburra – La Serie) e negli altri episodi a Susanna Nicchiarelli e Paola Randi, è priva di virtuosismi, rimane calibrata e anche dove avrebbe potuto osare di più preferisce adottare uno stile pacato e decisamente sottotono non sfruttando ciò che viene messo a disposizione sulla scena, a partire dai costumi fino alle scenografie.Luna nera

Quasi completamente assente è la componente fantastica in questi due primi episodi, gli effetti speciali sono ridotti, impossibile quindi dire come si svilupperanno negli episodi successivi. La colonna sonora è affidata al duo Elisa Zoot e Ariel Lerner che hanno curato le musiche originali mentre le canzoni sono del gruppo Black Casino & The Ghost. La musiche scelte risultano immersivi e si addicono alla materia narrata, ad eccezione di alcuni momenti in cui la solennità della musica stona completamente con la scena mostrata. Ad essere però completamente out of context sono le canzoni, rigorosamente in lingua inglese dalle sonorità quasi pop, che irrompono in momenti svariati degli episodi, interrompendo così la sensazione di storico, passato che invece costumi e scenografia si impegnano ad infondere.

Luna Nera si compone di sei episodi e dai primi due sono già emersi quelli che sembrano essere i grandi difetti di una serie sperimentale e pioneristica come questa. Ad essere precaria è proprio la sceneggiatura che si compone di dialoghi forzati e momenti sconnessi che potrebbero risultare fastidiosi e confusionari. Anche se caratterizzata da un discreto comparto tecnico, questo potrebbe non bastare per far appassionare il pubblico mondiale ad un prodotto del genere quando la scelta di prodotti fantasy di qualità in giro è alta. Sicuramente è un prodotto innovativo sul panorama nazionale, che potrebbe fungere da apripista a produzioni sempre più nuove e sperimentali che forse impareranno proprio da questi errori per migliorare sempre di più.


Luna Nera sarà disponibile a partire dal 31 gennaio su Netflix, in tutti i paesi in cui il servizio di streaming è disponibile. Di seguito il trailer ufficiale della serie:

Lascia un commento