
La seconda puntata di Star Trek: Discovery ci aveva lasciato con la voglia di sapere quale sarebbe stato il destino dell’ex Primo Ufficiale della Zhenzhou, Michael Burnham e ora Netflix ha resi disponibile l’episodio che è inutile dirlo si riconferma un’altro ottimo episodio.
Sei mesi dopo la battaglia delle stelle binarie e la sua condanna, Burnham(Sonequa Martin Green) si trova in viaggio verso una colonia detentiva insieme ad altri carcerati, quando la loro navetta viene attratta dal raggio traente della USS Discovery. L’ex primo ufficiale sulla nave farà degli incontri inaspettati infatti sulla Discovery hanno trovato nuova collocazione molti ex componenti dell’equipaggio della fu Zhenzhou, come Saru, ora primo ufficiale della nave spaziale; Burnham per ordine del capitano Gabriel Lorca(Jason Isaacs) è assegnata alla sezione scientifica sotto l’astromicologo Paul Stamets(Anthony Rapp). La situazione sembra essere stabile quando Lorca viene informato che l’equipaggio della USS Glenn, la nave gemella della Discovery, è rimasto ucciso a causa di un incidente sul territorio Klingon, il capitano quindi invia una squadra, in cui è presente anche Michael, per recuperare le ricerche degli
scienziati che sono fondamentali per il progredire della guerra della federazione dei pianeti uniti contro l’impero Klingon. La squadra si troverà una situazione inquietante, infatti la Glenn non solo è alla deriva ma si presenta come se si fosse appena consumata una strage. Burnham e Stamets si renderanno presto conto che la creatura responsabile della strage è ancora a bordo e di qui la puntata si velocizza ulteriormente, dando inizio alla vera e propria azione con una fuga a rotta di collo per tornare sulla Discovery e in questa circostanza Michael dimostrerà proprio le qualità che l’hanno portata all’attenzione del capitano Lorca – Al ritorno sulla nave stellare, proprio il capitano chiederà alla donna di unirsi al suo equipaggio e le rivelerà il compito
segreto della ricerca che stava venendo portata avanti dall’equipaggio delle due navi, ossia lo sviluppo di un nuovo sistema di volo basato sulle spore GS54, Burnham convinta dalle parole del capitano accetta, pronta a tutto per redimersi. La puntata però ci offre un’ulteriore twist sul personaggio di Lorca, infatti da solo nel suo ufficio/laboratorio, il capitano della Discovery osserva l’ultimo acquisto della divisione scientifica ossia la creatura aliena che ha attaccato la Glenn, trasportata segretamente a bordo della nave.
La puntata è ricca di avvenimenti e spunti se guardata attentamente ed è un perfetto connubbio tra quello che era Star Trek e quello che deve diventare nel 21esimo secolo. L’avventura spaziale, l’azione e la fanta politica sono al centro di questo terzo episodio che mostra come anche la guerra e la politica nel futuro portino ad un sempre maggiore avanzamento scientifico a favore dei pochi e non dei molti.
Ma a differenza delle vecchie serie di Star Trek dove la nave era il focus principale, appare ancora più chiaro rispetto alla puntata pilota come il focus della narrazione siano i personaggi, su tutti, Michael, Saru e il misterioso e sfuggente Capitano della Discovery.
Sicuramente la serie risulterà un attimo indigesta ai fan puristi di Star Trek, ma sicuramente chi ha apprezzato i nuovi film e che non vedeva l’ora di poter assistere ad un ritorno alla galassia futuristica della federazione tra umani, Klingon e Romulani non potrà non apprezzare questo nuovo approccio al mythos di Gene Roddenberry.
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