Dopo sei anni, quattro Critics’ Choice Television Award, due Emmy Award e tante, tantissime emozioni, Orange Is The New Black arriva alla sua ultima stagione e noi di Redcapes.it abbiamo potuto guardare in anteprima l’intera stagione finale di quello che è stato, a tutti gli effetti, uno degli show di punta di Netflix fin dai suoi primi tempi e fin dal lancio della piattaforma in Italia.
Ma perché è stato così importante e perché così tante persone hanno amato le storie di Piper, Alex, Suzanne, Pussey, Nickey e tutte le altre donne di Litchfield? Cos’è che rende Orange Is The New Black lo show speciale che è stato? In fondo la serie di Jenji Kohan è solo l’adattamento di un romanzo autobiografico, no? Bhe, sulla carta sì, ma in realtà Orange Is The New Black ci ha raccontato ben più della storia romanzata di Piper Kerman/Chapman. OITNB ci ha raccontato e sopratutto insegnato, che quelle dietro le sbarre dei penitenziari sono persone e non semplici numeri. Che i detenuti, i senzatetto, gli psicotici, gli orfani, i tossicodipendenti, gli abusati e gli immigrati non sono solo codici identificativi e nomi all’interno di un articolo di un giornale. Ognuno di loro ha una storia, una famiglia, un passato ma anche e sopratutto il diritto ad un futuro. Dulcis in Fundo, le drammatiche e struggenti storie vissute dalle detenute di Litchfiel hanno denunciato al mondo intero tutte le criticità e le ingiustizie del sistema penitenziario e burocratico amministrativo degli Stati Uniti. Insomma, OITNB è stata senz’ombra di dubbio una delle più importanti serie televisive degli ultimi dieci anni e di tutta quest’importanza si fa carico proprio la sua stagione finale.
Mentre Piper affronta a fatica la vita all’esterno della prigione, tra problemi economici, familiari e sentimentali, a Litchfield la vita va avanti, e ingiusta come sempre si abbatte sul resto delle protagoniste ancora detenute nel carcere di massima sicurezza. Taystee e Cindy dovranno convivere con il peso delle loro scelte, così come Gloria e Maria. Nel frattempo il gruppo della cucina sarà alle prese con un problema più grande di loro.
Per quanto all’inizio non sembri, in realtà questa settima stagione è radicalmente diversa da tutte le altre. Durante le sei stagioni precedenti infatti, abbiamo visto le protagoniste dello show affrontare l’inferno puntata dopo puntata. Le abbiamo viste cadere e andare in pezzi tantissime volte mentre i problemi della vita in prigione divoravano loro e le loro vite dentro e fuori Litchfield. Ed è proprio così che sono arrivate alla stagione finale le protagoniste di OITNB, distrutte. Distrutte nello spirito alcune e nella mente altre. Ma esattamente come la giustizia dovrebbe essere, ovvero riparativa, quest’ultima stagione, in quasi totale distacco dalle precedenti, vede le protagoniste intente nel ricostruirsi, nell’andare avanti e nel fare i conti con ciò che gli anni della loro vita trascorsi in prigione hanno ancora in serbo per loro. Si sa poi che per riparare le cose e sopratutto le situazioni della vita serve tempo, e nessuno ha più tempo di un carcerato, perciò è così che i personaggi della settima stagione cercano di riparare a relazioni, genitorialità, lavori ed errori di gioventù, per ricostruire ciò che sarà di loro in futuro e ciò che loro saranno per gli altri.
Da un punto di vista più strettamente tecnico, i tredici episodi della settima stagione procedono tra tanto drama e qualche risata, alla solita maniera, focus su un personaggi principale intervallato da tre brevi flashback riguardanti il passato del suddetto personaggio. Più di ogni altra stagione probabilmente, la politica e l’attualità sono centrali per la narrazione delle trame orizzontali. In particolare i temi dell’Immigrazione e del fenomeno #MeToo sono seriamente trattati dalla serie, che ovviamente e in pieno stile OITNB. prende forti posizioni in merito.
In definitiva, la settima stagione di Orange Is The New Black non è nemmeno la migliore tra tutte. Non è quella più drammatica (per quanto lo sia comunque, è pur sempre OITNB, lo sapete…), non è quella nella quale accadono più cose o quella nella quale ci sono maggiori momenti epici, ma è certamente quella giusta per concludere le cose. Qualche sotto trama si poteva gestire meglio, certo, ma in definitiva il tutto si è concluso come era giusto che si concludesse. La serie era diventata talmente importante nell’immaginario collettivo dei fan che il solo scrivere che è finita provoca uno strano effetto di vuoto. Merito questo, degli autori e del cast di attrici, in grado di dar vita a personaggi di cui il fan conosce perfettamente la psicologia, il modo di parlare e di agire. In altre parole, personaggi realistici e reali.
Orange Is The New Black è però finito veramente, ma ha lasciato qualcosa nel cuore e nella mente di tutti i fan. Fare del bene anziché del male se si può, riparare ai propri errori, che punire ciecamente non serve a nulla, che non a tutto si può porre rimedio e che il nostro passato, bello o brutto che sia, fa parte di noi, ma sopratutto Orange Is The New Black ci ha insegnato a rimanere umani anche quando tutto intorno a noi sembra disumano.