[Recensione] The Greatest Showman – Uno spettacolo di umanità

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The Greatest Showman

Voglio fare delle premesse, innanzitutto non amo particolarmente i musical, ma secondariamente adoro Hugh Jackman come attore ed è stato proprio questo a spingermi a vedere il film, fine delle premesse. Iniziamo con la recensione!

The Greatest Showman già dal battage pubblicitario non faceva mistero di essere un musical, anzi ne andava fiero, mostrando spezzoni delle tante coreografie che poi lo spettatore avrebbe trovato nella pellicola ma senza sacrificare comunque l’impatto che poi queste coreografie avrebbero avuto sullo spettatore che pagando si recava in sala.

Il film segue le vicende di Phineas Taylor Barnum (Hugh Jackman), inventore dello show business, a proposito di questo vi è anche una battuta nella pellicola, a cui si deve anche l’invenzione del circo. Il musical diretto dal regista esordiente Micheal Gracey, compatriota di Jackman, che nonostante si trovi alla sua prima grande prova, fa un buon se non in certi punti ottimo lavoro a partire proprio dall’apertura.

“Ladies and Gents, this is the moment you’ve waited for…”

Con questa frase recitata e scandita a ritmo di musica perfettamente da Hugh Jackman, si viene subito catapultati nel primo brano della pellicola, The Greatest Show.

Gracey soprattutto con l’aiuto di un ottimo comparto fotografico, a cura questo, di Seamus McGarvey, che riesce benissimo a infondere vita ad un musical che vive soprattutto in sala come dovrebbe essere una pellicola di questo genere, dove il buio della sala cinematografica fa immergere lo spettatore nel colorato mondo di PT Barnum e dei suoi freaks. Colori sgargianti e scenografie ottimamente realizzate da Nathan Crowley, in alcuni casi minimali ma coloratissime e piene di elementi stravaganti e ottocenteschi danno alla pellicola quel gusto da musical teatrale d’altri tempi che raramente riesce a funzionare al cinema. Completano poi il quadro le musiche di John Debney, Banji Pasek e Justin Paul(La La Land)  e ammaliano lo spettatore che fin dai primi minuti è catapultato all’interno della pellicola e quando arriva l’inevitabile pausa pop corn si sente strappato da quel mondo e non riesce ad abbandonare la sala fino a che le luci non si saranno davvero spente per l’ultima volta all’interno della pellicola e accese al cinema.

Gli altri interpreti certamente non brillano come Hugh Jackman, che è una vera e propria forza della natura in scena, sia quando si tratta di cantare e ballare sia quando si passa all’atto più concreto del recitare, in questo The Greatest Showman funziona benissimo fa risaltare le doti di attore teatrale di Jackman che si conferma la scelta giusta per il ruolo. Michelle Williams nel ruolo di Charity Barnum funziona anche lei nonostante abbia notevolmente meno screen time, a discapito di personaggi anche introdotti più avanti come Philip Carlyle interpretato da un ben caratterizzato e convincente, Zac Efron. L’alchimia che si verrà poi a creare tra il personaggio di Carlyle e quello di Anna Wheeler, interpretata dall’ex star di Disney Channel, Zendaya, darà una spinta in più alla seconda parte del film che nettamente rispetto alla prima stacca molto concentrandosi sul circo e sulla caduta e poi riabilitazione di PT Barnum.

Tra gli altri attori protagonisti abbiamo anche Rebecca Ferguson che interpreta Jenny Lind, cantante straordinaria, che qui è bellissima, ammaliante e talentuosa, immergendo così ancora di più lo spettatore nel mood del film.

Nella pellicola vi è anche spazio per una sorta di critica non solo alla società benpensante che discriminava i cosiddetti fenomeni da baraccone ma anche alla critica che sia essa teatrale o cinematografica, per lo più rivolta ormai a quelle persone disincantate che non trovano più la bellezza e il divertimento in quello che è il loro lavoro, per tutti quelli che ormai non amano più l’arte, che sia essa il teatro o il cinema.

La pellicola è in definitiva un atto di amore per il musical, uno show dell’umanità più vera e dei buoni sentimenti, forse per certi versi c’è chi lo riterrà troppo buonista, ma non penso che mancherà di innamorarsi di questo coloratissimo mondo dello show business.

Se siete cerca di un film leggero che vi faccia viaggiare questo, fa decisamente per voi.