[Recensione] Toriko 43 – La fine di un viaggio è solo l’inizio di qualcosa di più grande

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Toriko

Con il volume 43 si conclude il fortunato manga di Toriko, disegnato dal mangaka Mitsutoshi Shimabukuro e pubblicato da Edizioni Star Comics

Visto che siamo giunti all’ultimo volume un breve riassunto sulle basi di questo mondo immaginario è d’obbligo: tutto, ma proprio tutto, è mosso dall’appetito delle persone per gustosi ed esotici cibi. Le nazioni un tempo erano in guerra tra di loro da ormai un secolo a causa della scarsità di cibo quando, 400 anni fa, tutto cessò grazie all’intervento di Acacia, capostipite dei gourmet hunter, che ha voluto condividere il mitico alimento God. Il gusto sublime di quell’alimento ha messo fine alla guerra e riportato la pace sulla terra, convincendo i leader mondiali ad accantonare ogni belligeranza. Da allora è iniziata l’Era dei Buongustai, che dura fino al tempo presente in cui si svolgono gli eventi.

In questo contesto nacque l’I.G.O., International Gourmet Organization, che ha come scopo la scoperta di nuovi ingredienti, la ricerca di tali ingredienti e la distribuzione alle varie nazioni nonché il mantenimento dell’ordine. Anche altre associazioni relative al cibo nacquero con intenti meno nobili, come la Mafia Alimentare e NEO.

Toriko è un rinomato gourmet hunter, e uno dei quattro sovrani del cielo, e sogna di riuscire a comporre il menù definitivo con i cibi più prelibati del mondo, al suo fianco viaggia Komatsu, un cuoco dotato di una forte fortuna alimentare necessaria per cucinare correttamente gli ingredienti più rari e gustosi. Durante i loro viaggi il duo si imbatterà in qualcosa di molto più grande di una semplice ricerca di ingredienti, arrivando a farsi largo tra organizzazioni oscure e piani che vanno avanti da secoli, e una serie di altri eventi che ruotano attorno al favoleggiato ingrediente God che a breve farà nuovamente la sua comparsa su questa terra.

Negli ultimi volumi ci sono state sconvolgenti rivelazioni, a un mese dall’eclissi solare che precede la comparsa di God è stato rivelato che la Terra stessa è stata cucinata in migliaia di anni dai blue nitro, tutto al fine di realizzare il loro piano: completare il pasto completo di Acacia in modo da far rivivere e sigillare una volta per tutte Neo, il terribile diavolo delle cellule del Buongusto di Acacia che innumerevoli eoni prima ha portato la distruzione nella galassia.

Nel  frattempo i quattro Sovrani del Cielo erano venuti a sapere del piano dei blue nitro e si sono avventurati a raccogliere gli ultimi ingredienti del menù di Acacia, in modo da risvegliare i loro diavoli delle cellule del Buongusto e prevenire la distruzione della Terra.

La comparsa di God, un enorme rana, riunisce tutti i personaggi: amici, nemici e anche gli Otto Re. Lo scontro che ne segue è di proporzioni colossali ma, nonostante tutto, Acacia riesce a mangiare per primo God e questo, anche se rientrava nel piano dei blue nitro, non porta agli sviluppi sperati. Era previsto che Neo avrebbe dovuto mangiare Acacia per tornare ad essere completo, invece è accaduto l’esatto opposto e Acacia ha divorato Neo, arrivando a vette di potere inimmaginabili.

Gli Otto Re sono stati sconfitti con grande facilità da Acacia e Joa, e ora a fronteggiarli rimangono solo Toriko, Midora e Starjun. Durante il combattimento viene svelato come Toriko e Starjun siano in realtà fratelli e figli di Froze e Acacia, e come Joa sia in realtà uno spirito che ha posseduto secoli prima il corpo senza vita di Froze. Durante il combattimento contro Acacia, Toriko riceve pesanti ferite e solo grazie a Starjun, che si frappone fra i due, riesce ad evitare una ferita mortale. Starjun con le sue ultime energie usa la sua fortuna alimentare per dare a Toriko God e Center consentendogli così di assimilare Ogre, uno dei tre diavoli che risiedono nelle sue celle del Buongusto, e potersi confrontare nuovamente con Acacia.

