[Recensione] Tin Star 1×05-06 – Bait e Cuckoo

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Siamo arrivati al terzo appuntamento su Sky Atlantic con Tin Star, serie che vede protagonista Tim Roth e che è una coproduzione Sky/Amazon Studios.

Bait inizia con l’agente Denise Minahik(Sarah Podemski) colpita da Whitey(Oliver Coopersmith) dopo che lei e Nick McGillen(Ryan Kennedy) avevano ritrovato il camion rubato alla North Stream Oil mentre il capo della polizia, Jim Worth(Tim Roth) è ancora “disperso”; Jim si confronterà con un misterioso specialista in alcolisti mentre Elizabeth Bradshaw(Christina Hendricks) inizia ad interessarsi a Jim, dato l’interesse che il capo della sicurezza Gagnon(Christopher Heyerdahl) ha nei confronti del poliziotto.

La puntata 5 è adrenalinica, non lascia un momento di tregua allo spettatore che viene completamente assorbito dal magnetico Tim Roth, stavolta non nei panni del capo Worth ma in quelli di Jack Devlin. La regia della puntata è lasciata alle mani di Alice Throughton che qui fa un ottimo lavoro sopratutto nelle scene d’azione, come il lungo scontro in automobile alla fine dell’episodio, che risulta chiaro e veloce allo stesso tempo dimostrando come anche soluzioni semplici come riprese fisse da più punti, possano poi venire unite in montaggio in modo da creare una bellissima scena d’azione.

Cuckoo invece vede Jack confrontarsi con la famiglia di Jim, Anna(Abigail Lawrie), non riesce quasi a riconoscere il padre, che si è presentato sul finale di Bait totalmente coperto di sangue sfondando la porta e intanto Whitey, che avevamo lasciato in disparte ed inerme a guardare l’avvicendarsi degli eventi che lui stesso aveva scatenato nella puntata scorsa, qui inizia a mettere in pratica il suo piano subdolo di infiltrazione nella vita della famiglia Worth; L’unico che sembra sospettare qualcosa è infatti Jack che però non riesce a riconoscere il ragazzo, nonostante abbia un’aria familiare come più volte viene detto. Sul finire abbiamo anche un confronto tra Gagnon e Jack ed è lì che veniamo a scoprire della verità sull’identità del personaggio di Tim Roth, infatti non è Devlin ad essere l’alterego ma bensì il mite Jim Worth. Il colpo di scena viene consegnato in modo puntuale senza sbavature, anzi viene incontro a delle piccole incongruenze ravvisate nelle puntate precedenti, mettendo la serie in una direzione che non era pensabile quando è andata in onda la prima puntata.

Se la puntata 5 era più adrenalinica questa è più intimista, si concentra sulla famiglia Worth e su Jack, ma anche su Whitey che rappresenta l’elemento estraneo al tutto e se vogliamo pericoloso. Non ci si dimentica mai che la famiglia del protagonista ha subito un lutto, anzi la cosa si sente pesantemente senza  che la ribadiscano centinaia di volte, infatti è tutto lasciato agli attori, che tramite gli sguardi, le movenze e le parole fanno sentire la sofferenza vera, quella di chi piange in silenzio senza troppi funerali, quella che lascia solo un grande vuoto nel cuore che accompagna chi è rimasto. 

La regia è normale, non eccelle, ma rappresenta lo stile Inglese, stile che tra l’altro permea l’intera serie. 

Possiamo dire che finalmente dei nodi iniziano a venire al pettine in questa quinta e sesta puntata di Tin Star, che ci regala grandissimi momenti in puro stile revenge movie e un grandissimo e sempre in forma Tim Roth, ora l’appuntamento è alla prossima settimana con il penultimo appuntamento prima del gran finale.