Finalmente dopo una lunga attesa torna Only Murders in The Building, serie con protagonisti Selena Gomez, Martin Short e Steve Martin. Sarà riuscita questa terza stagione a confermare il trend positivo delle prime due? Noi abbiamo potuto vederla in anteprima e ve ne parliamo in questa recensione.

Dopo aver affrontato intrighi che risalgono alle origini dell’Arconia, omicidi e condomini fastidiosi, il trio composto da Charles Haden Savage (Steve Martin), Oliver Putnam (Martin Short) e Mabel Mora (Selena Gomez) sta per imbarcarsi nel suo più importante progetto, creare uno spettacolo teatrale. Quando però lo spettacolo viene minacciato dalla morte della star (Paul Rudd), il trio deve rimettere i panni degli investigatori per riuscire a scoprire chi si cela dietro l’omicidio e salvare anche la loro pelle oltre che lo spettacolo, oltre ovviamente a dover affrontare i propri problemi e la nuova consapevolezza che il loro ruolo comporta in questa nuova avventura.

Only Murders in the Building: Stagione 3Steve Martin e John Offman, ideatori e sceneggiatori della serie, con questa terza stagione avevano davvero una sfida complessa: riuscire a fare qualcosa di diverso ma rispettoso della crescita che hanno avuto i personaggi, e possiamo dire che ce l’hanno fatta. Ormai arrivati alla terza stagione il trio composto da Martin, Short e Gomez è sempre più affiatato, ma allo stesso tempo ogni personaggio ha la propria storyline e quindi, anche quando vengono separati, riescono a risplendere senza far perdere attenzione allo spettatore. Proprio per questo vi è un’attenzione particolare anche alle loro consapevolezze sviluppate dopo tre anni di indagini criminali e scoperte personali. In questo senso i personaggi che ne escono meglio sono decisamente Mabel e Charles.

La prima finalmente ha trovato la sua strada e la sta cercando di percorrere ma facendo il possibile per non perdere tutto quello che ha conquistato in questi anni tra cui l’amicizia con Oliver e Charles. Charles continua a nascondere la sua insicurezza e quello che ha passato in questi due anni dietro la figura di attore navigato, ma si apre di più in molti momenti e fa vedere insicurezze anche all’esterno, consapevole del suo ruolo all’interno della serie e della narrazione. Oliver, invece, sta passando uno dei momenti più tragici della sua vita: finalmente il suo secondo debutto a Broadway sta per diventare realtà quando viene irrimediabilmente marcato dalla morte del suo protagonista; questo, insieme a tutto quello che ha passato in questi anni, lo porta a toccare il fondo. Short in questa veste dimostra tutta l’abilità nel portare su schermo le emozioni di questo uomo anziano e la disperazione di vedere nuovamente i suoi sogni infranti, sogni che sembrano nuovamente allontanarsi avendo anche sgraditi effetti sulla sua salute. Oliver, però, da personaggio stoico qual è, e grazie alla forza trasmessa dagli altri due protagonisti, ritrova la sua voglia di riscatto e la verve necessaria a continuare l’indagine.

Come si diceva precedentemente, Only Murders in the Building in questa stagione dimostra una sensibilità nel trattare certi temi davvero invidiabile, temi come la solitudine, la riscoperta di sé stessi e la nuova vita dei protagonisti. Temi che molto più che nelle scorse stagioni ed insieme ad una consapevolezza del proprio essere uno show, e senza eccedere troppo nel contesto meta narrativo, portano questa stagione a regalare momenti divertenti ed anche intriganti.

La terza stagione può anche contare su un cast di supporto stellare, come Meryl Streep e Paul Rudd, quest’ultimo illustre vittima della stagione. Ben e Loretta sono due aggiunte che si mettono subito in contrasto tra di loro, ma che dimostrano due modi diversi di porsi nei confronti del resto della crew, ma conoscendoli dimostrano diverse sensibilità inaspettate. Rudd e la Streep non hanno bisogno certo di presentazioni, ma sono una piacevole, funzionale e brillante aggiunta ad una stagione che di per sé scorre benissimo ed appassiona. Vengono anche usati saggiamente, senza rubare la scena agli altri personaggi ed alle loro storie personali, ma non rimanendo relegati al ruolo di semplici marionette nelle mani degli sceneggiatori. Sono attori famosi, ma non per questo vengono sprecati o usati per rilanciare una serie tutt’ora in grande forma, ma semmai la rinnovano e ne elevano lo status all’interno del panorama televisivo.

