[Recensione] Tomb Raider – La sua leggenda ha un nuovo inizio

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Tomb Raider

Nel ciclone di reboot, che negli ultimi anni perturba costantemente le produzioni cinematografiche, non poteva mancare anche quello di uno dei franchise videoludici più amati della storia: Tomb Raider.

Angelina Jolie passa il testimone a Alicia Vikander per il ruolo di protagonista. Infatti, seguendo le orme del reboot videoludico del franchise, il film mira a restituirci una Lara più verosimile rispetto alla sua controparte classica (si, insomma, meno pixel e meno “forme piramidali” *occhiolino*). Il film trae ispirazione dal capitolo della saga videoludica uscito nel 2013. La trama è stata quasi del tutto riscritta, creando un prodotto quasi originale, ma lasciando sparsi qui e là numerosi easter egg per i fan del franchise.

Nel cast, oltre ad Alicia Vikander nel ruolo di Lara Croft, abbiamo Dominic West come Lord Richard Croft, Walton Goggins come Mathias Vogel, Daniel Wu come Lu RenKristin Scott Thomas nei panni di Ana Miller.

Il nuovo film è diretto da Roar Uthaug, e vede alla sceneggiatura Geneva Robertson-Dworet, mentre la fotografia è affidata a George Richmond, le scenografie sono di Gary Freeman, concludono gli addetti ai lavori, il montatore, Stuart Baird e il compositore, Tom Holkenborg (Junkie XL).

Ecco la sinossi ufficiale:

Lara Croft è la figlia fiera ed indipendente di un eccentrico avventuriero, scomparso quando lei era ancora in tenera età. Divenuta una giovane donna di 21 anni, priva di qualsiasi obiettivo o scopo reale, Lara gira per le caotiche strade alla moda di East London lavorando come corriere in bicicletta, riuscendo a malapena a guadagnare i soldi per l’affitto e frequentando i corsi del college, arrivando quasi sempre in ritardo. Determinata nel trovare la sua strada, si rifiuta di assumere il comando dell’impero globale del padre, così come rifiuta fermamente l’idea che lui sia veramente scomparso. Consigliata ad affrontare gli avvenimenti e ad andare avanti dopo sette anni senza di lui, neanche Lara riesce a capire cosa la guidi a risolvere finalmente il mistero della sua morte. Schierandosi esplicitamente contro l’ultimo desiderio del padre, Lara si lascia tutto alle spalle alla ricerca della sua ultima destinazione nota: una tomba leggendaria nascosta su un’isola mitologica, che potrebbe trovarsi al largo delle coste del Giappone. Ma la sua non sarà una missione facile; solo raggiungere l’isola si rivelerà estremamente pericoloso. Improvvisamente, la posta in gioco per Lara sarà talmente alta, che – contro ogni probabilità ed armata solo della sua raffinata intelligenza, della sua fede cieca e della sua innata testardaggine – dovrà imparare a spingersi oltre i propri limiti, nel suo viaggio verso l’ignoto. Se sopravvivesse a questa pericolosa avventura, potrebbe realmente capire chi sia e conquistando il nome di Tomb Raider.

Di base questo film è una storia sulle origini del personaggio di Lara Croft. Lara, presentata come una quasi inerme “vittima degli eventi” si ritrova addosso i panni dell’avventuriera. Questa Lara è una ragazza ventunenne più “realistica” di quella precedentemente portata al cinema. L’immagine più umana della protagonista è stata approfondita da un background personale, legato alla vita di Lara. La nostra protagonista è infatti una lavoratrice che fatica a pagare l’affitto, come si confà ad una giovane emulatrice di Indiana Jones, anche Lara si mette nei guai, forte della sua determinazione, testardaggine e intelligenza. La ragazza è più che mai intenzionata a scoprire la verità sulla misteriosa fine di suo padre e sarà proprio ciò a dare il via alla prima avventura di Tomb Raider. Il tema principale di questo film è il rapporto padre/figlia: il fatto che il padre di Lara l’abbia abbandonata, ha creato un vuoto nella sua vita che tenta di colmare. Il non accettare la morte del padre unitamente al mistero dell’ultimo enigma che Lord Croft le ha lasciato, saranno i fattori che porteranno Lara a decide di scoprire la verità sulla morte del padre. La storia ha un taglio classico, la si potrebbe ricondurre a un qualunque film sulle origini di un super-eroe Marvel. Per certi aspetti ricorda molto I predatori dell’arca perduta di Spielberg e dei palesi richiami al film in questione sono visibili in una certa sequenza del film (quando vedrete il capirete)…

Con queste premesse, poteva venir prodotto un film migliore di questo? Certamente si, ma Tomb Raider funziona comunque parecchio bene. Uno dei grandi pregi di questa pellicola è, sopratutto, la scelta di Alicia Vikander come attrice protagonista. Lei, molto azzeccata sia per l’aspetto fisico sia per le sue grandi doti recitative, ha saputo prepararsi sia fisicamente che psicologicamente al ruolo, riuscendo a eseguire personalmente la quasi totalità delle scene d’azione, senza bisogno di una controfigura. Nelle situazioni di pericolo l’attrice riesce a coinvolgere lo spettatore nella sua paura e nella sua rabbia.

Anche Walton Goggins nel ruolo dell’antagonista ha saputo dare il meglio di sè. Tuttavia il personaggio di Vogel poteva essere più approfondito e meglio costruito.

Partendo dal cast fino alla troupe, chi ha lavorato al film è un fan della saga videoludica e hanno cercato di ricreare le stesse emozioni provate durante la fase di gioco del primissimo Tomb Raider.

Parlando della regia, Roar Uthaug ha saputo sfruttare bene la sua esperienza da The Wave per realizzare le ampie sequenze catastrofiche. La regia non osa in modo spettacolare, ma Uthaug riesce a dare il giusto spazio a Lara e a ciò che la circonda nelle situazione di pericolo e di azione, rendendo lo spettatore partecipe dell’azione.

La fotografia di Richmond è volta a richiamare i toni tipici dei videogiochi, riuscendo a cambiare completamente lo stile al momento giusto, rendendo in modo ottimo l’idea “dell’entrata nel dungeon.”

Il montaggio è ben fatto; frenetico nei momenti di azione, alterna dettagli, totali e i primi piani, coinvolge bene nell’azione.

Alla colonna sonora ha lavorato Junkie XL, che anche questa volta ha dimostrato la sua bravura come compositore e la sua capacità di saper cogliere la stessa energia e intensità del gioco.

Una menzione d’onore per il comparto degli effetti speciali, essi infatti sono riusciti a ricreare quelle intense situazioni di pericolo che abbiamo visto nel capitolo videoludico del 2013. 

Pregevoli le scenografie: il design delle classiche ambientazioni di Tomb Rider lascia il posto ad un ibrido fantascientifico/storico di forte impatto visivo e comunque attinente con il mood del film.

Nel complesso siamo di fronte ad un buon film che riesce ad intrattenere lo spettatore, nonostante sia una classica storia sulle origini del protagonista. Grazie al lavoro di Alicia Vikander e del comparto tecnico del film, si è riusciti a mantenere lo spirito di questa iconica saga videoludica. La Vikander rende bene il ruolo che fu della Jolie.

In conclusione, i fan della saga (in particolare degli ultimi capitoli) non rimarranno delusi dalla visione, mentre, se non vi siete mai avvicinati al franchise, vedrete comunque un buon film, ma non vi aspettate di poter chiudere il maggiordomo nella cella frigo, magari se ne riparlerà nel sequel…