Ralph Spacca Internet di Phil Johnston e Rich Moore | Recensione

0
Ralph Spacca Internet

Ralph Spacca Internet, come il titolo lascia intendere, è il sequel di “Ralph Spaccatutto”, film d’animazione in computer grafica diretto da Phil Johnston e Rich Moore che, nell’ormai lontano 2012, convinse pubblico e critica. A colpire fu in particolare il soggetto, per certi versi simile a quello di Toy Story: i videogame di una sala-giochi prendevano vita durante l’orario di chiusura, attraversando una routine fatta di lavoro, amicizie, rivalità e sentimenti.

“Ralph Spacca Internet” amplia lo scenario, spostando le avventure di Ralph e Vanellope nel mare sconfinato della Rete. Il risultato è uno dei film d’intrattenimento migliori dell’anno, forse addirittura superiore al suo capostipite. Se l’intento parodistico di “Ralph Spaccatutto” era rivolto all’epoca gloriosa degli anni ’80, ormai cristallizzata nel tempo, stavolta il bersaglio delle citazioni e delle prese in giro è attualissimo.

Internet è ormai diventato una presenza fissa nella nostra quotidianità, un compagno di viaggio utile e invadente al tempo stesso. La pellicola se ne fa beffe a più riprese, ma, soprattutto, mette alla berlina i comportamenti dell’utente medio che, osservati dal punto di vista esterno di Ralph e Vanellope, appaiono assurdi e, talvolta, ridicolmente inquietanti. L’umorismo slap-stick rivolto ai più piccoli è presente solo in minima parte, mentre abbonda quello più contestualizzato, che scaturisce spontaneamente dall’assurdità delle situazioni che si parano dinanzi ai protagonisti.

Ovviamente “Ralph Spacca Internet” è comprensibile e apprezzabile da qualsiasi fascia di pubblico, ma soltanto chi mastica cultura pop con ingordigia riuscirà a cogliere tutte le gag che costellano la narrazione. Come già accennato, la parodia del Web 2.0 non si limita soltanto a divertire lo spettatore, ma lancia anche sferzate ricche di spirito critico. Internet si presenta a Vanellope come la terra delle grandi opportunità, un nuovo mondo dove tutto è possibile. Ma qual è il metodo più rapido per sbarcare il lunario? Il trash, la spazzatura. I trend nascono rapidamente, per morire altrettanto rapidamente, in un gioco al ribasso che sacrifica il contenuto. Un calderone ribollente di idee, quindi, che è stato cotto a puntino per dare vita a una storia interessante e che intrattiene per tutta la durata della pellicola, alquanto corposa per gli standard dei film d’animazione (2 ore).

Forse proprio per non aumentare ulteriormente il minutaggio, uno degli spunti narrativi più interessanti, amaro e pungente, viene liquidato in fretta, senza sfruttare appieno il suo potenziale. Un piccolo neo che, però, non pregiudica la qualità complessiva del film. Se sparare a zero su Internet può sembrare “facile”, la Disney dimostra di non avere alcun timore nel prendere in giro anche sé stessa. La tradizione del numero musicale introspettivo, che vede la protagonista di turno enunciare i suoi desideri più profondi in forma musicale, viene dissacrata in modo irresistibile. All’interno del mare magnum di citazioni equilibrate e mai eccessivamente autocelebrative, spicca la scena delle principesse. Da sola, vale il prezzo del biglietto, e sarà fonte infinita di meme e merchandise dedicato. Peraltro, si rivela utile ai fini della trama, e si contrappone in modo interessante al vero tema affrontato da “Ralph Spacca Internet”.

Nella maggior parte dei classici Disney, al centro della trama vi sono l’amore e il suo potere salvifico. Stavolta, i riflettori sono puntati su un sentimento altrettanto complesso e ricco di sfaccettature: l’amicizia. L’argomento viene sviscerato in profondità, in modo consapevole e toccante. La morale è autentica, e trova pieno compimento in un finale molto maturo e senza compromessi. Stupisce notare, in questo senso, come l’assenza di un cattivo ben definito non pesi sulla storia. Del resto, i veri cattivi sono i difetti caratteriali dei personaggi, i demoni interiori che devono affrontare e superare. Ralph e Vanellope non sono perfetti. Pur essendo composti da stringhe di codice, sono irresistibilmente umani, ricchi di pregi e debolezze. Proprio per questo, è impossibile non empatizzare con loro, e con i turbamenti emotivi che dovranno affrontare. Colpiscono di meno, invece, i nuovi personaggi secondari. Pur essendo ben caratterizzati e divertenti, non sono all’altezza dei comprimari del film precedente, peraltro qui relegati a un ruolo di contorno.

L’eccezione è rappresentata da Shank, doppiata da Gal Gadot in originale e chiaramente ispirata nelle fattezze all’interprete di Wonder Woman. E’ lei a traghettare Ralph e Vanellope all’interno di “Slaughter Race”, gioco on-line che, per impostazione, ricorda il famosissimo “GTA”. Anche questa citazione non si limita a lanciare strizzate d’occhio allo spettatore, ma, come quasi tutte le altre, rappresenta un elemento importante all’interno della vicenda. “Ralph Spacca Internet”, insomma, è un sequel che riesce a riproporre gli elementi che avevano reso grande il primo film, riaggiornandoli e collocandoli all’interno di un’ambientazione nuova e più attuale. L’operazione è vincente, e stupisce per profondità e carica emotiva.

Ralph Spacca Internet è dunque un sequel all’altezza, forse addirittura superiore al primo film. Al centro, la parodia della Rete e delle strane usanze dei suoi utenti. La Disney dimostra anche grande autoironia, prendendo in giro i cliché dei suoi grandi classici. La risata non è, però, fine a sé stessa. Grande importanza viene data al valore dell’amicizia, e all’umanità dei personaggi. Il finale spiazza per la sua maturità, e per la morale molto realistica di cui è intriso. Un vero e proprio successo!

Lascia un commento