Con la quarta stagione Sex Education, una delle serie di punta degli ultimi anni di Netflix, dice addio ai suoi personaggi concludendo l’arco narrativo iniziato nel 2019. Creata da Laurie Nunn, la serie con protagonisti: Asa Butterfield, Gillian Anderson, Emma Mackey e Ncuti Gatwa si conclude nell’unico modo possibile, abbracciando la realtà, evitando finali patetici e prediligendo uno svolgimento naturale delle vicende. La stagione conclusiva di Sex Education è ora disponibile su Netflix.
In seguito alla chiusura della Moordale High, Otis ed Eric devono affrontare un nuovo ostacolo: il primo giorno al Cavendish Sixth Form College. Otis è intenzionato ad “aprire” una nuova clinica, ma la cosa lo rende nervoso, mentre Eric spera di non far parte ancora degli “sfigati. Il Cavendish rappresenta uno shock culturale per tutti gli ex studenti della Moordale che pensavano di essere progressisti, ma il nuovo college è proprio di un altro livello. Viv è motivata dall’approccio non competitivo della scuola, mentre Jackson fatica ancora a superare la storia con Cal.
Aimee è pronta a provare qualcosa di nuovo con un corso di Arte e Adam è alle prese con la formazione in generale, che considera troppo convenzionale per lui. Negli Stati Uniti, invece, Maeve sta vivendo il suo sogno nella prestigiosa Wallace University, sotto la guida dello scrittore cult Thomas Molloy. Otis si strugge ancora per lei, mentre cerca di adattarsi al fatto di non essere più figlio unico a casa e l’unico terapista del campus.
In quattro anni Sex Education ha fatto molto più di qualsiasi corso di educazione sessuale in circolazione. Iniziata per volere della sua autrice come una serie che insegnasse ai giovani l’educazione sessuale e la prevenzione – che in molti paesi tra cui l’Italia, l’Inghilterra, non è ancora contemplata – Sex Education è finita per diventare un vero e proprio reset culturale, tanto da essere una delle serie più apprezzate della piattaforma non solo per il suo contenuto ma anche per l’approccio utilizzato. Senza peli e senza tabu, Sex Education ha insegnato che “non esistono tabu, si può e si deve parlare di tutto quello che circonda il sesso” come dice la Dott.ssa Milburn (Gillian Anderson), ed è così che giovani e meno giovani sono entrati in sintonia con personaggi estremamente reali, fragili da sentirsi costantemente rappresentati da una o più vicende narrate. Come un vero e proprio arcobaleno Sex Education ha da sempre trattato con delicatezza e rispetto qualsiasi argomento legato alla sfera sessuale, l’orientamento, la malattia, che nell’ultima stagione vede il massimo della sua espressione.
Da sempre corale, vede l’alternarsi di storie diversi personaggi che si uniscono per dar luce ad un’ampia narrazione, Sex Education ha sempre tentato di trattare con il giusto peso ogni argomento cercando di non tralasciare niente e nessuno nonostante a volte si sia trovata ad accelerare su alcune questioni, lasciando in sospeso alcuni personaggi, difetto non propriamente della serie quanto del modo di narrazione. Il setting della nuova stagione è perfetto per introdurre nuovi personaggi e salutarne altri volendo raccontare il più ampio spettro di identità. Ed è cosi che personaggi come Abbi (Anthony Lexa) e Roman (Felix Mufti) sono estremamente importanti per una rappresentazione completa che ancora non era stata affrontata dalla serie in modo completo.
Le vicende restano pressoché le stesse di ogni anno, ma con la quarta stagione ogni personaggio ha un suo sviluppo, una sua crescita e una sua presa di coscienza. Da Otis che sente minacciato il suo ruolo di consulente sessuale dalla nuova rivale O (Thaddea Graham), a Maeve che oltre alla nuova università americana dovrà vedersela con alcuni seri problemi familiari, a Aimee nella sua personale guarigione dopo l’evento traumatico che l’ha vista protagonista, passando per Eric e il suo conflitto interiore e al suo rapporto con il suo migliore amico ad Adam alla ricerca di un suo posto nel mondo. L’attenzione poi non viene posta solo sugli adolescenti ma anche sugli adulti, ed è così che vengono trattati temi come la depressione post parto, la disfunzione erettile, il divorzio, il lutto e tutto ciò che può riguardare la sfera sessuale e personale di chi adolescente non lo è più ma che ancora fatica a parlarne.
Come già accennato, nonostante tutte le vicende non abbiano lo spazio necessario per essere approfondite a causa di tempi di sceneggiatura imposti, ogni storyline si presta come argomento di discussione e confronto al di fuori della visione seriale. Forse la release settimanale avrebbe in qualche modo colmato queste mancanze creando un discorso esterno alla visione, ma si sa… con le serie Netflix è ormai la prassi. Ottima la scelta degli autori di concludere la serie con dinamiche che seguano logiche reali e non legate al fan service, caratteristica che potrebbe far storcere il naso agli appassionati ma che rende la stagione finale estremamente veritiera.
Sex Education, dopo quattro anni arriva alla sua naturale conclusione. Al netto di alcuni alti e bassi resta sicuramente una delle serie tv teen drama, young adult, più innovative degli ultimi anni. Rispettosa, inclusiva e didattica è tutto ciò che dovrebbe essere insegnato nelle scuole ma che ancora oggi viene evitato a causa di tabu, portando molti giovani a sbagliare o ad avere il timore di aprirsi a discorsi legati alla sfera sessuale. Un lungo addio che resterà nei cuori e nelle menti dei suoi spettatori e si spera dia una scossa all’argomento SESSO nelle scuole e in famiglia.
La stagione conclusiva di Sex Education è ora disponibile su Netflix. Ecco il trailer della stagione: