La Festa del Cinema di Roma si apre, anzi si “pre-apre” con un evento tutto dedicato ad uno dei maestri del cinema contemporaneo: Francis Ford Coppola. Il regista italoamericano è attualmente a Roma per presenziare all’anteprima italiana della sua ultima fatica: Megalopolis prima di regalare al pubblico una masterclass sul suo cinema che si terrà presso l’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone il giorno prima dell’inizio ufficiale della Festa. In diretta nazionale dagli Studi di Cinecittà, dove gli è anche stata dedicata una via, Coppola ha presentato al pubblico italiano il suo ultimo film, la sua favola contemporanea sul grande sogno americano, il SUO sogno americano, che corrisponde in parte alla realizzazione di questo film più unico che raro.

Un artista geniale con il potere di fermare il tempo combatte contro un sindaco ultraconservatore per salvare il mondo morente e ispirare speranza. Un’epopea romana ambientata in un’America moderna e immaginaria.

Era il 1979, Apocalypse Now, quello che sarebbe diventato uno dei capolavori della storia del cinema contemporaneo, stava iniziando le sue riprese quando un giovane Francis Ford Coppola iniziò la scrittura di una sceneggiatura ambiziosa e premonitrice che però non ebbe allora una conclusione. Solo nel 2019, quasi mezzo secolo dopo, quella sceneggiatura che aveva dato origine al progetto embrionale di Megalopolis vide la sua conclusione. Un progetto talmente tanto ambizioso che il regista è stato costretto ad autofinanziare (120 milioni di budget) a costo di vendere parte della sua azienda vinicola. Il che non sembrò essere un chi sa quale grande problema visto l’attaccamento di Coppola al progetto. Il regista infatti ha più volte dichiarato che Megalopolis è quello che ha sempre voluto realizzare, il suo grande sogno, iniziato già in tenera età con la visione di La Vita Futura, liberamente tratto dal romanzo di H.G. Wells in cui il tema centrale era proprio la “costruzione del mondo del domani”. Ma in realtà le ispirazioni – sulla carta –  sono molteplici, a partire dal De Catilinae Coniuratione di Caio Sallustio Crispo in cui ci si interroga se la società nella quale viviamo è l’unica realtà possibile, fino ad arrivare ad un pensiero che il regista ha maturato anche durante la presentazione del suo film in Italia: “L’America è basata politicamente si un modello romano” ed è per questo che Megalopolis presenta personaggi di carattere e nome romano, ambientato in una New York futuristica chiamata New Rome.

Non è un caso che l’ambientazione sia New York, il simbolo per eccellenza dell’americanità, che però nello sfondo mescola caratteristiche di altre città americane come la Willis Tower di Chicago, un agglomerato architettonico e di persone che più che una nuova Roma ricordano una nuova Babilonia e all’allora immaginata Metropolis, nata dalla penna di Thea Von Harbu e resa reale da Fritz Lang. Parterre pittoresco di interpreti che quasi come nel Satyricon di Fellini si ammassano gli uni sugli altri dando vita alla variopinta città immaginata da Coppola in cui ha origine il più classico degli scontri Shakespeariani. Si è così di fronte all’idea di un colossal contemporaneo e fuori dal tempo che però resta solo un sogno, un abbaglio, un po’ come quello del suo protagonista Cesar Catilina (Adam Driver). Pellicola estremamente complessa, non solo in fase di scrittura vista la miriade di elementi al quale attinge, ma anche in realizzazione – Christian Bale come protagonista sostituito da Driver, Forrest Whitaker nel cast che però non prese mai parte al progetto, riprese a Cinecittà ma poi spostate negli studios di Atalanta – Megalopolis è la croce e la delizia del suo autore, un artista che ha fatto scuola negli anni, che immagina qui una sua visione di grande cinema, che però resta grande nelle intenzioni e nei sogni.

Il grande problema di Megalopolis è il suo voler essere Megalopolis. Un progetto che ha costantemente dei punti di riflessione che però non approfondisce mai, una grande idea spiegata in modo troppo semplice, ancorata a delle idee del passato che lo rendono un film sul futuro completamente passato. New Rome è l’incarnazione dell’utopia e della distopia in un mondo dove “l’adesso distrugge il per sempre” – come dice l’architetto Catilina (Driver) – con lo scopo di costruire la città del futuro impiegando l’utilizzo del Megalon, un misterioso materiale che tutto crea e tutto distrugge. Ma le idee di Catilina si scontrano con il pensiero conservatore di Franklyn Cicero (Giancarlo Esposito) il quale crede che per salvare la città occorra la semplice costruzione di un casinò che faccia “incassare un po’ di soldi per risollevare la situazione”, visioni opposte, metafora dello scontro vecchio nuovo. Ma i conflitti del film non terminano qua, la pellicola è un continuo scontro di idee e personaggi che danno origine ad una serie di sottotrame spesso inconcluse che creano il “casino” che è Megalopolis: sesso, politica, cultura pop, filosofia… un insieme frammentato di tante cose, una sorta di grande romanzo postmoderno che utilizza il concetto di metropoli per analizzare la società come fatto da Blade Runner e Brazil.

Megalopolis è un film di fantascienza, è un gangster movie, una satira politica e contemporanea, una commedia romantica, un dramma famigliare, un muscial alla Baz Luhrmann, ma allo stesso tempo è una parodia di sé stesso in cui l’ambizione creativa del suo stesso creatore diventa genio, follia e decadenza. Un unicum cinematografico apprezzabile per l’estro e il coraggio creativo, un’allucinazione collettiva memorabile, un’esperienza cinematografica che nel bene, ma soprattutto nel male definisce “grande” il suo creatore.


Megalopolis di Francis Ford Coppola arriva al cinema con Eagle Pictures il 16 ottobre. Ecco il trailer italiano del film:

RASSEGNA PANORAMICA
Megalopolis
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Classe 1995, laureato in critica cinematografica, trascorro il tempo tra un film, una episodio di una serie tv e le pagine di un romanzo. Datemi un playlist anni '80, una storia di Stephen King e un film di Wes Anderson e sarò felice.
megalopolis-croce-e-delizia-del-cinema-di-francis-ford-coppola-recensione-roff19Megalopolis è un film di fantascienza, è un gangster movie, una satira politica e contemporanea, una commedia romantica, un dramma famigliare, un muscial alla Baz Luhrmann, ma allo stesso tempo è una parodia di sé stesso in cui l’ambizione creativa del suo stesso creatore diventa genio, follia e decadenza. Un unicum cinematografico apprezzabile per l’estro e il coraggio creativo, un’allucinazione collettiva memorabile, un’esperienza cinematografica che nel bene, ma soprattutto nel male definisce "grande" il suo creatore.

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