Ovviamente per quanto sia una piacevole serie che non smette di sorprendere, la terza stagione di Only Murders in the Building non è esente da difetti: quello che si potrebbe infatti predicare alla serie è che la parte iniziale si perde un po’. Infatti, la parte iniziale indugia sul mistero, per concentrarsi di più sui personaggi e sui loro stati d’animo, non portando tangibili progressi nell’indagine, anzi a volte sembra che siano i personaggi stessi, più di prima in balia degli eventi.

La seconda parte riprende di più il filo, e porta a segno numerosi twist interessanti, che non rendono per nulla “scontato” l’assassino ed il suo movente, ma allo stesso tempo semina indizi non truffaldini per aiutare gli spettatori e quindi elide il più grande problema dei crime con twist, la non costruzione. La parte finale della stagione, inoltre, consegna molti momenti di realizzazione personale e poggia su quello che è stato costruito precedentemente, dando un senso di coesione e unità narrativa all’intera serie che sembrava perso nelle prime puntate. Non ci è dato sapere ancora se questa sarà l’ultima stagione, ma l’arco dei personaggi sembra quasi volgere al termine e quel poco che ancora si potrebbe narrare rimane lì, quasi come una paura per gli spettatori: infatti, se questa dovesse essere l’ultima stagione, sarebbe il perfetto addio per i nostri crime podcasters, ma dovesse continuare potrebbe essere difficile far evolvere personaggi che ormai sono in dirittura di arrivo e pronti per nuove occasioni di vita.

Only Murders in the Building con il finale della seconda stagione sembrava starsi dirigendo lontano dall’affascinante Arconia Palace, ma in una maniera sorprendente ed ancora più irriverente del solito gli fa ritorno con quella che potrebbe essere la stagione migliore dello show. I creatori della serie in queste tre stagioni sono riusciti a creare dei personaggi splendidi, a partire dai tre protagonisti Charles Haden Savage (Steve Martin), Oliver Putnam (Martin Short) e Mabel Mora (Selena Gomez). La terza stagione continua a fare affidamento sul trio sempre più affiatato, con un twist, una separazione netta delle storyline; infatti, se fino alla stagione precedente separare i protagonisti poteva sembrare un azzardo, questa terza stagione dimostra come gli attori si siano così calati nella pelle dei protagonisti da poter reggere da soli la scena in molti momenti, dando una varietà che rinnova ulteriormente il prodotto. L’aggiunta di attori come Paul Rudd e Meryl Streep non fa altro che dare valore ad un prodotto crime, leggero e spontaneo, ma anche splendidamente costruito. Non ci è dato sapere se questa sarà l’ultima stagione, ma se questo fosse di fatto l’addio ai personaggi, sarebbe uno splendido e molto conscio modo di salutare l’Arconia, i suoi inquilini ed i nostri podcaster true crime preferiti.


La terza stagione di Only Murders in the Building debutta su Disney+ dall’8 agosto. Di seguito il trailer ufficiale della nuova stagione:

RASSEGNA PANORAMICA
Only Murders in the Building Stagione 3
8
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Sono Luca, fin da piccolo mi sono interessato ai fumetti e successivamente alle serie tv, quando mi è stata data la possibilità di parlare delle mie passioni mi sono ficcato in questo progetto. PS: Ryan Ottley mi ha chiamato Tyrion non ricordandosi il mio nome.
only-murders-in-the-building-stagione-3-il-trio-sbarca-a-teatro-recensioneOnly Murders in the Building con il finale della seconda stagione sembrava starsi dirigendo lontano dall'affascinante Arconia Palace, ma in una maniera sorprendente ed ancora più irriverente del solito gli fa ritorno con quella che potrebbe essere la stagione migliore dello show. I creatori della serie in queste tre stagioni sono riusciti a creare dei personaggi splendidi, a partire dai tre personaggi principali: Charles Haden Savage (Steve Martin), Oliver Putnam (Martin Short) e Mabel Mora (Selena Gomez). La terza stagione continua a fare affidamento sul trio sempre più affiatato, con un twist, una separazione netta delle storyline; infatti, se fino alla stagione precedente separare i protagonisti poteva sembrare un azzardo questa terza stagione dimostra come gli attori si siano così calati nella pelle dei protagonisti da poter reggere da soli la scena in molti momenti e dare una varietà che rinnova ulteriormente la serie. L'aggiunta di attori come Paul Rudd e Meryl Streep non fa altro che dare valore ad un prodotto crime, leggero e spontaneo, ma anche splendidamente costruito. Non ci è dato sapere se questa sarà l'ultima stagione, ma se questo fosse di fatto l'addio ai personaggi, sarebbe uno splendido e molto conscio modo di salutare l'Arconia, i suoi inquilini ed i nostri podcaster true crime preferiti. 

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