S.H.I.E.L.D. : Architetti dell’Infinito di Jonathan Hickman e Dustin Weaver | Recensione

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Intorno alla metà degli anni’60, proprio nel pieno dell’apice creativo della Marvel, i due pionieri della Casa delle Idee diedero vita allo S.H.I.E.L.D., organizzazione antiterroristica del Marvel Universe con a capo il colonello Nick Fury. In anni più recenti, lo Strategic Hazard Intervention, Espionage Logistics Directorate. ha ricevuto una grande esposizione mediatica grazie ai film del Marvel Cinematic Universe e, soprattutto alla serie televisiva Agents of S.H.I.E.L.D.

Qualche anno prima del lancio della serie tv, Johnathan Hickman (Secret Wars, East of West), uno degli architetti Marvel del tempo, assieme a Dustin Weaver (Infinity Gauntlet: warzones) decise di tornare alle origini dello S.H.I.E.L.D., ben prima della sua nascita su Strange Tales 135, con un progetto tanto ambizioso quanto insolito.

Lo S.H.I.E.L.D. di Hickman è molto diverso dalle sue versioni precedenti: dimenticatevi l’agenzia di spionaggio e di antiterrorismo concepita dal duo Stan Lee e Jack  Kirby, dimenticatevi l’iconico Nick Fury di Jim Steranko. Abbandonate le tipiche atmosfere spionistice, lo S.H.I.E.L.D. di Hickman è un’opera complessa e stratificata, capace di indagare sulla natura dell’uomo. Portandoci alle origini dell’universo Marvel, sul confine di realtà e finzione, Hickman e Weaver vogliono mostrare un lato inedito dello S.H.I.E.L.D., nascosto ed affascinante, capace di intrecciarsi perfettamente con la storia dell’uomo. E finalmente nel 2018, dopo ben sette anni di attesa, gli ultimi due numeri di S.H.I.E.L.D. hanno visto la luce, arrivando sugli scaffali delle fumetterie e per celebrare l’occasione Panini Comics ha deciso di riproporre l’opera in un’edizione integrale, contenete le due miniserie omonime più il one-shot S.H.I.E.L.D. Infinity di collegamento tra le due e in aggiunta una corposa sezione di interessanti extra e studi del disegnatore californiano.

Ponendo delle basi ben più antiche rispetto a quelle raccontate da Lee e Kirby, Hickman fa risalire le origini dello S.H.I.E.L.D. fin dall’antico Egitto, dove alcuni di uomini appartenenti alla Confraternita dello  Scudo e alla Confraternita della Lancia, difesero la Terra respingendo un tentativo di invasione della Covata, razza aliena ben nota ai fan Marvel. Divisi tra Oriente e Occidente, negli anni i membri della Lancia subirono diverse perdite umane e di risorse, tanto da portare alla scomparsa di questa Confraternita, lasciando il compito di difendere il mondo allo Scudo. Continuando nella sua missione di protezione dell’umanità, nel corso dei secoli lo S.H.I.E.L.D. è cresciuto, espandendosi e radicandosi così profondamente da dare origine a una società segreta, al cui interno troviamo alcune illustri figure storiche come Leonardo daVinci e Sir Isaac Newton e molti altri, tutti accomunati e uniti dal volere salvaguardare il futuro degli esseri umani e del loro progresso.

Il perno attorno cui gravita la storia è Leonid, ragazzo dell’America degli anni’50 dal passato misterioso, nonché avatar del lettore, reclutato da due agenti S.H.I.E.L.D., catapultando il ragazzo in un mondo nuovo e finora ignoto, fatto di tecnologia e sapere. Qui Leonid apprenderà che il genere umano è sull’orlo di una terribile guerra capace di riscriverne la storia e che lui solo potrà risolvere questo conflitto spostandone gli equilibri.

Intricato, visionario e stratificato, questi sono solo alcuni degli aggettivi che meglio definiscono S.H.I.E.L.D. del duo Hickman-Weaver. Sicuramente non una lettura per tutti, l’ex architetto della Casa delle Idee orchestra un’opera ad ampio respiro, capace di fornire nuovi spunti alle ormai consolidate origini dell’universo Marvel legandole sapientemente con episodi e figure storiche realmente esistite. Oltre alla natura eclettica del progetto, l’autore di East of West pone molta enfasi sulla componente filosofica della serie, incentrata sull’uomo, sul progresso e sulle sue implicazioni: decisamente insolito per una serie Marvel, la scommessa di Hickman funziona per buona parte della lettura, catturando il lettore in una spirale di eventi e idee in grado di stimolarlo su più livelli. Improvvisamente però qualcosa si rompe. Complice il lunghissimo ritardo nell’uscita dei numeri conclusivi, tutto il fascino e le macchinazioni hickmaniane perdono il loro appeal, risultando assai verbose, anticlimatiche portando ad un finale poco soddisfacente seppur d’impatto.

Principalmente conosciuto per il suo lavoro come inchiostratore per alcune delle principali testate Marvel, la prova di Dustin Weaver sorprende per qualità e impatto visivo. Le tavole del disegnatore californiano riflettono l’atmosfera della serie: architetture rinascimentali, barocche e futuristiche si fondono tra loro per creare un horror vacui di soluzioni e dettagli capaci di conferire taglio steampunk alla serie pur mantenendo alcuni elementi storici e artistici inalterati. Forse la mole di dettagli e la ricchezza delle architetture inficia un po’ sullo storytelling, rallentando a tratti la progressione incalzante della narrazione.

Tirando le somme, S.H.I.E.L.D. della coppia Hickman e Weaver è un’opera ambiziosa e arguta a cui va il pregio di stimolare il pensiero del lettore come poche altre opere. Logorato dagli anni di attesa, purtroppo lo Scudo di Hickman cede proprio sul finale, verboso e anticlimatico, ma grazie alla natura intricata e stratificata della serie, S.H.I.E.L.D. resta una lettura appagante e riflessiva anche se non per tutti.

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