[Recensione] Addio Fottuti Musi Verdi, il film dei The Jackal diretto da Francesco Ebbasta

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Negli ultimi anni molti sono stati i progetti che hanno visto personaggi nati dal web come YouTuber o Facebook Star approdare sul grande schermo e nella maggior parte dei casi questi progetti si sono rivelati dei grandissimi buchi nell’acqua, saranno riusciti i The Jackal con il loro Addio Fottuti Musi Verdi a invertire questa disastrosa tendenza? Oppure anche questa volta ci troviamo di fronte ad una grande occasione sprecata?

Prima di addentrarci però nella vera e propria recensione vorrei spiegare brevemente chi sono i The Jackal a tutti coloro che sono rimasti chiusi in una bolla per gli ultimi 10 anni. I The Jackal sono un collettivo di videomaker partenopeo nati nel 2006 e che si sono subito contraddistinti nel panorama YouTubico italiano grazie alla loro elevata qualità audio/visiva rispetto agli altri creatori di contenuti nella piattaforma. Il gruppo raggiunge la massima notorietà grazie alla webserie Lost In Google, che di lì a poco divenne subito un cult e lancio il collettivo verso altri lidi, come ad esempio la televisione. Celebri sono le loro saghe di Gay ingenui, Gli effetti di Gomorra sulla gente e i divertentissimi monologhi di Fru. Dopo un lungo percorso durato oltre 11 anni i The Jackal approdano sul grande schermo con il loro primo film diretto da Francesco Ebbasta, lo storico regista della maggior parte dei video del gruppo.

Tornando alla domanda precedente, i The Jackal sono riusciti a realizzare un buon film? La risposta è SI. A contrario di progetti davvero pessimi come Fuga di Cervelli o Game Therapy che sfruttavano la presenza di personaggi del Web solo per attirare i fan in sala senza aver davvero qualcosa di interessante da raccontare, questo film, come in parte era stato anche il film dei The Pills -che però soffriva pesantemente di una limitazione data dal format che non si sposava bene con il media cinematografico, invece ha molto da dire e porta sul grande schermo una personalissima idea di cinema, che spazia dalla comicità no sense alla Maccio Capatonda, alla sottile critica sociale. Analogamente a quanto è già successo di recente con Cotto & Frullato Z – The Crystal Gear -film che però sfortunatamente non ha trovato distribuzione, quando si ha per le mani un prodotto di qualità, anche cambiando il media, difficilmente questo perderà la qualità. i video dei The Jackal hanno sempre avuto una grande qualità produttiva e contenutistica, la stessa qualità e cura con cui è stata realizzata questa pellicola.

Addio Fottuti Musi Verdi ci racconta la storia del giovane Ciro Priello, grafico napoletano pluri-laureato che però non riesce a trovare un impiego che lo soddisfi e valorizzi. Per tirare avanti si trova diviso tra due lavori mal retribuiti, uno da inserviente in una friggitoria napoletana gestita da cinesi e l’altro da grafico per non pagato che deve esaudire tutte le folli richieste dei Felacone, famigli produttrice di piselli in scatola. Dopo aver inviato il curriculum praticamente ovunque, sotto pressione del suo amico Fabio, a Ciro non resta che un’ultima possibilità, mandarne una copia anche nello spazio. Si troverà così a lavorare per una società aliena idilliaca, fondata sulle competenze e meritocrazia, concetti estranei al mercato italiano, dove riceverà finalmente l’attenzione che gli spetta. Ma quali saranno per Ciro le conseguenze del rapimento alieno? Questi alieni cosa varranno dalla terra? Sono davvero pacifici come sembrano? Ma sopratutto metteranno l’ananas sulla pizza?

