Avete presente il logo della Sergio Bonelli? Quella A di Avventura associata ad un cow-boy su un cavallo in impennata? Ecco senza dubbio non è possibile scindere il fattore western dalla casa di fumetti che ha dato vita a Dylan Dog, Nathan Never ma soprattutto a Tex. Il mondo del West americano da sempre ha appassionato le stanze della Bonelli e ancor di più i propri lettori abituati a viaggiare di albo in albo per le praterie americane fino ai deserti più rocciosi.
Il 6 luglio quella A di Avventura ridiventa A di Audace e il cappello classico, di norma abituati a vederlo in dosso al ranger con la camicia gialla, è protagonista di un giovane avventuriero di colore, che stanco dei soprusi perpetrati nella proprio villaggio decide di scappare e arruolarsi per il Nono Cavalleggeri dell’Esercito Statunitense. La A di Audace altro non è che la prima denominazione della Sergio Bonelli, famosa negli anni 40 con il suo carico di irriverenza e linguaggio che all’epoca risultava essere “molto avanti”. Sergio Bonelli Editore proprio per donare al proprio pubblico dei nuovi filoni recupera questo marchio storico per una linea dalle tematiche e dai toni più maturi come il caso di Deadwood Dick. Una serie western composta da sette numeri che riadatta i racconti dello scrittore statunitense Joe R. Lansdale incentrati sul personaggio di Nat Love, un cowboy di colore che ha vissuto dopo la Guerra di secessione americana (vent’anni dopo per la precisione).
Le storie sono basate sui racconti Soldierin e Hide and Horns e il romanzo breve Black Hat Jack. Gli sceneggiatori del fumetto che saranno impegnati sul progetto sono Michele Masiero, Maurizio Colombo e Mauro Boselli e ai disegni Corrado Mastantuono, Pasquale Frisenda e Stefano Andreucci.
Il primo numero intitolato “Nero come la Notte” esordisce presentandoci in tutte le sue sfaccettature i primi protagonisti tra cui lo stesso Nat Love (per gli amici Deadwood Dick) che per sfuggire a un linciaggio, e ai soliti soprusi con i quali deve convivere a causa del suo colore della pelle e per salvarsi la vita sceglie di arruolarsi volontariamente fra i soldati “dell’Esercito Nero”. Con un linguaggio che in alcuni tratti ricorda moltissimo il Django di Quentin Tarantino e una bellissima voce fuori campo, dello stesso Deadwood Dick, in pochissime pagine ci si trova catapultati nel west di fine 1800, si percepiscono le difficoltà che un uomo di colore deve convivere ma anche e soprattutto le battaglie tra bianchi e indiani (apache o cheyenne).
L’albo si apre con un “Bruttostronzofigliodiputtana”, imprecazione che la dice lunga sullo stile che si andrà a scorrere nelle pagine dello stesso fumetto, non ci sono neologismi o sinonimi: l’albo è duro e crudo come lo stesso West. Tra i personaggi presentati, oltre a Natan Love, spicca il maggiordomo Cullen, protagonista di alcune scene mai viste in albi come Tex altro segno forte del cambio di rotta della Bonelli con queste storie.
Il formato è leggermente più grande del solito Bonelli, di 68 pagine con 60 pagine di storia (all’inizio si trovano delle preziose informazioni sullo scrittore Lansdale e riflessioni sul Western) e forse qua è il punto debole dell’albo: vuoi il grande ritmo dato da un ottimo linguaggio si arriva immediatamente alla pagina finale con la sensazione di essere “proprio nel mezzo” con un brusco finale malinterrotto. I disegni di Mastantuono sono assolutamente azzeccati con delle bellissime tavole, ottimi i chiaroscuri in alcune parti del fumetto, che evocano in maniera sublime le atmosfere americane. Per un giudizio più completo attendiamo trepidamente il secondo volume in edicola ad agosto.