[Recensione] Preacher 2×13 – The End of the Road

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Siamo arrivato anche quest’anno al finale di stagione di Preacher e che finale di stagione! Tutti i pezzi vanno al loro posto e i personaggi finalmente si dirigono dove devono andare ad Angelville.

Ci sarebbero tante cose da dire su questo finale di stagione ma andiamo con ordine; La puntata inizia con Jesse(Dominic Cooper) in un flashback dei tempi della sua giovinezza ad Angelville per poi riportare l’attenzione dello spettatore nel presente, dove il reverendo Custer insieme ad Herr Starr(Pip Torrens) fa visita a dei bambini in una scuola di suore, quando un gruppo di Armeni armati fino ai denti attacca e il reverendo interviene, Jesse tenterà di usare il “verbo” inutilmente,non perché siano immuni gli Armeni ma perché qualcosa lo blocca, e qui i fan del fumetto avranno drizzato sicuramente le orecchie. Dopo il divertente siparietto in cui Starr si prende gioco di Jimmy Kimmel e del suo show passiamo alle (dis)avventure di Eugene che finalmente sta per scappare dall’inferno,insieme ad Hitler(Noah Taylor). Intanto Cassidy(Joseph Gilgun), ancora scosso dopo aver eliminato suo figlio, ormai preda di impulsi vampireschi, e Tulip(Ruth Negga) stanno facendo i bagagli per partire, senza Jesse, quando tutto è pronto però Tulip decide di “fare i dovuti saluti” e rimarrà ferita a morte in questo momento. Quindi cosa succede, finisce così la puntata? Con un’amara conclusione, con Jesse nuovo Messia, Tulip sanguinante e Cassidy disperato? No, contro ogni pronostico(per chi non ha letto il fumetto ovviamente), Jesse alla chiamata di Cass torna indietro, non per obbligo ma per amore, sta quindi per iniziare il viaggio di redenzione del reverendo Custer che lo riporterà a casa, lo riporterà ad Angelville, solo per salvare la sua amata. 

Questo finale di stagione dopo la series premiere è la puntata più lunga dell’intera serie, ma è anche la migliore, quella che più rappresenta lo spirito di Preacher e che mette in scena alcuni dei momenti più strazianti e toccanti fin ora nella serie. 

Un finale di stagione non dovrebbe solo tirare le fila dell’intera stagione ma dovrebbe anche porre una base solida per la stagione successiva, questa puntata invece dimostra come tutta la stagione fosse anche questa una preparazione, i vari sprazzi della vita di Jesse ad Angelville, i vari focus sul Grail e su Eugene servivano solo a plasmare il futuro della serie, se la ricerca di dio è stata messa in secondo piano nella parte conclusiva della stagione un motivo c’era, ed era che Preacher stava andando in un’altra direzione, ci stava preparando a quello che è uno dei momenti fondanti del fumetto, il primo incontro tra Jesse e Dio, in un luogo dove una qualsiasi entità benevola non metterebbe piede, un luogo tanto avvelenato e sporco da corrompere anche la fede più vera, come quella di John Custer o di suo figlio, Angelville.

Preacher non conclude la sua stagione con esplosioni, con morti ammazzati o con cittadine che esplodono, quest’anno Preacher si conclude con dei personaggi che sono arrivati alla fine della loro strada e devono prenderne un’altra perché ora è richiesto che cambino, ora come ora il mondo ha bisogno di Jesse Custer più che di dio, ma non in questo modo e non come Messia.

La curiosità per la terza stagione è tanta e l’attesa sarà estenuante, intanto rinnovo i plausi a Seth Rogen,Evan Goldberg e Sam Caitlin per l’ottimo lavoro che hanno fatto e stanno facendo su questa serie, stanno lavorando per riuscire a rendere una serie a fumetti con una trama semplice e lineare qualcosa di più reale, più attuale e lo stanno facendo con una classe invidiabile.