[Recensione] Westworld 2×02 – Reunion

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Ieri notte su Sky Atlantic è andata in onda la seconda puntata della seconda stagione di Westworld, Reunion, una puntata più compassata rispetto alla precedente, che risponde in maniera misteriosa ad alcune domande che la prima aveva posto.

La puntata inizia con Arnold (Jeffrey Wright) e Dolores (Evan Rachel Wood) alle prime presentazioni ai possibili investitori nel parco; dopodiché ci spostiamo su William (Ed Harris) che, dopo aver rintracciato Lawrence (Clifton Collins Jr), è alla ricerca di alleati, come la stessa Dolores e Teddy (James Marsden).

In questa puntata si intrecciano tre piani temporali che non solo mostrano la nasciata e diffusione del parco grazie al contributo di Logan Delos (Ben Barnes), ma anche come William (Jimmi Simpson) abbia convinto Jim Delos a finanziare Westworld, mettendogli dinanzi la suprema possibilità per un imprenditore del suo settore, la conoscenza del consumatore. Ma ancora più importante è osservare il cambiamento di William dopo la prima esperienza in Westworld, un giovane uomo che ha iniziato il suo cammino per diventare l’uomo in nero e che sicuramente avrà un ruolo importante nel corso di questa stagione.

Nella parte relativa all’inizio della ribellione questa puntata non aggiunge grandi colpi di scena: l’uomo in nero (Ed Harris), cercando di risolvere il gioco finale di Ford (Anthony Hopkins), è obbligato a tornare sui suoi passi, ritrovandosi nuovamente a  Pariah, dove farò la conoscenza del nuovo El Lazo, iniziando a rendersi conto di quanto questo “gioco” sia la sfida finale di Ford per un cliente, ossia la realizzazione di cosa, un mondo totalmente nuovo e lontano da dio può creare.

La narrazione di queste prime due puntate della seconda stagione è nettamente diversa da quello a cui la serie ci aveva abituato: più lenta, più decisa a raccontare parabole di alcuni personaggi prendendosi i suoi tempi, mirando a costruire qualcosa che presto esploderà. Gli showrunner stanno mettendo sempre di più polvere da sparo dentro una polveriera, pronta ad esplodere, e questo è ancora di più evidente dal setting, sempre più decadente, con gli “hosts” nella più completa libertà (per quanto di libertà si possa parlare) di portare a terminare il loro percorso, la loro storyline.

Col passare delle puntate ormai risulta scioccamente evidente quanto Westworld sia in questi primi istanti della stagione in un momento di standoff, dove tutti i personaggi sono in cerca di qualcosa, che è anche il motore della stagione, ma anche quello che darà il via al massacro, la cosiddetta Oltre Valle o Glory se preferite, definito come “Il Più grande errore di William”.

Piccola nota piacevole, alla regia di questo episodio troviamo Vincenzo Natali, che già si era fatto notare in televisione grazie ad American Gods e che qui regala una puntata dalle atmosfere soffocanti e angosciose fin ora inedite nella serie.

E’ un po’ straniante trovarsi davanti a questa stagione di Westworld, considerando tutte queste puntate solo un prologo a qualcosa di più grande ma, dopo il finale della prima stagione, era realisticamente necessario spiegare di nuovo le regole perché, pur essendo cambiate, ora la posta in gioco è più alta.