[Recensione] La Prima Notte del giudizio – Un film che tradisce le aspettative

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La Prima notte del giudizio

La Prima Notte del Giudizio è il prequel della fortunata trilogia “The purge” O “La notte del giudizio” come è stata chiamata in Italiano scritto da James DeMonaco (creatore, regista e sceneggiatore delle precedenti pellicole) e diretto da Gerard McMurray.

La pellicola è ambientata nel 2014 al primo insediamento dei nuovi padri fondatori alla casa bianca, e racconta le vicende dei cittadini di Staten Island, scelti come cavie per testare una folle teoria psico-politica. Come nei precedenti film anche qui le vicende si svolgeranno durante la notte dello sfogo, ma in questo film scopriremo che le cose non sono esattamente andate come abbiamo creduto nei film precedenti.

L’idea di fondo e la tesi di questo film nascondono una lettura abbastanza intelligente, oltre che mostrare un lato diverso del tema “Homo homini lupus” ricorrente nella trilogia originale, dando quindi un certo interesse allo spettatore. Interesse che viene supportato da una regia molto viscerale ed attenta, sempre dinamica e pronta a seguire chiaramente i personaggi, anche durante le concitate scene di azione, quanto accade rimane chiaro. Tuttavia… qui è dove i lati positivi di questo film finiscono.

La sceneggiatura risulta, per quanto azzeccata e legata al tema, molto anonima e non regala niente di memorabile allo spettatore, nessun personaggio iconico come fu invece il sergente di Frank Grillo nei precedenti due film, nessuno stratagemma alternativo, nessuna semina e nessuna raccolta di genere, l’azione è più straight-forward di un videogioco su binari. Personaggi che ci vengono mostrati in una sola scena per poi farli morire in seguito nella speranza di farci empatizzare con i protagonisti, fallendo miseramente proprio perché essi sono stati visti in una sola scena.

La gestione della atmosfera è a dir poco schizofrenica, da un lato abbiamo atmosfere cupe, inquietanti, decisamente opprimenti… ma sono piazzate nei momenti sbagliati. Non vi è mai quello spavento programmato e ben studiato che rende la magia del horror, bensì dei momenti angoscianti che vengono nullificati da un cambio scena. L’idea molto carina delle lenti a contatto luminose (il perché viene spiegato nel film) per rendere più spaventose le persone, viene resa automaticamente innocua dalla grande quantità di elementi luminosi presenti nella pellicola e dal fatto che vi sono rarissimi primi piani su chi porta queste lenti.

L’utilizzo continuo di Jump-Scare quale metodo per tenere lo spettatore sulle spine, risulta noioso sin da subito, in quanto estremamente gratuiti e per niente elaborati, tanto che il primo me lo sono perso perché stavo sbattendo le palpebre. Questo continuo utilizzo rende il film meno godibile per lo spettatore, che oramai aspetta questi “scherzoni” come una tassa da pagare più che un incentivo per continuare la visione.

Gli effetti speciali sono buoni e convincenti…sarebbero buoni e convincenti se la computer grafica non contasse come effetto speciale. Ogni volta che vi è della computer grafica in questo film è utilizzata male, capace di far uscire immediatamente lo spettatore dalla storia, tanto viene usata male.

Infine il climax, senza far spoiler, è il tripudio di tutti gli errori di cui abbiamo parlato qua sopra, l’unico vero intreccio di trama che era stato tracciato nel film, viene sacrificato in nome della risoluzione di una sceneggiatura spenta come un faro di giorno.

L’ultima nota viene dal budget di soli dodici milioni, che sono stati utilizzati bene per quanto riguarda le spese e quanto il film offre, ottime camere, ottimo audio, costumi e scenografie al top… se solo ci fossero stati degli sceneggiatori più capaci parlerei in modo molto differente di questo film.