[Recensione] Nick Fury, Agente dello… S.H.I.E.L.D. di James Robinson e ACO

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Arriva anche in Italia Nick Fury, Agente dello… S.H.I.E.L.D., miniserie in sei numeri scritta da James Robinson (Wonder Woman Rinascita) e illustrata da ACO (Midnighter), proposta da Panini Comics in un unico volume dal formato maggiore sullo stile di Cage e Hip-Hop Family Tree, così da dare maggior lustro all’arte di ACO, che si esalta nelle numerosissime splash-page.
La miniserie presenta una serie di missioni assegnate dallo S.H.I.E.L.D.  a Nick Fury Jr. che, per dimostrare di essere all’altezza del nome di suo padre, lo vedranno impegnato a recuperare dati sensibili dall’Hydra, mettere fuori uso una stazione lunare della Yakuza e infiltrarsi nelle profondità di Atlantide, riuscendo ogni volta a portare a termine la missione grazie al suo addestramento e ai numerosissimi gadget a sua disposizione, come nelle migliori spy-stories.
Come è già intuibile dal formato, la miniserie del duo Robinson e ACO punta maggiormente sul lato grafico dell’opera, la cui sceneggiatura, purtroppo, risulta abbastanza deludente. Cadendo spesso in cliché del genere, la trama dello scrittore britannico è anonima, quasi non pervenuta e l’eccessiva ripetitività di situazioni e la natura autoconclusiva dei capitoli incidono notevolmente sul ritmo e la scorrevolezza della lettura: dopo i primi due numeri, capiamo che Fury non è mai in pericolo e che, nel giro di poche pagine, riuscirà sempre a ribaltare la situazione e a concludere al meglio la missione, per poi passare alla successiva come se niente fosse, proponendo situazioni diverse, ma con il medesimo finale, e facendo venire a mancare la suspense tipica del genere di spionaggio. Inoltre, ad  una  sceneggiatura poco incisiva, si aggiunge una caratterizzazione molto approssimativa dei personaggi, tra i quali troviamo lo stesso Fury che, ad eccezione di un paio di momenti dove emerge un minimo della sua personalità, per la maggior parte della lettura è ritratto come un personaggio privo di mordente e noioso.
Le tavole di ACO dovrebbero essere il punto forte della produzione: stilose e psichedeliche, grazie anche ai colori azzeccatissimi di Rachelle Rosenberg. Sicuramente le matite del disegnatore spagnolo sono inizialmente ispirate e dinamiche, esaltandosi nelle numerosissime splash, ma alla lunga stufano, sia per il continuo ripetersi di splash-page troppo simili sia per la mancanza di una sceneggiatura solida. Il risultato è una serie di tavole ripetitive e a tratti dispersive, che tentano di fare eco a quelle storiche di Steranko senza però riuscirci.

Personalmente reputo Nick Fury, Agente dello… S.H.I.E.L.D. un prodotto frutto più di esigenze commerciali che di un vero e proprio progetto finalizzato a dare risalto alla figura di Nick Fury Jr. e omaggiare (come è stato più volte ripetuto dagli autori stessi) la seminale run di Steranko. Il prodotto finale è una miniserie da dimenticare, che cerca di nascondere le sue mancanze e i suoi difetti sfruttando l’impatto grafico della serie, fallendo però miseramente.
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