Avevo molti dubbi su questo film, prima della visione. La mia preoccupazione era rivolta all’ipotetico rimaneggiamento della storia e, quando ci si approccia a un romanzo come Assassinio sull’Orient Express, è meglio non rimescolare le carte in tavola. Toccare 71 anni di storia della letteratura e arrivare al cinema dopo 4 trasposizioni cinematografiche, tra cui quella di Sidney Lumet del 1974, non rende sicuramente semplice richiamare a se il pubblico più affezionato, figuriamoci poi destare l’interesse del resto degli spettatori… Ma ecco arrivare finalmente nelle sale l’Assassinio sull’Orient Express di e con Kenneth Branagh, film essenzialmente molto fedele e rispettoso del libro che fa però della messa in scena il suo punto di forza, rendendo più moderno e accattivante un impianto scenico e narrativo comunque già di per sé perfetto.
La trama è davvero molto semplice, tutti gli appassionati dei romanzi gialli e di Agatha Christie la conosceranno sicuramente, durante un tragitto sull’Orient Express viene commesso un delitto. Tocca al famoso e straordinario detective Hercule Poirot scoprire chi è l’assassino.
Elegante e garbatissimo, questa nuova trasposizione della bellissima opera della Christie, stupisce lo spettatore non tanto per una trama con un finale ben conosciuti ma più per la messa in scena idea da Branagh. Il regista attore gestisce ottimamente inquadrature, spazi e ambientazioni. Per nulla claustrofobico, nonostante la maggior del film sia girata in un treno, l’ambientazione è sicuramente una presenza forte nelle pellicola. Si sa che quando si parla della regia di Branagh, si associa la pellicola subito ad un modo teatrale di vedere il cinema, qui più che mai questa sua caratteristica viene fatta risaltare. Per ogni dialogo sembra venga allestito un piccolo palco, come una scenografia da teatro con oggetti di scena funzionali e uno sfondo significativo. Il regista da il suo stile alla pellicola, la rende teatrale e fa in modo che lo spettatore sia un osservatore esterno che non entra mai davvero nella storia, che guarda un thriller senza mai pero venirne immerso.
Encomiabile la gestione degli spazi, mai troppo stretti e angusti, tramite alcune inquadrature molto interessanti, non si vive la claustrofobia tipica degli spazi angusti e stretti dei treni. Il treno è lo sfondo di contorno dove avvengono le dinamiche principali e non stona mai ne risulta pesante durante la visione.
Il cast stellare è capeggiato da un Kenneth Branagh straordinario tanto quanto straordinari sono i suoi baffoni. Rende benissimo il detective ideato dalla Christie, dandogli una forte caratterizzazione. Purtroppo però non per tutti i personaggi è così, nonostante delle prove attoriali tutte molto valide, non è facile dare il giusto spazio ad ogni singolo personaggio. La craterizzazione è sufficiente a far conoscere i personaggi e ha dargli un po’ di forma. I 12 protagonisti sono fondamentali ma nono sono resi con la giusta importanza che hanno nella versione cartacea, la verità è che sono il motore del libro ma lo spazio che necessitano per essere caratterizzati bene è troppo per essere reso in un film.
La giusta scelta di Branagh è di apliare lo spazio a Poirot. Non un traghettatore che unisce le storie, ma un vero e proprio eroe. Ha un arco narrativo, inizia con delle idee e finisce con altre, cambia nel corso film e in questo si fa personaggio completo.
Nel complesso Assassinio sull’Orient Express di Kenneth Branagh è una pellicola valida che raggiunge pienamente il suo obbiettivo, e che riesce anche a regalare anche qualche emozione e qualche momento di stupore visivo. Un prodotto che punta ad un target più giovane, nel film vengono inserite delle scene più d’azione e il ritmo è sempre buono. Alcuni potranno trovare un po’ più lenta e pesante la parte centrale dell’investigazione, soprattutto se conoscete bene tutti i personaggi e la storia. Sicuramente però non è colpa della messa in scena ottima, ma del fatto che la storia (per fortuna!) non è stata minimamente rimaneggiata ne modificata. La modifica più forte che si può trovare è forse proprio questa evoluzione di Poirot che diventa un eroe completo, in grado di essere ferito, di rischiare la vita e di guadagnarsi il favore del pubblico. Molto distante da quello che descriveva Agatha Christie.
Un prodotto votato all’intrattenimento, ma un intrattenimento più fine ed elegante di quello a cui siamo abituati a vedere ultimamente nelle sale. Adatto sia ai fan di vecchia data che a chi non ha mai letto nulla della Christie. Se non conoscete la storia allora è assolutamente una pellicola che vi stupirà, dovete assolutamente vederla.