La trama di questa commedia fantascientifica è molto lineare e funzionale allo svolgimento della pellicola senza particolari buchi logici, anzi tutto è ben legato e torna alla fine della pellicola. Sin da subito veniamo trasportati in un universo surreale, anche se questo non salta subito all’occhio. I personaggi sono ben caratterizzati, ricchi di sfaccettature e ben distinguibili sin dai primi minuti del film, non possiamo dire lo stesso per i rapporti tra di loro che vengono solamente abbozzati è mai approfonditi, nulla di grave sia chiaro ma ci stava una maggiore esplorazione dei legami. Le battute di cui è pregna la pellicola sono davvero divertenti e sagaci, la maggior parte funzionano alla grande e risultano pienamente funzionali per descrivere e denunciare con ironia le cose che non vanno nella nostra società. La pellicola è piena di citazioni a film, videogiochi e libri di fantascienza e non solo, da Alien a Guida Intergalattica per Autostoppisti passando per 1997 – Fuga da New York, la Trilogia del Cornetto e la saga di Metal Gear Solid. Ottimo  anche l’espediente narrativo che da il nome alla pellicola, nulla di innovativo ma comunque non banale. Immancabili sono il riferimento ad alcune delle gag che hanno reso celebre il collettivo, bene inserite e senza cliché tipici dei loro sketch, sono amalgamati sapientemente nella pellicola così da risultare simpatici a chi non conosce il The Jackal e al contempo evocative per i fan.

Ma passiamo ad uno degli aspetti su cui tutti sono interessati, come se la sono cavata i ragazzi dei The Jackal con la recitazione? La risposta è bene. Inutile negare che sappiano stare davanti ad una telecamera, è ciò che fanno da ormai oltre 11 anni e, nonostante non siano attori professionisti, se la cavano molto bene. Non siamo ovviamente difronte a delle interpretazioni imprescindibili ma comunque il livello della recitazione è buono, non danneggia la pellicola anzi, l’estrema naturalezza di come i personaggi si interfacciano tra di loro rende il tutto molto più realistico. Ciro mantiene la sua tipica spontaneità che conosciamo già dai video, fatta di facce buffe e risate goliardiche, dettagli che però potrebbero non incontrare il gusto di chi non conosce i The Jackal. Il film è ricco di guest star, come Fortunato Cellino e Salvatore Esposito direttamente dal cast di Gomorra che interpretano i Felacone, Roberto Zibetti che interpreta il leader degli alieni Brandon e Haruhiko Yamanouchi nei panni del capo della friggitoria. Tra i molti cameo spicca quello di un insospettabile che non sto qui a spoilerarvi nonostante i stessi The Jackal ne avevano parlato in una delle loro interviste, molto esilarante divertente e ben recitato, non mi sarei mai immaginato che si sarebbe prestato ad un cameo simile. Nota speciale va al Tenente Ruzzo Simone, personaggio che vediamo sporadicamente nella pellicola ma di forte importanza, che poi viene ben approfondito nella graphic novel Fottuti Musi Verdi A Chi? edita da Bao Publishing.

La regia di Francesco Ebbasta, al secolo Francesco Capaldo, è molto chiara e pulita, non presenta imperfezioni evidenti ed è ottima per questo tipo di prodotto. Anche la fotografia è di buona fattura, ricca di dettagli, ottimi movimenti di macchina e di alcuni lievi virtuosismi che rendono alcune scene davvero molto interessanti, certamente qualcosa che difficilmente trovereste in altre commedie italiane. La scelta dei colori è davvero azzeccata, riesce a descrivere a prima vista le ambientazioni e la connotazione delle scene. Ottimo pure il montaggio molto frenetico e serrato che annulla ogni possibile tempo morto favorendo di gran lunga i contenuti e l’ironia. Uno dei maggiori punti di forza sono gli effetti speciali, realizzati da Chromatica, Wonderlab ed in parte da Hive Division -già celebri per il fan film Metal Gear Solid: Philanthropy, non mi sarei mai aspettato che un film del genere per di più italiano portasse in scena un comparto visivo tale, davvero nessun film uscito negli ultimi anni ha lontanamente una cura tale per gli effetti visivi che risultano molto gradevoli e per nulla finti. Anche il comparto sonoro curato da Michele Braga è ottimo, ricco di buone canzoni -anche se un po’ ripetitive, e di suoni e rumori perfettamente adatti alle scene.

In conclusione, Addio Fottuti Musi Verdi è un film molto coraggioso ed un ottima prova artistica del collettivo noto come The Jackal, una divertente commedia sci-fi che mancava, assolutamente non priva di difetti, ce ne sono diversi ma non sono poi così limitanti. Dunque un ottima opera prima che dimostra a tutti che quando si ha una buona idea ed un progetto solido e professionale alle spalle è possibile fare il grande salto dal mondo del web al grande schermo senza rischiare di rimanerne schiacciati.

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