Come ogni shōnen l’ultimo volume si era interrotto appena prima dello scontro decisivo tra Toriko e Acacia; sarà un combattimento molto concitato, con colpi di scena e un lungo epilogo con spiegazioni che getteranno una nuova luce su tutti i fatti avvenuti fin ora. Se vi aspettavate uno scontro titanico contro Acacia non rimarrete delusi, questo sarà decisamente un combattimento che scuoterà la terra stessa e cambierà per sempre il volto del pianeta. Ma, più del combattimento, l’epilogo è un vero e proprio trionfo dei concetti che sono sempre stati il fulcro della storia e i pilastri su cui si è retto il manga di Toriko.

Essendo un Manga giunto a conclusione è possibile fare alcune considerazioni di natura generale a partire dal tratto, che si è raffinato ed evoluto molto dai primi volumi, ed è volutamente “anni ’80” ispirato palesemente a Hokuto no Ken soprattutto nelle proporzioni dei corpi, e a Dragon Ball nelle parentesi comiche o più tranquille; un elemento che spicca particolarmente è la cura rivolta agli scenari naturali e soprattutto alle fantasiose creature che popolano il mondo. Shimabukuro riesce a fondere e ad alternare uno stile pieno e molto rotondeggiante ad uno più marcato, usato soprattutto durante le scene di combattimento, che conferisce dinamismo e risulta chiaro anche negli scontri più concitati.

Altro punto interessante sono i personaggi, a partire da Toriko che, a differenza di molti shōnen, non è un ragazzino ma un adulto ed ha già ben chiaro chi sia e quali siano i suoi obbiettivi e le sue aspirazioni; Toriko rimanda visivamente a Kenshiro per la stazza imponente, e a Goku per il carattere, per l’appetito senza fine e anche per i colori del vestiario. Una scelta atipica è la marcata assenza di personaggi femminili principali, che ricoprono generalmente ruoli secondari e quasi mai primari sulla scena, da cui deriva la totale assenza di fanservice.

Infine la tematica del cibo, che permea tutta l’opera è qualcosa di innovativo, sia per come è presentata sia per l’importanza simbolica della condivisione e di come possa riavvicinare persone che idealmente sono agli antipodi.

Però Toriko non è un’opera priva di difetti: a volte le proporzioni tra personaggi e con gli oggetti circostanti sono spesso soggette a variazioni anche vistose, soprattutto nei primi volumi; il bisogno di dover raggiungere con ogni nuovo avversario delle nuove vette di prodezze in combattimento rende la forza dei protagonisti un’iperbole, e negli scontri degli ultimi volumi raggiunge livelli improbabili per come ci era stato presentata l’ambientazione; la progressione lineare degli scontri, dove l’eroe per battere il nemico di turno deve puntualmente oltrepassare i propri limiti; potrebbe stancare il lettore anche il continuo rimando al cibo e alle prodezze che è possibile compiere dopo anche solo un boccone durante i combattimenti.

A tutto ciò si aggiunge un calo di qualità, visibile soprattutto negli ultimi due archi narrativi, per il tristemente noto problema di popolarità che affligge i manga. Ovvero quando le vendite iniziano a scendere in maniera consistente, e l’interesse del pubblico cala, si mette pressione al mangaka per chiudere in un numero prefissato di capitoli la storia. Da qui un finale stilisticamente solido ma eccessivamente carico di spiegazioni e di suggerimenti su come la storia sarebbe potuta (dovuta) continuare, oltre ad alcuni punti non del tutto chiari su alcuni personaggi secondari, anche importanti, che non sono apparsi negli ultimi capitoli.

Concludo dicendo che Toriko è un’opera molto particolare che o si ama o si odia, è difficile esserne indifferenti. Personalmente ho letto con grande interesse i primi archi narrativi e mi è spiaciuto vedere come, negli ultimi dieci volumi circa, le potenzialità siano progressivamente calate e il ritmo sia diventato quasi frenetico per riuscire a chiudere la storia, un vero peccato.

In Italia il manga è edito da Edizioni Star Comics ed è già disponibile nelle fumetterie dal 14 Maggio al prezzo di copertina di 4,30€.


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