[Recensione] Esso – L’ultimo Fumettista Libero

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Partiamo da un presupposto: l’originalità di un’opera non necessariamente influenza la qualità della stessa.

Mi spiego meglio, un’opera del tutto originale, partorita in toto dalla mente del suo ideatore, può avere lo stesso livello qualitativo di un prodotto creato dall’unione di idee diverse (tipo Strangers Things, che di originale non ha assolutamente nulla, ma è bello, anzi, parecchio bello). In sostanza, se sei un bravo sarto e riesci a cucire insieme i pezzi giusti, quel che ne risulterà sarà un’opera d’arte.

Ovviamente l’opinione su un progetto nato da tali presupposti non può che essere molto soggettiva, infatti, prima di tutto mi scuso per gli eventuali momenti di poca obbiettività che potrebbero presentarsi lungo questa recensione. Il fumetto di cui sto per parlarvi è: “Esso: L’ultimo Fumettista Libero.”

Cominciamo con qualche informazione di servizio: Esso è un progetto editoriale composto da tre archi narrativi (Esso – L’Ultimo Fumettista Libero, Esso 2 – Back to che Closure, Esso 3 – Crisis) tutti pubblicati dall’etichetta indipendente ManFont (Arcana MaterYamazaki 18 YearsSteam Pirates’ Railroads, …) e acquistabili, anche in una comoda edizione riassuntiva, direttamente dal loro shop online. Il team creativo è composto da Luca Amerio, Luca Baino, Marco Ventura e Camillo Bosco alla sceneggiatura, affiancati dalle matite di Giorgio Abou Mrad e dalle chine di Alessandro Alessi Anghini, mentre la supervisione ed il lettering sono di Manfredi Toraldo.

Ora, probabilmente tutti quelli di voi che non hanno ancora letto Esso si staranno chiedendo il motivo per il quale io abbia esordito con un’introduzione del genere, è presto detto:

L’etichetta indipendente ManFont vede la luce proprio grazie al primo capitolo di Esso (pubblicato nell’Ottobre del 2013), che nasce come una parodia di “Asso: il braccio forte del fumetto,” la (quasi)biografia di Roberto Recchioni.

“Esso – L’Ultimo Fumettista Libero,” primo capitolo della saga a sfondo satirico, nasce quindi dall’autoproduzione e ne incarna perfettamente lo spirito, in sostanza è un one-shot indirizzato a chi di fumetti, non solo ne mastica, ma se ne intende anche a livello di produzione ed editoria. L’ironia e l’autoironia sono la colonna portante della storia, tanto da diventare il leitmotiv di questa celebrazione metanarrativa all’universo della cartaccia colorata (e non) che tanto amiamo.

La trama è semplice ma accattivante: in un’Italia in cui il panorama editoriale è così desolato da sembrare un’incrocio tra il futuro post-apocalittico di Ken il Guerriero ed il mondo invaso dagli zombie di “The Walking Dead,” Esso, l’ultimo fumettista rimasto libero dal giogo del malvagio impero-editoriale del male: La Piadini Publishing,  vuole riportare la giustizia nel mondo del fumetto, per farlo, dovrà lottare contro orde di editor zombie ed imparare ad usare i poteri che ci celano dentro ogni grande fumettista…

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Le citazioni a Watchmen partono dalla prima pagina

Il fiume di citazioni, sia grafiche che testuali, attinge non solo dal mondo del fumetto, ma dalle fonti più disparate, si va da videogiochi come Fallout, passando per anime come Neon Genesis Evangelion, fino Watchmen e ad altre pietre miliari della storia del fumetto.

Tuttavia le citazioni non si fermano dietro la quarta parete, anzi, la sfondano di prepotenza, inserendo luoghi a noi cari e familiari (come il Lucca comics) e riferimenti (più o meno velati) ad autori e personaggi legati al mondo dell’editoria Italiana.

Le tavole di cui si compone l’albo, impreziosite da un tratto pulito e lineare, sono quindi concepite come dei crogioli nei quali convergono elementi posizionati in modo da balzare all’occhio del lettore, come a non volergli dare respiro, ciò viaggia in parallelo con i dialoghi, i quali, impregnati anch’essi con lo stesso spirito citazionistico, non danno respiro al lettore, grazie ad una sequela infinita di battute e di umorismo a tema “Nerd.” Tutti questi elementi, assieme alle proporzioni caricaturali, contribuiscono a conferire alla narrazione un ritmo serrato, assecondandone però sempre i tempi comici in un turbine confusionario di azione senza sosta.

Insomma, Esso parte bene, un onesto fumetto satirico ispirato a ciò che ci è più caro, ma fin ora abbiamo parlato solo del primo capitolo, che, in effetti, all’inizio era stato concepito come sola ed unica parte di quella che, a giochi fatti, è divenuta una trilogia.
esso“Esso 2 – Back to che Closure,” pubblicato nel 2015 e “Esso 3 – Crisis,” l’epilogo della sagapubblicato all’interno dell’albo riassuntivo uscito nel 2017, espandono l’universo a cui il primo capitolo della saga aveva dato vita, portandone all’estremo tutti i tratti distintivi.

A dirla tutta, questa esasperazione, a tratti, rende il secondo ed il terzo capitolo molto meno godibili del primo.

Se “L’ultimo Fumettista Libero” traeva linfa vitale dall’horror vacui citazionistico-comico, “Back to che Closure” e “Crisis” arrivano allo zenit.

Ogni vignetta è una citazione, ogni frase è una battuta, l’irriverenza e la demenzialità delle situazioni e dei dialoghi proposti è alle stelle, ciò, purtroppo, rende il quadro d’insieme un po troppo pesante, rovesciando lo scopo del fumetto stesso.

In sostanza, i due seguiti dell’opera che diede i natali alla Manfont, a tratti, esagerano, tanto da risultare poco divertenti, un po come un cabarettista che infila qualche battuta triste e riciclata in mezzo ad un’ottimo repertorio, così, giusto per allungare il brodo e arrivare al finale.

In conclusione, io vi consiglio di leggere Esso, perché, effettivamente, il secondo e il terzo volume snaturano gli scopi iniziali dell’opera, ma non sono privi dell’ironia che contraddistingueva la saga già dal primo volume, per cui di sono certo che l’ultimo fumettista indipendente sarà in grado di strapparvi più risate di quanto non abbia saputo fare con me (ma badate che io sono un’anziano lettore buca-palloni da calcio, per cui…).


Esso: L’ultimo Fumettista Libero • Sceneggiato da: Luca Amerio, Luca Baino, Marco Ventura e Camillo Bosco • Matite di: Giorgio Abou Mrad • Chine di: Alessandro Alessi Anghini  • Supervisione e lettering di: Manfredi Toraldo • Prezzo (dell’edizione completa): € 17,00